22 dicembre 2008

Victoria Station - Bologna

Ormai da 12 anni questo grande pub in via Zanardi 76 non conosce declino. E' quello con il bus inglese per aria, sopra l'insegna, ma questo lo sanno tutti, lo si identifica ancora così.
Ho fatto un salto sabato scorso, erano oltre le 23 e avevo voglia di carne; ricordandomi dello sconfinato menù di questo locale (comprese le carni, qui mai assaggiate) mi sono detta, perchè no?
Questo ristopub, seppur enorme, consta di due sale. Una prima sala farebbe parte del giardino estivo, che comunque c'è, ma in inverno è ridotto al minimo per ricavare questo spazio in una veranda chiusa, tavolini e sedie di plastica, schermo gigante, un po' meno chiassoso della seconda sala, il pub vero e proprio.

Qui si accede con un paio di scalini e l'arredamento è totalmente diverso: è quello tipico da pub inglese, tavoloni di legno e tavolini con sgabelli e grande bancone con gli spillatori di birra.
Per bere è sicuramente consigliato qui, è più tipico. Per mangiare, visto il poco spazio a disposizione , è meglio la saletta nella veranda, almeno il tavolino, seppur al buio e in un ambiente più freddo è minimamente capiente per contenere un piatto. Nell'altra sala, per mangiare in due, è decisamente sconsigliato: vengono assegnati solo tavolini microscopici dato che i tavoli più ampi vengono riservati solo ai gruppi. Ti ritrovi obbligato alla sala esterna, in ogni caso bruttina per cenare. Una cena in due durante il weekend, quando questo locale è preso d'assalto, è disagevole.
Tanto per fare un esempio, era talmente tanto pieno, che il cameriere ha requisito dal nostro tavolo la terza sedia, da noi utilizzata per appoggiare giacche e cappelli, e dato che non hanno nemmeno pensato di spargere qua e là qualche attaccapanni, ci siamo ritrovati con le giacche agganciate allo schienale della sedia, che toccavano terra e i cappelli strizzati nelle tasche. E' giustificabile pensare solo al guadagno massimo dato da accogliere più persone possibili, a scapito del confort dei presenti? Non credo, dato che comunque il filetto che ho ordinato io l'ho pagato 15 euro e avevo diritto di essere messa in condizioni più "umane".
Il servizio è molto veloce, ma il pagamento è anticipato.
Ho provato il filetto alla Victoria: un filetto di manzo con una salsa ristretta di funghi e vino rosso, accompagnato da patate fritte. Un bel pezzo di carne, morbido e grosso, al sangue, ma insipido; ho dovuto alzarmi e andare a cercarmi una saliera. E non a buon mercato (€15). Come coperto un cestino di piadina scaldata (tipo grosso industriale).

Il mio compagno ha optato per un hot-dog (€ 3,70). Troppo "casalingo": un wurstel tagliato in due e infilato in un panino poco adatto ai semi di sesamo, con un po' di ketchup. Niente di che. Già previsto di patate fritte (porzione scarsa).

Il tutto innaffiato da una Paulaner alla spina.
Come dicevo, il menù è sconfinato, anzi ce ne sono due, uno per bere e uno per mangiare: pizze, carne, primi, panini, piadine, stuzzicheria, dolci, coppe gelato, frutta, vini, birre alla spina, cocktails, bibite, caffetteria, anche pesce (quest'ultimo a mio avviso improbabile).
Devo confessare una cosa: nonostante il buon gusto della carne, sia io che il mio compagno, al ritorno a casa abbiamo avuto delle trafitture all'addome, fortunatamente senza diarrea a seguire, tipiche di un'abbozzo di gastroenterite batterica da cibo contaminato. Questo mi fa pensare a qualche microbino di troppo in quel cibo. L'igiene di chi prepara i cibi sarà all'altezza?
La cucina è aperta anche a mezzogiorno e il parcheggio si trova sempre in strada.
Il mio giudizio è globalmente sufficiente, ma alcuni punti sono invece insufficienti: ambiente troppo caotico e servizio veloce, ma poco attento. Mi sono sentita un po' troppo "pollo da spennare".

18 dicembre 2008

I Portali - Modena

Ho visitato questo centro commerciale un paio di settimane fa. Penso che sia il secondo a Modena in ordine di grandezza, dopo il Grand'emilia. Si trova in periferia, in direzione Bologna.
Al sabato pomeriggio è davvero molto pieno; all'interno, l'Ipercoop. Devo ammettere che era di tono ben più dimesso ed antico rispetto a quelli di Bologna. Invece qui i centri commerciali vengono rinnovati (ad es. il Centronova, da alcuni mesi rifatto) appena iniziano ad invecchiare anche solo un pochino. E sono sfavillanti, quasi sfarzosi.
Perché a Bologna non sarebbe ipotizzabile un centro commerciale come I Portici? Perché la gente pretende di più, è abituata ad averlo. E' meno provinciale. Ai Portici vanno anche "i contadini della Bassa", come li chiamiamo noi. E' una locuzione che noi bolognesi di città usiamo per definire chi abita nella profonda provincia padana.
Questo è marketing applicato alle persone; alle zone di appartenenza.
Tornando ai Portici, non voglio tanto parlare dei negozi, piccoli, non a buon mercato (dove c'è meno concorrenza i prezzi sono più alti) e la cui lista la potete trovare qui; quanto del reparto pane-pasticceria dell'Ipercoop. Il resto è poco attraente, sopratutto nel non-food, ma per questo reparto mi devo togliere tanto di cappello. E' grande il triplo rispetto ai corrispettivi ipercoopiani bolognesi!
Una varietà di roba da leccarsi i baffi: il bensone originale e quello farcito (che ho preso ma era poco cotto però!); la torta Barozzi; le ravioline farcite; la sbrisolona in monoporzioni; tantissimi tipi di taralli, anche quelli dolci (questo è strano: una varietà così l'ho trovata solo in Puglia); tanti tipi di pizza fresca farcita rotonda da forno; tiramisù fresco in vaschetta; paste dolci originali ed enormi; pagnotte di pane con farina gialla, ecc. Anche prodotti tipici reggiani, come la spongata. Quindi un bel po' di roba in più e diversa rispetto ai reparti pane-pasticceria Ipercoop bolognesi.
E' marketing: le persone stanno più in casa perché vivono in zone con poche opportunità vicine, sono più tradizionaliste, allora il cibo è il primo bisogno sentito. Da noi a Bologna il non-food è prevalente, o per lo meno alla pari.
La ricchezza culinaria dell'Italia è incredibile, basta spostarsi di poco per trovare tantissimi cibi e specialità diverse. La secolare frammentazione politica non ha portato solo guai, consoliamoci. Ci ha lasciato diversità che devono essere viste come una ricchezza.
In definitiva, veramente da tenere in considerazione questo reparto pane-pasticceria dell'Ipercoop ai Portali di Modena. Aperto fino alle 21.30 (sabato fino alle 21).

15 dicembre 2008

2Be (To Be) - Bologna

Dove: via Don Minzoni 5/c
Pro: ambiente versatile, cucina aperta fino a tardi, buoni prezzi per i menù completi
Contro: parcheggio, ambienti poco riscaldati, discoteca affollata dopo l'1.
Aggiornamento dicembre 2011
Sono tornata in questo locale, oggi si chiama Tresor, un sabato sera di dicembre 2011. 
L'ex 2be ha perso molto del glamour della passata gestione. L'ambiente è più degradato. Via lampadari e illuminazione a faretti. Si riempie fino all'inverosimile a partire dall'1, tanto che non so se avrebbe i requisiti per tenere aperto. Al secondo piano, che al sabato diventa 'latino', c'è una calca tale che non oso pensare se scoppiasse un incendio cosa succederebbe. Non ci si muove. E così poi anche sotto. La 'bella gente' se n'è andata, molti extracomunitari tra i frequentatori. Il volume della musica è troppo alto e c'è una pessima acustica.
E poi una certa 'mossa' che non mi è affatto piaciuta. Eccovi l'antefatto. Siamo due coppie, due donne e due uomini in lista omaggio donna/uomo fino a mezzanotte. Arriviamo con un buon anticipo davanti all'ingresso (11.40). Tutto è bloccato dai bodyguard. Ci sono 3 file: tavoli, lista donne, lista uomini. Ci dobbiamo quindi separare. I tavoli  entrano. Le donne in lista, dopo una certa attesa, sfilano e riescono a prendere la card omaggio. Gli uomini, bloccati, attendono molto tempo e 'stranamente' arrivano alla biglietteria dopo mezzanotte. "Ops - dice la cassiera - è tardi. Si paga"  (consumazione obbligatoria 12 euro). A nulla valgono  le proteste dei maschietti che dicono che erano lì da un bel po', ma che non sono potuti entrare. 
Con la gestione 'Tresor' ho già dato. Attendiamo la prossima. 

L'ex Capital Town dopo alcuni anni di ferma, ha di nuovo riaperto i battenti in una veste totalmente nuova, dove del Messico non c'è più nemmeno l'ombra, nè in cucina, nè nell'arredamento. E' stato proprio riconfigurato.
E' in quel di via don Minzoni all'inizio, due vetrine sotto il portico, poco dopo l'incrocio con la rotonda dei Martiri. Premetto che il parcheggio è difficoltosissimo, sulla via don Minzoni e laterali non si trova manco a pagarlo (considerando quante "righe gialle" hanno messo e lo spazio che si è riservato il Mambo più l'assurda pista ciclabile in una delle laterali "papabili"); quindi conviene puntare subito sul parcheggio di via Cairoli dove c'è abbastanza viavai per la presenza dell'Auld Dubliner e della pizzeria Tonino e attendere che vada via qualcuno.
Il 2be è un vero discodinner su due piani e ha due entrate, la prima accede direttamente al piano terra con la discoteca, la seconda, dopo il guardaroba, prende una scala per portare al primo piano, zona ristorante-pizzeria-dopocena con un po' di musica (non alta sopratutto quando parte la discoteca sotto, verso le 23.45 iniziando a riempirsi davvero alle 0.45).
L'ambiente è carino, anche se non chic e dà un senso di ampiezza nonostante non sia enorme.
Io sono stata sabato scorso, in occasione della festa Yamaha. A dir la verità non c'era tantissima gente a cena, quanta invece ce n'era in discoteca. Età variegata.

Zona dinner:

Quasi divisa in due: tavoli più rustici in una saletta aperta (ideali per la pizza) e altri in centro, vicino al bar, più da ristorante. Io preferisco la pizza, che è buona.
Puoi optare per il menù pizza a 20€ che comprende 1 pizza a scelta, bibita, dolce e caffè e ovviamente l'accesso alla discoteca oppure puoi prendere la pizza alla carta. Altrimenti si può scegliere il menù ristorante a € 25 tutto compreso idem come sopra.

Zona discoteca:

Carina, mi ricorda molto il Kinki. Luci blu, disposizione del locale similare. Tavoli prenotati la maggiorparte, ma si trova sempre posto, magari più defilato. Bancone bar con bei lampadari schiccosi, consolle piccolina.
I bagni sono sia qui che al piano di sopra.
Se vieni solo al dopocena, all'entrata di danno una drink card obbligatoria. Il costo del guardaroba è € 3 (indispensabile).
Veniamo alle note dolenti, una in particolare: il freddo. Il locale non è particolarmente riscaldato, secondo me prima accendono un pochino dove si mangia e poi spengono. Finchè ceni ce la fai (ti consiglio vivamente di vestirti pesante...) e giù la disco è gelida; poi viceversa su ridiventa gelido e giù più caldo (secondo me è la moltitudine di gente che emana quel piccolo calore); ma con l'assurda situazione che all'1.30 sparavano aria condizionata fredda da dei bocchettoni sul soffitto!
La musica poi al sabato non è eccezionale: è un mix strambo di commerciale, rock e sconosciuti. Gente non particolarmente elegante, ma nemmeno con jeans e scarpe da ginnastica.
In definitiva comunque un posto da provare.

9 dicembre 2008

Ambasciatori - Bologna

Dove: Via Orefici
Pro: libreria aperta fino a mezzanotte (non dimentichiamoci però di Feltrinelli in via dei Mille, anche edicola e aperta fino alle 2), sconto 5% sui libri (se socio Coop), presenza di prodotti gastronomici particolari, panini fatti al momento, bersi un cappuccino (magari da solo) senza lo stress di entrare in un bar, e sfogliando un libro che intendi acquistare, ampia enoteca
Contro: disposizione cervellotica, ristorante caro e caotico, due casse: una per i libri e una per i prodotti alimentari (che non sono scontati se socio coop), troppo poco spazio dedicato ad Eataly, ascensore non funzionante (speriamo solo temporanea), mancanza di riscaldamento (al piano terra e primo), parcheggio impossibile

Aggiornamento settembre 2009
Finalmente l'ascensore e la scala mobile funzionano

Aggiornamento 11/01/2009

Dopo l'iniziale curiosità, il ristorante alle ore 20 era semideserto,
segno che ciò che ho scritto su di esso l'hanno capito anche molti altri.
Da domani e per sempre lo sconto sui libri per i soci Coop sarà solo il 5%.
Per ovviare al freddo, al piano ristorante (al piano terra è ancora spento) hanno messo due stufe elettriche...

6-7-8 dicembre: 3 pomeriggi di shopping. Ecco come ho trascorso questo ponte. Sabato shopping a Modena, ieri e oggi a Bologna. Nei miei numerosi e curiosi vagabondaggi di questi tre giorni, ho voluto anche "andare a conoscere" il nuovo Ambasciatori. Inaugurato da 3 giorni.

Che cos'è l'Ambasciatori? Un pezzo di storia della città. Ex cinema situato in via Orefici angolo via Pescherie Vecchie, in pieno centro, da anni abbandonato. Finalmente l'hanno recuperato, non era un gran bel vedere un palazzo fatiscente a ridosso di Piazza Maggiore.
L'ha preso la Coop e ci ha fatto uno spazio multifunzionale. Oggi l'ho visitato per bene ed eccone la recensione.
Devo premettere che sono rimasta un po' delusa, secondo me non è ben strutturato; forse è ancora un po' in divenire. L'Ambasciatori è su 3 piani più un seminterrato (solo per le toilettes). Caotici.
Al piano terra c'è la prima parte della libreria, la caffetteria e la prima parte di Eataly.
Al primo piano c'è la seconda parte della libreria, il ristorante e la seconda parte di Eataly.
Al secondo piano c'è la terza parte della libreria, l'enoteca e la terza parte di Eataly.
Libreria: divisa in tre e dovendo fare avanti indietro per le scale. Se entri e cerchi un titolo da solo è un andirivieni continuo dalle scale, se chiedi al commesso ti tocca aspettare che facciano su e giù. Le scale non sono nemmeno poche e pure ripide. Speriamo entri in funzione al più presto l'ascensore. La disposizione è a scaffale aperto, come già visto in altre librerie Coop (la più comoda e su un unico piano è quella del Centronova: c'è sempre poca gente, quindi tranquillità ed é ben fornita e ben disposta, è la mia preferita su tutte le librerie Coop). Ovviamente ti consiglio librerie Coop se sei socio Coop per il 10% di sconto su tutti i libri.
Caffetteria: in una saletta attigua, un tavolone condiviso in mezzo agli scaffali di dolciumi di Eataly e al banco dei panini (di sera chiuso). Il banco dei panini è una mini salumeria: tu scegli il pane e l'addetto ti taglia il salume preferito da scegliersi su una lavagnetta (non sono tramezzini o panini con salse o altre diavolerie, ma il vecchio pane e salame tanto per intenderci; il prezzo non è dei più modesti, si spendono anche € 4,50 per un panino. La caffetteria è ancora priva di riscaldamento; non c'è molta scelta di bevande calde, in compenso ci sono dei dolcetti freschi da banco gustosi (ad esempio uno mi ha ispirato: un biscottone fatto con la pasta dei baci di dama). C'è qui sempre il problema della mancanza di tranquillità, dato che c'è un turn-over di gente che entra ed esce. Un' ottima caffetteria interna ad una libreria è quella di Mondadori in via d'Azeglio pedonale; c'è un salottino a parte intimo ed elegante, una bomboniera.
Ristorante: pessima disposizione, prezzi da ristorante di lusso, senza riscaldamento e un caos pazzesco. Era talmente assurda la situazione che mi era venuta ansia solo a guardare chi stava mangiando. Saletta attigua simile a quella della caffetteria, con banco salumeria (che c'entra qui? Era da posizionare dentro all'enoteca, semmai). Tavolone condiviso, banchi frigo e scaffali di salse e sottoli davanti e dietro. Gente che entra ed esce continuamente per guardare e/o acquistare salumi e formaggi al banco e/o curiosare negli scaffali gastronomici. Il colmo viene raggiunto nei tavoli esterni: qualcuno ha avuto la bizzarra idea di posizionare alcuni tavoli in mezzo ai libri e ai prodotti alimentari. C'è chi guarda i libri, chi guarda i pacchi di pasta, chi guarda chi mangia e tu lì in prestito a cena...ma come si farà mai a godersi ciò che si sta mangiando?
Situazione grottesca se vuoi dare un'occhiata alle salse e ai sughi, negli scaffali centrali del primo piano, che arrivano fino a terra, e piegandoti magari in basso per afferrare il barottalo... ehm ehm...il tuo fondoschiena potrà prendere contro nei casi migliori alla spalliera della sedia di quello che sta cenando, nei casi peggiori alla sua testa...o viceversa quello che sta cenando, potrà subire incontri ravvicinati del terzo tipo, non proprio di quel tipo...
Tra l'altro ho dato un occhiata ai prezzi del ristorante: 10-12 euro un primo; anche 20 un secondo. No grazie, a quel prezzo vado altrove.
Enoteca: ultimo piano, probabilmente l'ambiente più azzeccato. Pieno di tavoli e molto frequentato, è in una grande sala finalmente solo dedicata ai vini. Ai lati scaffali di bottiglie (ce n'è veramente tantissime) e un bancone. La gente non entra a meno che non sia specificamente interessata all'acquisto di un vino. Ti siedi, qui è riscaldato e prendi un calice con piatti dedicati come affettati e formaggi o altri stuzzichini.
Eataly: un gran peccato sia così sacrificata, spezzettata. Per me era la cosa più interessante, prodotti introvabili e di qualità, seppur a prezzo alto. E' sparsa un po' dappertutto, nella caffetteria ci sono i dolciumi, in mezzo ai libri le caramelle e i pacchi di pasta, al ristorante salse e salumi, in enoteca i vini. Alcuni prodotti interessanti che ho acquistato sono una crema di formaggio di fossa; una salsa verde ai pinoli; il "vero chinotto" e la "vera gazzosa" in bottiglietta di vetro, le paste di meliga, le pastiglie Leone al cioccolato.

29 novembre 2008

Master Beer - Bologna

Dove: via Andrea Costa 158 - Bologna
Pro: bel locale grande, ideale al pomeriggio (si sfrutta parcheggio Coop) per gli ottimi tè serviti in servizio cinese
Contro: pizze mediocri, alla sera parcheggio quasi impossibile e capita di dover aspettare per un tavolo
Se qualcuno continua ad insinuare che in questo locale al venerdì sera fanno dj set musica anni 70/80/90 dalle 22.30 in poi gli tiro un piatto in testa. Sia sul sito Enjoytoz (è già la seconda volta che mi bidona) sia su Dove del 28 novembre 2008 si pubblicizza che al venerdì al Master Beer c'è questa possibilità.
Sono andata in questo locale ieri sera proprio attirata da questa opzione, credendo di poter ballare. In tanti altri posti è così, Fresco, Esclamo, Let's go, il 2be, lo Spago 3 per citare i primi che mi vengono in mente. Qui assolutamente no! Di dj set e musica 70/80/90 nemmeno l'ombra. E pi anche se ci fosse la musica, non ci sarebbe il posto dove poterlo fare, dato che si cammina a malapena tra i tavoli tanti ce ne sono. Quindi questo locale non è assolutamente un disco pub, ma un pub. Pizzeria? Sì...in un angolino c'è un pizzaiolo che fa pizze cotte nel forno elettrico, una coppia nel tavolino accanto al nostro le ha ordinate. Dico solo questo... il marito ne ha mangiata 1/3, la moglie un po' di più. Effettivamente a vederle sembravano rinsecchite, poco appetibili.
La cena? Mah, non mi convince, io sono arrivata lì per le 23 e la maggioranza beveva già e a dir la verità l'ambiente non è molto da ristorante.
Il venerdì sera il Master Beer, ex Bibò, è pieno murato. Troppa gente per i miei gusti. Per avere un tavolo abbiamo dovuto attendere 15 minuti, nonostante fosse su due piani. Il locale è carino, al piano terra tavoli accanto alle pareti, tavoloni alti con sgabello vicino alla grande scala a chiocciola che porta al secondo piano (ci puoi andare anche in ascensore), piccolo punto pizzaiolo, bancone bar con qualche sgabello in cui è sconsigliato stare visto l'andirivieni continuo dei camerieri. Secondo piano, più bello, più arioso, solo tavoli.
Come ho detto visto il caos e il tipo di ambiente, io lo consiglio per il tè del pomeriggio, l'aperitivo o il dopocena.
Ieri sera c'era un buffet particolare, di pasticcini, che potevi prendere liberamente dopo aver ordinato. Io li ho assaggiati, l'idea è buona, peccato fossero pessimi. Le donne il venerdì sera bevono omaggio dalle 21 alle 22. Visto il buffet ricco di dolci, immagino sia ricco anche come buffet per aperitivo. Anche l'ambiente è adatto a ciò: il posto comunque è moderno, trendy, casual-chic.
Nel menù cocktails, in buon numero, birre, shorts, analcolici e una selezione di tè cinesi e infusi particolari. Personalmente mi sento di consigliarlo, anche per l'originalità di come il tè viene servito, secondo la tradizione cinese. Io ho preso un infuso chiamato Masai, all'aroma di caramello. Ti portano un coordinato nero cinese composto da un vassoio, una tazza senza manici, una teiera particolarissima. Tu metti la bustina nella teiera e attendi i classici 4/5 minuti; lo zucchero manca, dovrai dolcificare il tutto con una stecca di zucchero caramellato che lentamente si scioglierà nel tè bollente. Davvero originale e con un costo di soli € 4. Ideale il Master Beer per prendersi un tè al pomeriggio e chiacchierare con più calma.
Nota dolente: il parcheggio. Nonostante sia in periferia, trovare parcheggio è stato difficoltoso. Il locale è in via Andrea Costa 158, di fianco alla Coop, il cui parcheggio però è chiuso alla sera. In strada non c'è posto, causa residenti senza garage.

25 novembre 2008

Makìa - Bologna

Makìa, con l'accento sulla i. Onestamente non so cosa possa significare, non si trova nemmeno su Wikipedia.
Makìa è un bel localino in stile newyorkese in via Emilia Levante 41. Di proprietà di Vasco Rossi; ebbi proprio occasione di vederlo un paio di anni fa, quando andai la prima volta, seduto ad uno dei tavolini di metallo esterni, utilizzati d'estate. Com'è? Identico a come si vede in tv. Berretto e occhiali colorati, un po' in sovrappeso. Inoltre all'interno ci sono alcune sue gigantografie.
Il Makìa è precisamente un cocktail bar, qui si beve. E' piuttosto carino internamente, piccolo, intimo, con un sottofondo di musica lounge non invadente. I tavoli sono pochi, bianchi e neri e l'arredamento è vetro e acciaio, luci basse. Una piccola scala sulla sinistra conduce all'american bar, adatto sopratutto per l'aperitivo, con gli stuzzichini che rimangono sul bancone e se non ci si vuole sedere.
Sono tornata in questo locale sabato sera con alcuni amici a bere qualcosa. Come ho già detto qui è davvero consigliato assaggiare un cocktail, dopocena. La carta drinks è vasta, molto originale e curiosa. Oltre ai classici, ai distillati e ai vari martini, molto curiosi sono i cocktail all'assenzio - il famoso liquore verde a 78° molto in voga nell'800 reso famoso perché bevuto dai poeti decadentisti, poi vietato e ora riabilitato (particolare quello con la zolletta di zucchero flambè imbevuta di assenzio), i cocktail alla marmellata (serviti in una botticella con la confettura) e gli Stones (sassi). Uno stone l'ho voluto assaggiare, non ricordo ora il nome, ma si trattava di un cocktail alla rosa e spumante con alcuni sassi sul fondo della coppa, petali di rose e foglia d'oro galleggianti. Bellissima creazione e ottimo sapore. Questi sono i coktail più costosi, € 9, ma ne vale la pena.
In questo locale si sta tranquilli, c'è intimità. A mezzanotte si riempie, meglio è non superare le 23 come ora di arrivo. Parcheggio un po' problematico.
Ideale per un cocktail atipico e scenografico.

18 novembre 2008

Chiosco ai Pini - Bologna

Dove: all'entrata del Parco dei Pini, via Emilia Ponente 351 - Bologna
Pro: parcheggio, aperto fino a tardi
Contro: spesso devi chiedere il bis per porzioni troppo piccole, ambiente molto, anzi forse troppo informale
Da provare: crescentine molto buone
Pro: A Bologna la lista di locali dove si possono mangiare crescentine si allunga sempre più: il ristorante Titì a Zola, la Casona tutti fritti a San Giovanni, la Trattoria del Rosso e Pane vino e San Daniele in centro, il Circolo Mazzini in Emilia Levante, la nuova trattoria Antica ricetta in Massarenti, dal Nonno Natali Elio sui colli, i laghetti del rosario e anche un asporto, la Crescentina Golosa, fuori Zanardi, tanto per citare quelli più noti. In mezzo a questo lista c'è il chiosco ai Pini. Eh sì. Il mercato delle crescentine (a Bologna si chiama così lo gnocco fritto) tira.
Il chiosco ai Pini è un posto molto molto informale proprio all'entrata del parco dei Pini, a Borgo Panigale, sotto il ponte di via Emilia Ponente; dove c'è anche il Teatro di Vita (un teatro particolare con programma di performances surreali).
Il chiosco è in una posizione strategica, chi frequenta il parco di giorno e chi va a teatro la sera: d'estate veranda aperta e bar-gelati-crescentine. D'inverno idem, ma la veranda viene chiusa.
Come dicevo è molto informale. Luci al neon, tavolazzi e un gran casino. Quando sono andata io fortunatamente erano le 23, prima è probabilmente difficile trovar posto e il caos (molte le compagnie) è eccessivo. Il chiosco è piccolo ed è preso d'assalto. Quello che si mangia qui sono crescentine e tigelle. Sopratutto crescentine. Quando ti siedi ti viene portato un menù, ma non ci si capisce molto, così quando arriva il proprietario ti accorgi che ti propone un misto tigelle crescentine standard con ciotoline varie, che è poi ciò che prendono tutti. E' in serie.
Tutto è buono, sopratutto le crescentine però. Qui hanno la particolarità di essere piccole e poco unte. Vengono portate calde in un cestino. Sono buone, ma poche. Solo un piccolo cestino, che rimane insufficiente per il "companatico". E' inevitabile così chiederne altre, a quel punto (forse un po' studiato...) ti ricordi che sul menù costavano €0,50 l'una, e a seconda dell'appetito rimasto, farai i tuoi conti e chiederai il numero che più ti aggrada. Nelle ciotoline le solite cose: olive, sottaceti, affettati, pesto modenese (quest'ultimo scarso), stracchino e due vaschettine di Nutella.
Una cosa da ricordarsi, non c'è la toilette. Per lo meno a portata di mano. Ricordiamoci che è una baracchina coperta, quando d'estate andate al parco a prendervi un gelato in una baracchina ve l'aspettereste una toilette? No di certo.
Prezzi medio-bassi. Più medi che bassi. Parcheggio comodo davanti al chiosco.

3 novembre 2008

Pasticceria Laganà (Santo Stefano) - Bologna

Dove: Via Santo Stefano 112 - Bologna
Da provare: meringhe con panna, torta al cioccolato, salatini
Lascia perdere: sfrappole, baci di dama
Pro: Freschezza degli alimenti; in genere quasi tutto ottimo.
Contro: Prezzi alti, a volte qualcosa non è buono
Questa è la pasticceria del cuore. Un luogo speciale, che mi ricorda la mia infanzia e la mia adolescenza.
Sono nata a Bologna alla clinica Villalba e cresciuta in via S. Stefano, dove ancora oggi vive mia madre, nell'appartamento di famiglia.
Laganà, via s. stefano angolo via Dante, era a pochi passi da casa mia, a pochi passi dalle mie elementari (le Carducci) e dalle mie medie (le Rolandino, quando erano ancora in via S. Stefano). Mi ricordo ancora gli alti e morbidi tranci di pizza che prendevo quando affamata tornavo da scuola (che ora non fanno più); la meringhe con panna, la pasta preferita da mio padre; la millefoglie allo zabaione, la mia preferita; tutti gli anni quando per il mio compleanno mia madre ordinava la torta facendoci scrivere sopra "buon compleanno Tiziana".
Laganà in via S. Stefano ancora oggi (e non lo dico per una questione di cuore) rimane la migliore pasticceria di Bologna. E' cara, non si può negare, ma ricordiamoci che è inserita in un contesto ambientale di un certo tipo, la zona si sa, è quella della Bologna-bene. Nonostante il degrado generale della città degli ultimi dieci anni per la massiccia introduzione di extracomunitari, che stanno fagocitando il centro, questa zona ancora resiste, certo non è più come una volta, ma rimane pur sempre una delle poche zone dentroporta dove ci abita un certo tipo di classe sociale. Negli ultimi anni si è infittita anche la presenza di studenti; di fatto i proprietari di immobili anche qui tendono il più possibile ad affittare e a trasferirsi fuori nel verde e in soluzioni abitative indipendenti.
Laganà resiste e fa bene. Tiene alto il tenore della zona. Il negozio è lo stesso da decenni e la qualità non è mai scesa. La freschezza e la bontà dei loro prodotti è sempre altissima, ovviamente i prezzi come ho detto sono alti. Ma ne vale la pena.
Ci sono molte cose che consiglio di assaggiare:
  • Le paste. Una delle specialità è la meringa con panna (quest'ultima freschissima): morbidissime, si sciolgono in bocca. Poi consiglio la tartelletta panna e mirtilli, il millefoglie allo zabaione (zabaione freschissimo) e la piramide bicolore cioccolata zabaione.
  • Le torte: c'è un bell'assortimento in vetrina di torte pronte. Sono originali e fresche, attenzione però sono piuttosto care. Una che ho sempre preferito è la torta al cioccolato, una torta a tronco a strati con crema di cioccolato tutta decorata da scaglie di cioccolato, una botta calorica totale e un'immersione total chocolate pazzesca. Se non c'è in vetrina vale la pena ordinarla.
  • Le ciambelle: ce ne sono di due tipi. Quella classica, secca, con lo zucchero e il buco in mezzo, deliziosa fresca e se si secca un po' è squisita inzuppata nel latte e quella morbida, con glassa e uvetta.
  • Il salato: non è da meno del dolce. Pizzette e salatini. A mio avviso i salatini che prendo qui sono i più buoni di Bologna. Sono molto freschi e molto più buoni di quelli che si trovano altrove. Anche il panettone salato è da provare. Meglio ordinarlo, così è strafresco, costa € 18.
Per Natale hanno anche i panettoni artigianali e per Pasqua uova e colombe.
E' aperto fino alle 20 e anche la domenica mattina fino alle 12. Non fa apertura notturna.
Della serie, andateci.

Aggiornamento 23 gennaio 2008
Per Carnevale a Bologna si mangiano le sfrappole. Sono andata da Laganà e ne ho comprate due etti (€ 3 all'etto); sono rimasta molto delusa. Mi aspettavo la solita qualità invece...le ho trovate dure, unte, sopratutto pesanti. Le sfrappole devono essere leggere, asciutte. Forse queste erano già vecchie e forse (essendo loro siciliani) non le sanno fare molto bene, tant'è che anche le chiamano "frappe" sul cartellino esposto, quando si sa a Bologna sono da sempre le SFRAPPOLE. Non vi consiglio di comperarle qui, ci sono sicuramente decine di panifici o pasticcerie che le sanno fare meglio.
Ho preso anche un etto di baci di dama: anche questi erano troppo pesanti e purtroppo non freschi. Il burro abbondante (troppo) con cui erano fatti sapeva già di vecchio.
Peccato per questi due autogol.
Carnevale a Bologna si mangiano le sfrappole. Sono andata da Laganà e ne ho comprate due etti (€ 3 all'etto); sono rimasta molto delusa. Mi aspettavo la solita qualità invece...le ho trovate dure, unte, sopratutto pesanti. Le sfrappole devono essere leggere, asciutte. Forse queste erano già vecchie e forse (essendo loro siciliani) non le sanno fare molto bene, tant'è che anche le chiamano "frappe" sul cartellino esposto, quando si sa a Bologna sono da sempre le SFRAPPOLE. Non vi consiglio di comperarle qui, ci sono sicuramente decine di panifici o pasticcerie che le sanno fare meglio.
Ho preso anche un etto di baci di dama: anche questi erano troppo pesanti e purtroppo non freschi. Il burro abbondante (troppo) con cui erano fatti sapeva già di vecchio.
Peccato per questi due autogol.

1 novembre 2008

Ristorante pizzeria NaturaSì - Bologna

Dove: via Po 3 - Bologna
Pro: parcheggio, locale carino
Contro: troppi camerieri
Da provare: tempura
Un'esperienza davvero..."faticosa".
Eh già, vi immaginate di essere presi continuamente d'assalto da più camerieri dal primo momento che entrate fino a che non ve ne andate? In questo locale ho dovuto sopratutto digerire gli asfissianti camerieri, ridondanti rispetto alle dimensioni del locale, tanto da sovrapporsi l'un con l'altro.
Ma partiamo dall'inizio...in via Po, di fianco al supermercato omonimo, c'è questo ristorante pizzeria, specializzato in cucina biologica. Non so se è esattamente così, sicuramente tra i piatti spiccano preparazioni vegetariane.
Il locale è carino, non molto grande, a due piani. Un piano terra con circa una decina di tavoli più un bancone bar e forno per le pizze (la cucina non è a vista) e un secondo piano, separato da una scala, dove c'è un ulteriore saletta (quando sono andata io era affittata per una festa di bambini...immaginate il caos...fortuna erano al piano sopra) e la toilette. Il locale è in stile moderno, con legno e acciaio e grandi vetrate alle pareti.
Appena entrati immediatamente un cameriere ci cattura e ci consegna ad un tavolo. Ordiniamo. Pochi minuti dopo un secondo cameriere, pur presente in sala già da prima, si presenta per chiedere l'ordinazione. Meravigliati ribadiamo che abbiamo già ordinato. Finalmente arrivano i piatti. Da questo momento in poi ogni 5/10 minuti saremo disturbati da un turn over di camerieri diversi che chiederanno da" va tutto bene?" a "volete ancora qualcos'altro?". Al termine della cena eravamo piuttosto seccati; siamo stati troppo disturbati. C'erano troppi camerieri, tant'è che facevano persino capannello a chiacchierare!
Riguardo alla nostra cena, purtroppo poco goduta, consiglio su tutto la tempura di verdure in salsa di soia e olio extravergine. La tempura è una frittura leggerissima, alla giapponese, era strepitosa, friabile, gustosissima. E' venduto come antipasto, ma riempie come un secondo. Questa tempura da sola vale il locale.
Le pizze: nel mio caso ho scelto una pizza bianca rucola e bresaola, discreta, senza infamia nè lode, un po' secca però.
Consiglio di provarlo come ristorante, sopratutto per la tempura.
Prezzi medi, chiuso domenica. Non serve prenotare.

28 ottobre 2008

La bottega del babà - Barletta (BT)

In centro a Barletta, precisamente in via Nazareth 52, c'è questa pasticceria un po' sui generis, in quanto è più un asporto di dolci che una pasticceria, con enormi babà (che a me personalmente non piacciono) e altre grandi e sfiziose leccornie dolci.
In agosto era aperta anche a mezzanotte, non so in inverno. E' gestita da napoletani. Ho assaggiato un profiterol con panna (2 €), e 1 rotella con ricotta e Nutella. Discreti, abbondanti, una botta di calorie; un po' troppo pesanti però. Oltre ai babà hanno tutti i dolci tipici napoletani come sfogliatelle, e tanto altro in abbondanti porzioni. Fanno anche il biscotto dello studente.
Non resterete stupiti per la bontà, ma un posto curioso, da provare.

22 ottobre 2008

Caffè con vista - Barletta (BT)

Ciò che si intravede nella foto è proprio il Duomo di Barletta (Basilica di S. Maria Maggiore, questo il suo nome corretto): quale nome più consono si poteva trovare a questo caffè!
E' un assolato pomeriggio agostano e vige il rito della siesta, tutto è come morto. Anche il Caffè con vista, che dopocena diventa così pieno da essere il locale più frequentato della cittadina... guardate com'è alle 14...desolatamente deserto.
Avevo fame, ero appena tornata dalla faticosa visita a Canne della Battaglia (se siete in zona fateci un salto, è abbastanza interessante, sopratutto l'Antiquarium) e tra l'altro dalla collina degli scavi si vede un paesaggio strepitoso delle Murge.

Insomma volevo mangiare un tramezzino o mi sarei accontentata di un tè freddo e brioche, insomma qualcosa da addentare. Sebbene in pieno centro, questa è una della poche caffetterie che fa il caffè e non la brioche. Sigh. Nulla di fresco da mangiare!
All'interno il caffè con vista è un piccolo barettino, bruttino, "vivendo" quasi esclusivamente con i tavolini esterni.
Nel banco che avrebbe potuto contenere panini, paste, ecc. c'era invece solo qualche tortina confezionata (!). Così non se n'è fatto nulla e me ne sono dovuta andare.
Digiuna no, proprio non ce la facevo. Nell'ora della siesta l'unico rimedio era trovare un supermercato aperto con orario continuato...mi sono rifornita lì...
In definitiva questo è un bel posto all'aperto, abbastanza scenografico, alla moda, dove si beve solamente. Strapieno nelle sere estive.

20 ottobre 2008

Colorado Cafè - Bisceglie (BT)

Dirimpetto al teatro Garibaldi a Bisceglie c'è il Colorado Cafè.
Si chiama Cafè, ma in realtà è un barazzo. Di quei bar-drogheria (io li chiamo così), forse un ex negozietto dove oltre al bancone in alluminio del bar, trovi il frigo gelati, gli scaffali con snack secchi, bibite e caramelle, dove si sorseggia il caffè rigorosamente in piedi, stretti. Mancava il flipper ed avevamo fatto l'ein plein.
Io qui non ho consumato nulla; ma allora - vi chiederete - perché lo citi?
Perché questo è l'unico Internet Point di tutta Bisceglie. Aperto. E può essere utile saperlo nel caso vi rechiate là.
Avendo io in quei giorni d'agosto urgentemente bisogno di Internet e nonostante soggiornassi nel miglior albergo della cittadina, il Nicotel Bisceglie, il quale ne era sprovvisto (e se ne era sprovvisto lui, figuriamoci gli altri alberghi...) ho dovuto arrabattarmi a trovare un diavolo di collegamento Internet. E l'ho trovato solamente al Colorado Cafè.
Internet point è una parola grossa...in realtà la situazione era questa: un tavolaccio nel magazzino sul retro con un pc con connessione Adsl, ma schermo rigorosamente ancora tfr, accanto alla toilette, fra scope e mocio Vileda con il viavai delle bariste che prendevano scatole. Disturbo continuo e situazione a dir poco disagevole. Ho resistito giusto il tempo che mi serviva.
Il costo? € 1 l'ora, previa presentazione di un documento.
Questa è la triste situazione della diffusione di Internet nel sud Italia, assente negli alberghi, introvabile in città. Sappiatelo e premunitevi di conseguenza.

Pasticceria Desirè - Bisceglie (BT)

Nel centro di Bisceglie, sulla piazza principale, c'è questa pasticceria (anche gelateria) dove ho assaggiato il sospiretto. E' il sospiro in forma mignon, specialità tipica di Bisceglie. Qui il sospiro tradizionale, quello grande, non ce l'hanno, chissà perché. Per assaggiare quest'ultimo consiglio sulla stessa piazza l'ottimo Caffè Cova.
Il sospiretto qui (anche nella versione rosa e gialla) costa € 0,50, è fresco, ma si mangia in un sol boccone. Fanno anche gelati. Fuori hanno qualche tavolino in plastica per sedersi.

Pasticceria San Pietro - Bisceglie (BT)

Pasticceria piuttosto grande in Via G. di Vittorio, 84, periferia di Bisceglie. Sono forti sopratutto sulle torte semifreddo (d'estate), con una vetrinetta molto fornita. Banco di pasticceria poco fornito. Alcuni pasticcini, alla sera paste praticamente inesistenti. Fanno anche i sospiri.
Quello che ho preso io, in foto, era abbastanza buono.


19 ottobre 2008

Caffè Cova - Bisceglie (BT)

A questa pasticceria devo dare un buon giudizio.
Ho mangiato in molti locali sia del barese che del tarantino e non riesco mai a smentirmi: nel barese si mangia bene e a buon prezzo (dal ristorante allo street food); nel tarantino si mangia male e a caro prezzo (dal ristorante allo street food).
Al Caffè Cova, così frequentato, la freschezza e la bontà delle paste non fa difetto. Consiglio il sospiro gigante (anche rosa e giallo) fresco e morbido; i savoiardi casalinghi con Nutella e i croccantini di mandorle ricoperti di cioccolato fondente.
Dato che qui i gelati sono più gettonati delle paste ho voluto prenderne uno, ma non perché fosse eccezionale, anzi. Ho trovato la pasticceria molto migliore, ma perché (col tempo e con il girare l'ho capito) in Puglia le gelaterie sono poche (ad es. rispetto a Bologna dove ce n'è una ad ogni angolo) quindi la domanda si concentra perché l'offerta è scarsa.
I gelati sono dei bei coni grandi, con scelta di intingere il cono nella granella di mandorle. Ciò rende gustoso un gelato un po' anonimo, acquoso, ma leggero.
Il caffè cova non ha tavolini all'aperto per sedersi, ma pochi metri più in là si può sostare sulle panchine della bella piazza Vittorio Emanuele. Siediti qui, all'ombra, ad assaggiare un gelato verso le 14/15 di un pomeriggio d'estate, quando in Puglia vige l'ora della siesta e la piazza sarà deserta e mai ti potrai godere Bisceglie come in quei momenti.

Cremeria Vienna - Taranto

Questa è la più nota e frequentata gelateria di Taranto, vista la posizione (sulla pedonalizzata d'Aquino) e visto quanto è frequentata. Di fatto è la migliore gelateria che c'è in città; la gelateria a fianco (ci ho mangiato un gelato anche lì) è imparagonabile, gelati pessimi.
La Cremeria Vienna è un franchising e ha anche altre sedi, in Italia sopratutto in Puglia e all'estero sopratutto in Grecia.
Da provare le coppe speciali, 3 gusti € 1,50 con in regalo la coppettina in plastica trasparente, che a casa può essere sempre utile.
Ho assaggiato i due gusti storici: il Vienna e il nocciola, discreti e il profiterol nero sicuramente il più meritorio, ottimo e cremoso senza essere pesante.
Espone tavolini all'aperto sempre pieni, d'estate chiude alle 00.30.

Caffè Italiano - Taranto

Anche se non vuoi a Taranto capiti sempre lì, in via D'Acquino. Del resto se vuoi un po' rifarti l'occhio dal degrado della città non c'è molto altro, oltre il lungomare. Al numero 86/e c'è l'altra grande pasticceria gelateria aperta anche alla sera e coi tavolini all'aperto, molto frequentata (dopo la chiusura della Cremeria Vienna) rimane solo quella per sbocconcellare qualcosa di dolce.
Ho provato la pasticceria qui. Ho acquistato 4/5 paste, pagando anche molto. In una sola parola: orribili. Dire pessime è dire poco. Unte bisunte, ma contemporaneamente insapori, burrose al limite dello stomachevole. Poche volte ho mangiato paste così cattive. A onor del vero, per equità, ci sono un paio di pasticcerie che fanno paste così anche a Bologna...
I prezzi? Un sospiro glassato (€ 1,50); a Bologna una pasta costa mediamente € 0,90, ma è una pasta; al Caffè Italiano un pasticcino (in Puglia chiamato mignon e che noi vendiamo ad etti) € 0,60!
Non so come si beve il caffè, ma la pasticceria è davvero sconsigliata e il salato, sullo stesso bancone, aveva un aspetto davvero poco invitante (tranci di pizza vecchi e secchi).

16 ottobre 2008

Bobby's pub - Bologna

Saranno stati almeno 10 anni che non mettevo più piede al Bobby's pub, in via Murri, di fianco allo Sterlino. Ritornandoci venerdì scorso mi sono rifatta un'idea.
Il Bobby's pub è uno dei pub più longevi di Bologna e non è mai cambiato, arredamento ed insegna compresi, tranne la gestione, che da quanto ne so si è avvicendata nel 2006.
Assieme all'Amadeus (dove ho mangiato male però), è un punto di riferimento della zona. Sempre piuttosto frequentato senza essere mai pieno, tranquillo, capiente. Ha due verande, la prima piccola, un telone in plastica sulla via Murri, piuttosto bruttina, la seconda è bella, in legno coi tavoloni, sulla laterale per lo Sterlino. A parte l'aria un po' viziata a fine serata (abbiamo dovuto aprire un finestrone) devo dire che si sta bene, si chiacchiera senza disturbi eccessivi.
Andandoci verso l'1 e mezza come ho fatto io, si trova anche parcheggio lì davanti (attenzione a non fare la preferenziale sulla Murri verso porta! La telecamera è accesa 24 ore su 24!).
Ha una notevole carta di bevande, molti cocktail pre e post dinner, sopratutto alcolici. Anche birre. Gli analcolici sono pochi, così come tè o cioccolate in tazza, inesistenti (non è una caffetteria ok , anche se ci sono altri pub, come l'Auld Dubliner che hanno una carta di cioccolateria e tè strepitosa, che nemmeno le migliori caffetterie hanno...). Da mangiare ho visto poca roba, qualcosa di stuzzicheria, mi sembra più predisposto per bere che per mangiare, visto la preponderanza assoluta sul menù delle bevande.
Causa auto (io non bevo quando devo guidare) ho dovuto prendere una Fanta Lemon alla spina. I prezzi sono onesti, un grande bicchiere con ghiaccio di Fanta (o Coca) € 2,70. Possibilità di scegliere anche formati più grandi (alla spina) non aumentando di molto il prezzo.
In definitiva un buon pub tradizionale con vasta scelta di drink, ottimo per parlare in un'atmosfera informale. Età mista.

14 ottobre 2008

Sala Paradiso - San Lazzaro di Savena (BO)

...ciò che faccio per le amiche, mai lo farei per un uomo...
Premetto che i balli e la musica latino-americani non mi piacciono affatto. E non li so ballare. Una mia amica invece ne è appassionata. Così venerdì scorso mi ha invitata a raggiungerla alla Sala Paradiso. L'avevo già sentita nominare. Oddio - penso - è una balera. Ed effettivamente...è così!
La sala Paradiso si trova a San Lazzaro, via Bellaria 7, confina con il circolo Arci anziani. Ed infatti questa sala (perché effettivamente proprio di sala parliamo, grande, con un bar point e un'altra piccola salettina adiacente) è stata adibita ad uso e consumo degli anziani (liscio il sabato sera e la domenica).
E il venerdì? Il venerdì sera è esclusivamente latino-americano. Vengono un po' da tutta la regione per ballare questa musica. Adepti e dilettanti, di tutte le età dai 25 ai 60 (no giovanissimi e anziani). La sala quindi si riempie, abbastanza fittamente sin dalle 22. Nonostante ci sia un grande parcheggio doppio, tra il centro anziani e la sala paradiso trovare parcheggio verso le 23 è allucinante. Salvo poi cominciare a svuotarsi già verso l'1.
La sala Paradiso ha un grande spazio solo per ballare, e molti tavoli in cui ci si può sedere liberamente.
Peccato non faccia mai commerciale, ci si divertirebbe.
Il costo d'entrata è € 5 senza consumazione e senza l'obbligo di fare la tessera Arci.

12 ottobre 2008

Esclamo Cafè - Crespellano (BO)

Aggiornamento autunno 2010
Il locale è stato chiuso.

Ieri sera sono andata a ballare con un'amica in questo locale un po' fuori mano. Se devo dargli un giudizio netto non riesco, ha lati positivi e lati negativi. E quelli negativi non sono voluti, derivano dall'arredamento un po' "buttato lì" e dalla mancanza di pubblico sufficiente a dare vivacità al locale. Questa mancanza di pubblico secondo me è dovuta a due fattori: la collocazione del locale, in una zona di capannoni commerciali fuori Bologna e dal fatto che se non ceni, devi pagare per entrare (€ 8 con consumazione obbligatoria). Sicuramente se fosse free entry, almeno per le donne, si riempirebbe molto di più.
Non è un brutto posto, assolutamente, ma con spazi vuoti, che non danno l'idea del compiuto.
E' a Crespellano, un po' come il Let's go Pepper fa formula cena + ingresso e post cena parte la discoteca ad € 25. Ma certo il let's go pepper è molto più carino, più grande, meglio strutturato.
Una cosa che ho trovato scorretta è che mentre sul loro sito oltre alla cena viene menzionata la possibilità di cenare al pub (leggi elenco piadine, ecc.), questo non è assolutamente vero. La stuzzicheria non è prevista. O ceni o entri dopo le 22.30 con consumazione obbligatoria ad € 8.
Il locale non è tanto grande, considera che è una "sala mostra" di un capannone, quindi totalmente rettangolare: all'entrata uno spazio non arredato che come dicevo da senso di svuotamento, poi i tavoli, non tanti, una ventina, sopratutto tavoloni, alcuni divani (uno carino a forma di labbra), la consolle messa di fronte ai tavoli, una pista che non c'è, ma è ricavata nello spazio tra i tavoli e la consolle. Il bar in fondo, che accumula gente, ma doveva essere il contrario. Doveva essere messo all'entrata, così da dare un tocco di presenza. Il bar è carino, ma di fianco c'è un enorme altro spazio vuoto con un frigo bar (!) accanto ai bagni e ad un guardaroba (che doveva essere posizionato all'entrata!). Alcune tende bordeaux trasparenti sono messi a mò di drappeggio sul soffitto e a chiudere le grandi vetrate, per separarle dall'esterno non proprio piacevole.
La musica? Nota positivissima! Quella è molto bella. Commerciale e vecchi successi. Il sabato, consigliatissimo per ballare. Dj Ivo Morini, che è al venerdì e domenica anche al Fresco.
Personalmente lo consiglio per ballare, al sabato. Solo per ballare, vista la poca gente che c'è.
Un locale non del tutto riuscito, che con piccolo accorgimenti secondo me ne guadagnerebbe in pubblico ed estetica.

8 ottobre 2008

Pizzeria Aragonese - Taranto

Come ho già detto in altri post, a Taranto aperti di sera ci sono pochi locali e tutti in due o tre strade, la pedonalizzata via d'Aquino e Corso dei due mari, appena oltrepassato il ponte girevole.
Questa è una pizzeria molto frequentata, una delle pochissime, se non l'unica ad essere aperta fino all'1 di notte.
L'interno è gradevole, tipico da pizzeria, sui toni caldi del legno, giallo e rosso. Muri a stucco arancione, applique alle pareti e tendine da trattoria.

Il servizio è veloce, le pizze arrivano immediatamente, anche se il coperto lascia un po' a desiderare. Sul menù ci sono alcune pizze originali, decido così di prendere la Pizza Aragonese, attirata dalla dicitura pizza a barchetta. Mi chiedo cosa potrebbe essere, credendo fosse una pizza a forma di barchetta, aperta quindi, ma con gli angoli sollevati...nel dubbio la ordino: beh...è soltanto un calzone! Ma che barchetta! Le barche non sono richiuse! Ancora oggi non ho capito se al sud si chiama a barchetta il calzone, o se era un modo un po' troppo fantasioso per invogliarti a chiedere un calzone spacciandolo per qualcosa di nuovo.

In ogni caso il calzone non era male, nulla di trascendentale, diciamolo, ma discreto.
Ciò che invece era quasi immangiabile era la Pizza stracciatella (con al posto della mozzarella, la stracciatella di latte). Ce ne avevano messa una valanga, con tutto il suo latte! Un pastroccio.
Il totale per due pizze, 1 litro d'acqua, 1 coca e due coperti (2 euro l'uno nonostante fossero inesistenti) € 23.
Il consiglio: se avete voglia di due pizze e non c'è altro aperto.

7 ottobre 2008

Hawana pub - Bologna

Chissà da quanti anni c'è questo pub in via B. Marcello, angolo via Carissimi. E' sempre uguale: ci andai qualche anno fa a bere qualcosa come dopocena e non mi entusiasmò, ma nemmeno mi esaltò; ci sono ritornata venerdì scorso per un aperitivo con un'amica e sono rimasta piuttosto delusa.
Ma non per l'arredamento: quello non è male, il locale è piccolo, tutto in legno, con una piccola alzatina (tre scalini) dove si sono 4 tavoli. Il menù, fatto a forma di carte da gioco, offre sopratutto da bere e degli stuzzichini tipici di un pub, ma non tantissimo da mangiare.
Tutti si attrezzano per l'aperitivo, questo pub (rigorosamente) no. Non è il fatto di scordarsi di tartine e pizzette o insalata di riso; è che non ci si può scordare anche delle cose più classiche e al contempo banali come arachidi, patatine, olive, salatini. E allora cosa danno? ahia...a noi ci hanno portato un contenitore in pet riciclato da una confezione di biscotti o qualcos'altro (!) in cui avevano messo un po' di salsa piccante confezionata e qualche chips di mais. Abbinato ad un Bellini...(ordinato prima ovviamente), mmm....una combinazione...ma le libagioni non è che fossero migliori! Io ho ordinato un Bellini (spumante + succo di pesca) che ho lasciato lì da quanto era mediocre: provate a sorseggiare un bellini fatto con vino bianco secco scadente e poi ditemi. Come se non bastasse abbinato a salsa piccante e chips di mais. A me ha chiuso lo stomaco anziché aprirlo.
Alla mia amica non è andata meglio, aveva ordinato un cocktail analcolico, mi ha detto che sembrava una caramella tanto era zuccherato.
Insomma andare all'Hawana pub e ordinare l'aperitivo o un cocktail, dopo la nostra esperienza, è a vostro rischio e pericolo. Bevete una birra confezionata o una Coca cola, forse è meglio.

3 ottobre 2008

Sagra della girandola - Manduria (TA)

22 agosto 2008


Questa è sicuramente la prima sagra in cui ho pagato per entrare! Ben 3 euro a testa! Ma non è che in seguito gli assaggi sono gratuiti...no no... si pagano anch'essi! E non poco.
Siamo a Manduria, a metà strada tra Taranto e Lecce, lontano dal mare, nella Puglia di terra.
Perché si chiama sagra della girandola? Boh!
Organizzata da privati nel parco archeologico della cittadina, è una "sagra" per modo di dire: tre postazioni servono l'una carne alla brace (salsiccia + capocollo di martina franca), un'altra una frittura di pesce, l'ultima cicchetti di Primitivo di Manduria (il forte rosso di cui Manduria è capoluogo del distretto vinicolo omonimo). Prezzo fisso € 6 a piattino. Il tutto contornato da giocolieri vari, per me di nessun interesse, in quanto ero andata solo per mangiare. Questi artisti di strada erano stati assoldati per dare una pseudo giustificazione al costo del biglietto d'entrata, ma erano ben poco godibili, invisibili dai capannelli di gente davanti.


Il primitivo, adatto agli arrosti e alla selvaggina, non c'azzeccava molto con la frittura di pesce, così ho preferito assaggiare la carne. La porzione era scarsina, come si può vedere.

Una sagra triste, organizzata a scopo di lucro, con questi fari e alcuni artisti di strada sparpagliati in questo campo. L'atmosfera dei "clown" di Fellini: quella malinconia sulle facce truccate dei pagliacci.
Mangi e te ne vai, altro non c'è. Nota positiva: si mangiava abbastanza bene.
Sono stata una delle prime ad uscire, mentre una lunga fila di persone ancora doveva entrare. Una signora mi si rivolge chiedendomi perplessa: "Bisogna pagare, ma ne vale la pena?" Schiettamente, come da mio solito, le dico no. E lei se ne va.

2 ottobre 2008

Hotel ristorante Nicotel Bisceglie - Bisceglie (BT)

Questo è il miglior albergo di Bisceglie. Di fatto è così perché non c'è molto altro che la cittadina offra a livello alberghiero. Imperdibile la vista sul mare dalle Junior suite e i secondi del ristorante. Perdibile il garage-alveare, la distanza dal mare, le stesse junior suite tutte comunicanti (devi essere molto fortunato che non ci sia nessuno nella camera attigua altrimenti dimentica di essere "solo"...), il personale della reception.
Il ristorante è un'ottima ciambella senza il buco. E' possibile che dalla cucina arrivino primi mediocri e secondi strepitosi? Sì è possibile...
Ho cenato qui diverse volte nel mio soggiorno estivo in Puglia e non è stata una coincidenza. Tanto sono dozzinali i primi, quanto squisiti i secondi, carne o pesce non importa. Quindi se ci andate il mio consiglio è di perdere i primi e concentrarsi decisamente sui secondi: i quali sono assolutamente di alto livello. E con alto livello intendo la qualità della materia prima e la preparazione. Il cuoco dev'essere davvero forte sui secondi e poco specializzato sui primi. I primi di pasta sono poco saporiti, il sugo non ben amalgamato, quelli con sugo di verdure invece meritano di più grazie ai gustosi ortaggi. Il pesce è sempre fresco, ben preparato, ben servito. Questo te lo aspetti in una cittadina marittima, ciò che colpisce viceversa sono le carni. Grandi porzioni, di cottura perfetta, di ottimo gusto. Annovero le carni e il pesce che ho assaggiato qui tra la rosa dei migliori. Il menù non è troppo variato, ma consigliatissimi rimangono l'orata (esemplari enormi) e la tagliata di manzo (cotta a puntino, succulenta, abbondantissima).
Tutto questo anche in mezza pensione. Il prezzo agli esterni è medio coi primi che si aggirano dai 6 agli 8 euro e i secondi dagli 8 ai 10 euro circa. Dimenticavo i dolci: discreti.

28 settembre 2008

La Casona tutti fritti - San Giovanni in Persiceto (Bo)

Dove: via Bologna 114/b - San Giovanni in Persiceto (Bo)
Pro: parcheggio
Contro: ambiente non ben definito e caotico, menù coi prezzi solo all'entrata, costi aggiuntivi inaspettati
Più che la Casona tutti fritti potremmo dire...la Casona: siamo fritti!
Ho cenato ieri sera in questa "casona", effettivamente non so come altro potrei chiamarla: se fosse una trattoria sarebbe troppo grande; se fosse un ristorante troppo informale, assomiglia più ad un arci, a un cral, a un dopolavoro. E' molto caotico l'ambiente, troppo rumoroso, è ideale per i gruppi.
Ciò che mi ha stizzito di questo posto, non è tanto l'ambiente o la cucina che è discreta, seppur monotona (solo crescentine e tigelle e 1 primo piatto); bensì la "disinvoltura" con la quale sono riusciti ad appiopparmi dei costi aggiuntivi sul conto finale senza che io me ne accorgessi. E vi assicuro, sono ben allenata a non farmi fregare...eppure....ce l'hanno fatta lo stesso, complice, il cameriere simpaticone che si offre di portarti un po' di tutto e l'ambiente che non invita a essere troppo esigenti.
Spiego nei particolari ciò che intendo: all'entrata c'è il menù, ma complice la porta che si apre e si chiude in continuazione, la poca luce e la convinzione poi di ritrovarlo sul tavolo non lo leggi. Poi ti siedi al tavolo e arriva questo "simpaticone" (sicuramente allenato) che alla richiesta del menù ti dice che il menù è lui e "si fa a voce". Accondiscendo (sbagliando) e lui propone il menù casona spiegando brevemente che si tratta di un misto di tigelle e crescentine con affettati, sottoli, e quant'altro di solito ti aspetti con tigelle e crescentine. Ti aspetti la ciotolina di stracchino? Sì, anche perché in qualunque altro posto tu sia andato a mangiare crescentine te l'hanno sempre portata compresa nel prezzo. Il simpaticone, fervido di mestiere, rilancia : allora ragazzi c'è anche uno stufatino di fagioli, un frittino misto alla bolognese...insomma sì - il menù casona. Chiunque, dico chiunque, capirebbe che è un forfait. E, ovviamente, il non portarti il menù fa sempre parte della strategia.

Arriva questa tavolata di roba, abbondante per l'amor di Dio, ma assolutamente ridondante per due persone. Ecco! Quelle portate in più, mai richieste consapevolmente, come lo stufato di fagioli, il fritto misto, ( e lo stracchino) non servivano affatto per sfamare due persone, ma solo per accrescere il conto...infatti sono stati contabilizzati in aggiunta, solo alla fine si scopre che non facevano parte integrante del menù.
Lo scontrino parla chiaro...c'è il menù casona a 10 € a testa, il formaggio a € 2,50 (il famoso stracchino che ti aspettavi compreso e che non avresti mai ordinato sapendo di pagarlo a parte) , le varie cucina a € 7 che corrispondono allo stufato di fagioli (una ciotolina di tre micropezzi di salsiccia con pochi fagioli, quindi carissimo e che non avresti mai preso) e poi il fritto misto a € 3,50 (che non avresti preso...e 3).
Ovviamente ho dovuto farmi la doggy bag...La cucina? C'è solo quello che ho preso io e il tutto era così salato che a distanza di ore bevevo e bevevo acqua.
Una cosa è certa, loro mi hanno cavato dalle tasche a mia insaputa 13 euro, ma hanno perso per sempre una cliente.

26 settembre 2008

Hotel ristorante Masseria Chiancone Torricella - Martina Franca (TA)

Ho soggiornato in questa masseria qualche notte e ho cenato alcune sere nel suo ristorante.
Devo dire che purtroppo mi ha lasciato un po' delusa. Mi aspettavo più abbondanza nella scelta e nelle porzioni.
La sala ristorante all'interno è carina, rustica, ricavata nel tipico ambiente della masseria, con soffitti a volta e muri grezzi. L'ambiente è tranquillo, le luci sono soffuse e ciò rende l'atmosfera discretamente intima ed elegante. Proprio per questo ci si aspetterebbe molto di più dalla cucina.
Bisogna sapere che questa masseria è situata nella Valle D'Itria, a qualche km da Martina Franca, in uno dei punti più alti della Puglia, a circa 500 metri di altezza e quindi la temperatura è sempre 5°/6° inferiore rispetto al livello del mare. Lo staff, nonostante fosse oltre il 20 agosto, e fuori facesse meno di 20° si incaponiva ad apparecchiare fuori tutte le sere. Ho resistito la prima sera, poi basta!
Come dicevo, della cucina colpisce appunto la scarsità, un menù di due soli primi da scegliere (sempre solo piatti asciutti) e due soli secondi (o carne o pesce). Assenti buffet di verdure, antipasti e buffet di dolci. Come dessert esclusivamente o frutta o un gelato (ad un solo gusto!).
Una sera (tre sere ho cenato qui) innervosita dall'assenza di contorni di verdura ho chiesto un'insalata verde...mi hanno portato un pinzimonio di carote e sedano e rapanelli interi da sgranocchiare all'interno di una terrina con ghiaccio. Giuro veniva voglia di...
Riguardo al gelato...una sera alla richiesta di cosa volessi per dessert mi sento proporre solo un'alternativa: "Se avete solo gelato mi porti quello - dico. Che gusti ha?" La cameriera mi elenca 3 gusti (solo 3). "Vabene - mi faccia un misto di questi tre - rispondo". E lei: "No signora, solo uno". Ecco, credo che ogni commento a questo punto sia superfluo.
Il sale e l'olio erano perennemente assente dalla tavola e quindi sempre da richiedere (questa è una costante in Puglia). Sospetto lo facciano per risparmiare. Ma i risparmi non si fanno su queste piccole ed essenziali cose, sopratutto in un hotel a 4 stelle, che un po' d'arie si dà anche...
Peccato. Un po' più di generosità verso la clientela non guasterebbe.

Irish pub Saint Patrick Jazz Club - Barletta (BT)

Questo è un grande e frequentatissimo pub nel centro di Barletta, in via Cialdini 15/17.
In agosto dopo le 22.30 comincia a riempirsi a dismisura nella grande veranda scoperta davanti e nella retrostante viuzza posteriore, dove ci sono 6/7 tavolini ammassati in mezzo alla strada, divisi da essa solo da qualche pianta.
Chissà perché hanno questa mania...i gruppi li fanno accomodare davanti, con tanto di bella vista sul passeggio, spazio e circolazione d'aria; le coppie o i terzetti dietro, a morire dal caldo, schiacciati e guardati a vista - questa è stata la cosa più irritante- da un cameriere che rimane lì incessantemente senza allontanarsi mai prendendo solo le ordinazioni e passandole ad un collega. L'obiettivo è, se non si era capito, di evitare che qualcuno, dopo aver mangiato sgattaioli via senza pagare. Questa "strategia"stressa invece chi sta cenando. La sottoscritta, esasperata, ha dovuto sedersi di schiena al cameriere per poter avere un minimo di privacy.
La scelta dal menù era varia, oltre a carne ed insalatone, anche una discreta scelta di pizze cotte nel forno a legna. Raro in un pub.
Abbiamo così ordinato due pizze: 1 ciccioburrata: con burrata al pozzo della mozzarella (specialità della vicina Andria), pomodorini, olive nere e rucola e 1 parigina: con prosciutto crudo (o meglio cotto...invece che metterlo all'uscita...l'hanno messo all'entrata, cuocendolo in forno sigh!), brie, mozzarella e pomodoro.
Le pizze, a parte il prosciutto crudo "cotto" erano piuttosto buone. Peccato che l'attesa sia stata così lunga da divenire quasi snervante (oltre 40 minuti).
2 pizze farcite, 1 Harp alla spina + 1 litro d'acqua € 20.
Prezzi più alti della media a Barletta, sistemazione per le coppie molto scomoda, cameriere-guardia, ma pizze buone.

24 settembre 2008

Hotel ristorante Nicotel Gargano - Manfredonia (FG)

Persa sulla statale diretta a Manfredonia c'è questa cattedrale nel deserto, il nuovissimo Nicotel Gargano. Ho dormito qui una sola notte, in pieno agosto questo albergo era semideserto. Probabilmente più concepito per i gruppi turistici (San Giovanni Rotondo è a pochissimi chilometri) che per il turismo balneare (la spiaggia è ad almeno 4/5 km.), chi si trova a cenare qui si sente un po' "fuori posto"...Mi spiego meglio: per i gruppi hanno riservato una sala (colazione + ristorante), per i singoli viaggiatori nulla. Lo so che può sembrare assurdo, ma è così. Allora dove vengono collocati i tavoli? - vi chiederete - nella hall! Esattamente. In fondo alla hall, con vista sulla reception. I tavoli - pochi- sono disposti in questo angolo di hall (qui si cena e si fa colazione). Potete immaginare il confort...cenare con le luci al neon, i viaggiatori in transito chiedendosi in continuazione perché non venivano collocati questi tavoli nella grande sala per i gruppi, che era ampiamente capiente.
Ci sediamo, il tavolo è traballante, chiediamo al cameriere di sistemarlo. Ci prova, fa cascare un bicchiere di acqua sulla tovaglia, lascia lì la tovaglia bagnata e non risolve il problema! Complimenti all'educazione!
La cena è discreta, con quei menù classici da ristorante in mensa della stazione, dell'aeroporto.
Scegliamo una crema di patate, direi il piatto più apprezzato: non è liofilizzata. Come secondo c'è una cotoletta alla milanese, enorme, ma un po' duretta contornata dalle solite e classiche patate fritte. Dessert? Molto originale...ehm...un gelato.
Anche volendo non sarei riuscita a cenare in una hall d'albergo più di una volta.

Brew Pub - Barletta (BT)


In questo bel pub nel centro di Barletta, in via del Duomo 13, si può cenare bene in due, compreso una birra artigianale con poco più di 10 euro. Già, proprio così. E l'ambiente è decisamente carino, rustico, con il soffitto a botte, i tavoloni di legno spesso.
Come dicevo, la particolarità di questa birreria è la produzione propria di birra, sono rare le birrerie che producono birra, ad esempio a Bologna, l'unica birreria che autoproduce la birra è il Bibò, che tra l'altro, a sentire il sito Microbirrifici è stata sospesa.


Il Brew Pub produce ben 5 birre in proprio. Io ho scelto la birra al frumento, bionda, diversa, piena.
Da assaggiare le insalatone. Fresche, abbondanti. La mia era con rucola, insalata verde e rossa, ciliegine di mozzarella, il tutto accompagnato da focaccia pugliese con pomodorini.
Non puoi mancare in Puglia le bruschette pomodoro e rucola. Qui le fanno morbide e gustose.
Solo un neo, il gestore più che un pugliese sembrava un milanese: professionale, ma freddo, poco ospitale. Quel sorriso in più sarebbe stato gradito.
In definitiva un ottimo pub dove abbiamo speso per una birra artigianale, 1/2 d' acqua, un'insalatona con focaccia e la bruschetta solo € 11,30!

23 settembre 2008

Trattoria del Pescatore - Taranto

Indubbiamente un ristorante di pesce che è pieno stipato e la gente fa la fila per entrare a mangiare dopo mezzanotte colpisce...si pensa, ma che ti danno da mangiare?0ro? E' così decido, a piè sospinta dalla folla osannante, di fare la fila anche io per cenare in questa trattoria: ristorante di sera, pescheria di giorno. Chissà che pesce fresco, immagino, addirittura lo scelgono dal bancone della pescheria, lo puliscono sul posto e poi lo cucinano...!
Così anche io seguo la strana trafila che questo locale richiede: mi metto in fila davanti all'entrata e meno male che una ragazza mi avverte...guarda che per poter fare la fila devi prima essere autorizzata (aumma aumma) dal ragazzo presente in pescheria...sì avete capito bene...! si fa la fila in pescheria per poter fare la fila al ristorante... in ciò c'è qualcosa di pazzesco...oramai la mia curiosità è irrefrenabile, mi sottometto e mi reco implorante in pescheria...mi dico, o adesso o mai più, certa di non avere più intenzione di recarmi nuovamente a Taranto in futuro. Bene, attendo 1/2 ora guardando l'addetto che pulisce frutti di mare e li prepara per la cucina e poi 1/2 ora di là.

Finalmente ci fanno sedere...tutti si stanno ancora abbuffando. Bene, attendo speranzosa. Arriva un omino che con tono imperante mi propone a voce un antipasto misto. Sono un po' delusa, volevo il menù, sapere quanto costa...mah! Avendo notato che l'antipasto era particolarmente abbondante, accetto. L' antipasto di mare misto era così composto:
  • bianchetti gratinati
  • cozze gratinate
  • gamberi in salsa rosa
  • lumachine di mare
  • merluzzo fritto
Strepitoso da vedere...ma ahimè alquanto deludente da mangiare. L'appetibilità del pesce era mediocre, era fresco, ma bisogna poi saperlo anche cucinare. Probabilmente il difetto di questo ristorante è proprio questo e lo rende inesorabilmente un luogo ben al di sotto dell'osteria del pozzo. La gratinatura delle cozze le rende unte bisunte; i bianchetti dopo qualche boccata stomacano; le lumachine mi disgustano; e i gamberi in salsa rosa...oh quelli sono orribili: duri, insipidi, affogati in una salsa industriale di terza categoria. Si mangia abbastanza bene almeno il merluzzo fritto: 1 su 5...sigh...
Bah mi dico, forse nei primi sono più forti...poi vista l'abbondanza dell'antipasto mi aspetto ancora che almeno quantitativamente sia un bell'andare. Il solito omino mi propone la solita unica alternativa: come primo solo spaghetti ai frutti di mare. Irritata e con lo stomaco non tanto felice accetto sapendo che dopo non avrei ordinato nient'altro.
Sulla quantità mi sono dovuta ricredere purtroppo...era un piccolo piattino di spaghetti ai frutti di mare composti da cozze, vongole (svariate erano chiuse, sinonimo che erano non commestibili, ma un po' più di cura nel toglierle non guastava), due (e dico 2 ) gamberi. Un piatto di pasta sciatta condita da pesce altrettanto sciatto.

Un acqua, due antipasti misti, due spaghetti, € 33, proposti senza ricevuta, che io invece ho preteso.
Cucina sciatta è la parola giusta per questa trattoria-pescheria in Piazza Fontana a Taranto. Nemmeno qui sono riusciti a smentire che a Taranto si mangi male.

22 settembre 2008

Pub Joyce - Taranto

Se vuoi fare vita notturna a Taranto non c'è molto da star allegri. Verso le 24 di una sera di agosto mi reco a Taranto città convinta di trovare una discreta scelta per cibarmi. Deformazione professionale, a Bologna di pub ed osterie ce ne sono decine e decine aperte alla notte e così forse mi aspetto un po' troppo. Ma onestamente non mi aspettavo però così poco...!
Praticamente il numero definitivo di scelta si assomma a 3/4 posti...crying...tra via dei due mari e corso d'aquino...lì è il punto di ritrovo dei giovani tarantini e di qualche disperato turista che ci finisce "per forza", a causa della mancanza di alternative. Praticamente la scelta è tra una pizzeria aperta fino all'1, un pub (questo), una creperia e su corso d'aquino una pucceria che chiude verso le 23.30, due gelaterie che chiudono a mezzanotte e una pasticceria, il Caffè Italiano che rimane di più, ma fa paste orribili...
A mezzanotte e oltre l'unica chance è questo pub. il pub Joyce, un pub irlandese. Frequentatissimo, una parte interna deserta (è agosto) e quella esterna con tavolacci sul marciapiede e a ridosso della trafficata strada. Mi fermo qui, tra smog e tavoli non propriamente puliti. Due cameriere gufano chi arriva e immediatamente portano il menù. Prendiamo la classica irlandese Guinness alla spina, provo la frisa caprese (con mozzarella e pomodoro). E' un piatto tipico, mmm...penso dovrebbe essere buona. Invece è pessima e fatta per giunta con pane integrale, certo sul menù non era menzionato...avevano finito quello bianco e così hanno sostituito.


Un po' più di correttezza non guastava, bastava dirlo, ragazzi non abbiamo più pane bianco, vi porto l'integrale vi sta bene lo stesso? Non propinarlo senza avvertire, anche perché a me il pane integrale non piace. Giusto, avrei dovuto rimandarlo indietro...ma ero così affamata che nemmeno l'avevo visto di notte all'aperto e poi comunque avevo già pagato...l'usanza in questo pub è di farti pagare in anticipo, al momento dell'ordinazione...vi pare giusto? e se la roba che arriva non è quella che voglio o è avariata o c'è qualunque altra cosa che non torna? a chi mi attacco? al tram? sicuramente una libertà un po' troppo disinvolta dovuta ad una posizione "monopolista"...
Questa frisa era praticamente immangiabile, insipida, con mozzarella dura e pomodori con la buccia spessa, un disastro!
Il mio compagno si offre di sostituire la frisa con il suo crostone speck e brie, va un po' meglio ma...siamo sul cattivo anche lì. Ingredienti di scarsa qualità, panini fatti con poca cura.
Tutto questo per la "modica" cifra di € 16,50, come e più di Bologna...!
Qui abbiamo smentito in pieno che in Puglia si mangi bene e a poco prezzo dappertutto. La mia esperienza mi dice che si mangia generalmente bene e spendendo poco in tutto il barese, viceversa nel tarantino. Chi l'avrebbe mai detto?!

18 settembre 2008

Sagra dei sapori e dei saperi - Maruggio (TA)

21 agosto 2008

Proprio sopra Campomarino si trova Maruggio, un paesino carino e decentemente tenuto. Organizza una sagra davvero affollata (i pugliesi vanno molto alle sagre) con tanto di band che suona la taranta e la pizzica dove io da buona bolognese non capisco e anzi mi da anche un po' noia, ma loro sembrano coinvolgersi con un entusiasmo e una partecipazione degna del palio di Siena per i senesi.
Arrivo sul tardi, verso le 22.30, ma nessun problema, la sagra sta procedendo a gonfie vele e si mangia ancora in abbondanza. Il centro del paese è carino, allestito e illuminato per questa sagra con i prodotti gastronomici tipici locali sparpagliati un po' ovunque.


Forse un po' troppo caos per i miei gusti e sopratutto la mancanza di posti a sedere. Spesso ho avuto nostalgia della sagra emiliana, almeno non ero costretta a mangiare in piedi o su un marciapiede! Insomma due sedie si potevano predisporre.
Come si nota dalla foto, si mangia davvero per la strada.

Gli assaggi a scelta comprendono:
  • pezzuri al provolone e mortadella € 3. Già pronti dentro alcune pizzerie d'asporto, riscaldati. Una specie di calzone duro, saporito. Nulla di che.
  • pizzarieddi (orecchiette e cavatelli freschi al pomodoro e ricotta forte) € 2,50
  • polpettine di carne € 2,50
  • vino locale mezzo bicchiere € 0,50 prettamente i tipici vini marsalati della zona tra cui il forte Primitivo
  • puddichi € 1 (pane con pepe nero, cannella, chiodi di garofano), molto buono e originale
  • frutta da passeggio € 1,50 (cocomero, melone, l'uva in una terra che ne produce in abbondanza, gli immancabili fichi d'india e una stecca di carrube).
Un neo era la mancanza di qualche dolcetto tipico, o una gelateria. Di solito alle sagre c'è sempre qualche assaggio di dolce. Si poteva chiudere in bellezza no?
Al termine ce ne andiamo sfiniti, trovare i posti dove vendevano gli assaggi, mangiarli in piedi in mezzo alla folla assordati dalla taranta...beh...anche il gastronauta più convinto si stanca...
Comunque consigliato, una bella immersione nella tipicità gastronomica pugliese.