30 settembre 2010

Antica Bologna - Bologna

Dove: via d'Azeglio 98/5 - Bologna
Pro: gran buffet aperitivo, caffè insoliti e gustosi, aperto domenica
Contro: buffet aperitivo e pasticceria mediocri


Aggiornamento marzo 2012. Il locale ha cambiato gestione. Ora si chiama Louis Living Bar.

Ok, l'abbiamo capito. E' il boom dei locali "poliedrici". Si stanno moltiplicando. I bar e le pasticcerie si riconvertono. Siamo tutti schiavi dell'apericena. Complice la crisi. Mangiamo con 5-8 euro. Ah, le mode! Passerà anche questa, ma non in breve tempo, mi sa.
Un altro della categoria dei "versatili"  che punta moltissimo sull'aperitivo è il bar pasticceria Antica Bologna. Preso d'assalto dalle 19 in poi per il suo buffet ricco, è meno frequentato come bar,e ancora meno come pasticceria. 
Sfatiamo il mito che buffet alla milanese=si mangi bene. La quantità non fa rima con qualità, anche se i nostri portafogli sempre più vuoti apprezzano istintivamente in genere di spendere poco e mangiare molto (e bene, semmai). Ma realmente, si può mangiare tanto e bene con  5-8 euro?  Siamo un popolo di illusi. Ma attenzione, qui l'aperitivo non è poi così a buon mercato, dato che costa € 8. In altri posti il buffet è più ridotto, ma si spende anche di meno. 
L'ambiente di Antica Bologna è anch'esso versatile (!). All'esterno grande spazio tavolini (ma d'inverno è freddo e d'estate c'è rumore e smog), molto meglio rimanere dentro. Vetrinone con decine di torte esposte (care), all'interno banco con sgabelli e sul retro lateralmente, ingiustamente snobbata forse perchè un po' nascosta, la parte "seduta" con bagno (dietro tenda rossa - vedi foto).   
1) Aperitivo. Chiedo un Ramatonic. Non sapevano cosa fosse (!). Glielo spiego (Ramazzotti + tonica). Il buffet è in attesa sul bancone del bar. E' quello della domenica.  E' abbastanza freddo, purtroppo. La quantità c'è, ma la qualità non soddisfa. Si fa mangiare, ma è mediocre. Ci si ricorda solo del cuscus e delle crescentine mignon.
2) Caffetteria. Sempre domenica, pomeriggio. Non c'è nessuno, si sta bene, tranquilli. Il menù è corposo,con caffè insoliti. Assaggio un viennese: bella presentazione, discretamente grande. Godurioso, come in genere questi tipi di caffè. Lo accompagno con una pasta scelta dal bancone pasticceria. Uno strano strudel al cioccolato. Duro, cattivuccio, ahia. Prezzi equi.
3) Pasticceria. Qui sono dolori. L'assortimento è notevole, si ha addirittura l'imbarazzo della scelta. Purtroppo però i sapori sono da dimenticare. Assolutamente mediocri. E i prezzi eccessivi. Ci sono pasticcerie molto superiori a Bologna. 

In generale: c'è di meglio, molto di meglio.

28 settembre 2010

Cafè de Paris - Bologna

Dove: Piazza del Francia 1/c - Bologna
Pro: locale trendy da dopocena
Contro: assenza di parcheggio, buffet aperitivo inesistente, caffetteria inesistente, solo cocktail bar (non si mangia)



Locale abbastanza famoso e ricercato in pieno centro a Bologna, in piazza del Francia, a lato delle poste centrali e Piazza Minghetti. Ovviamente trovare parcheggio è pressocchè impossibile. Se riuscite in qualche modo ad andarci, magari a piedi o parcheggiando da tutt'altra parte vi ritroverete in un bel cocktail bar, trendy, dove la carta drinks è piuttosto fornita. L'ambiente è piacevole sia di giorno, nella bella vetrata serigrafata a fiori che dà l'idea di un bistrot, sia di sera, quando le luci vengono tenute basse per creare l'atmosfera da intorto, anche se la musica house in sottofondo è sparata a volume troppo alto, rendendo difficoltosa la conversazione. 
Sono stata di giorno e me ne sono andata, in quanto non avevano nulla in menù per quanto riguarda la caffetteria. Sono tornata all'ora dell'aperitivo e me ne sono andata, in quanto non c'era buffet. Sono ritornata dopocena e finalmente mi sono fermata, dato che mi bastava solo un drink. Ecco il suo limite, hanno solo da bere. Il menù tutto cocktail fa spazio solo a un 3-4 piatti "insalatari", ma io non ho mai visto mangiare nessuno lì dentro.
Gli alcolici sono in maggioranza, ma un 6-7 analcolici ci sono. Costo? € 7. Ne ho assaggiato uno al mirtillo, il Cranberry Cream. Bella presentazione, fetta d'ananas, schiumetta, ma il solito difetto, troppo dolce. Oltre ai tavolini con sedie in plastica, c'è anche uno spazio più carino, con divani, ma come si deduce dalla foto non è accessibile, lo tengono chiuso, chissà forse sperando di affittarlo. Scelta di cattivo gusto, i recinti per chi paga di più non mi sono mai piaciuti. Toilette alienante.

16 settembre 2010

BeFed Brew Pub - Trieste

Dove: V.le Miramare 285 - Trieste
Pro: bellissimo locale, buon cibo, atmosfera tranquilla, aperto tutti i giorni fino a tarda notte

C'è Trieste e c'è Miramare. Che non fa comune, ma ne è la sua periferia, ben staccata. Un viale  lunghissimo che porta dritto dritto al Castello omonimo.
Non c'è nulla, se non qualche sparuto locale, ben poco entusiasmante. Il viale è fiancheggiato da una passeggiata a mare estesa chilometri dove alberi e panchine la separano dalla trafficatissima carreggiata. Solo qualche piccolo chiosco che vende bevande. Nessuna gelateria. Nessuna edicola. Nessun fast-food. Niente. Tanto per fare un esempio, il lungomare di Rimini è il suo opposto. E per fortuna.
Se l'intenzione era quella di lasciar parlare la Natura, la trovo piuttosto contraddittoria, dato che un fiume continuo di auto dirette a Trieste centro o verso la Slovenia rendono altamente inquinato e quasi inattraversabile il viale. In realtà è un disservizio turistico.
Se ti trovi a Miramare e vuoi cenare è un problema. Più avanti, verso il castello, solo un paio di ristoranti, quello dell'hotel Miramare (chiuso alla domenica) e la trattoria all'aperto di un ostello con prezzi da locale di lusso. I pochi stabilimenti balneari, che introducono a piattaforme in cemento alle quali si ancorano scalette che si  immergono in un'acqua più fredda di quella di un lago alpino, fanno solo servizio bar e chiudono presto.
V.le Miramare zona spiaggia pubblica

Per fortuna in mezzo a questo deserto c'è un faro nella notte dell'affamato in cerca di un boccone, che voglia cenare senza per forza dover entrare a Trieste. Si chiama BeFed Brew Pub ed è un locale bellissimo, grande come una piazza d'armi. Luci soffuse verdi nel giardino esterno, entrata scenografica con i macchinari a vista per la produzione della birra, di fronte il mare. Non è un locale snob. Niente a che vedere con quei ristorantini tutto fumo e niente arrosto. 
Interno
In realtà il BeFed è un franchising, la sede legale è a Pordenone e la maggiorparte dei locali sono in Friuli.
Come dice il nome è un brew pub, cioè un pub dove viene servita birra artigianale. Ad un'ottima lager, fresca e leggera (spina piccola € 2,30) si può alternare una rossa doppio malto (stesso prezzo). Il mio consiglio è di assaggiarle entrambe. Sono pochi i brew pub in Italia, quindi approfittatene.
L'altro pezzo forte del locale, da non mancare, è il galletto alla brace con patate (taglio grosso). Cotto col sistema cirasco è molto aromatico e gustoso. E' accompagnato da salsa e una fetta di pane. Il suo costo è € 10,90 e sfama una persona.
Galletto alla brace
Ma il menù non finisce qui. Ci sono degli ottimi e freschi panini. Siamo nella terra del San Daniele e il top è "Il Suo" un morbido sandwich con il dolce crudo San Daniele, lattuga, pomodoro, salsa delicata (€ 4,90).
Peccato per la mancanza di dolci in menù (e nei dintorni neanche l'ombra di pasticcerie o simili).
Come al Roadhouse Grill, potete mangiare arachidi a volontà, "smanazzando" gratis dentro grandi botti sparse per il locale. 
Il personale forse è un po' distratto, in quanto non corre immediatamente a prendere l'ordinazione, ma non lo ritengo un male, anzi, contribuisce all'atmosfera easy del locale, caratteristica per me molto importante, che assieme all'ottimo cibo e ad un prezzo accettabile fa entrare il BeFed Trieste nella mia top list.

10 settembre 2010

Castello di Miramare - Trieste

Dove: V.le Miramare - Trieste
Pro: esterno castello, vista mare
Contro: scarsa manuntenzione del parco, parcheggio difficoltoso
Da non perdere: la mostra Il Bacio (fino al 28 settembre 2010)
Castello: esterno

Trieste, Miramare. Prima tappa del mio viaggio di avvicinamento all'Ungheria (Bologna-Trieste e poi attraversando la Slovenia, tutta comoda autostrada fino a Budapest).
Miramare non fa comune, ma è l'estrema periferia di Trieste (Viale Miramare) e ha nel Castello e nel Parco di Miramare la sua ragion d'essere. O castello di Miramar, come in origine il suo sfortunato proprietario Massimiliano d'Asburgo (morirà in Messico per mano di oppositori, dopo esserne stato dichiarato imperatore)  lo aveva intitolato in ricordo della sua passione per i paesi esotici (e lo stemma dell'ananas sparso un po' dovunque ne è la riprova). Qui viveva con la moglie, Carlotta del Belgio, che la leggenda vuole morì pazza per la morte del marito (in realtà andò fuori di testa da anziana, probabilmente per demenza senile, data la sua dipartita a ben 87 anni).
Ma il castello di Miramare per me rimarrà sempre legato al Il Bacio di Hayez. Questo meraviglioso dipinto, allegoria del Risorgimento, rappresentato dal tricolore italiano delle vesti dei due amanti che nel bacio esprimono l'unificazione d'Italia, è in mostra per il 150° dell'Unità, in doppia versione (veste azzurra - Francia e veste bianca - Italia). Orgogliosamente - pur di soppiatto -  non potevo esimermi dal fotografare la versione "bianca", sopratutto per l'emozione che sa trasmettere.  La mostra è  prorogata fino al 28 settembre, ne vale assolutamente la pena (è inclusa nel prezzo del biglietto del castello).

Il Bacio di Hayez, versione "bianca"









Passeggiata a Castello - viale alberato pedonalizzato
Il parco e il castello sono da vedere entrambi. Il parco è visitabile gratuitamente, il castello è a pagamento. Non fate l'errore di perdervi gli interni del castello, perchè sono molto più interessanti del parco. Quello che rimane interiormente al termine della visita lo lascia il castello, non il parco.
Per giungere al castello potete parcheggiare lungo il viale, inventandovi un posto e farvi la passeggiata a mare - si parla di chilometri -  oppure parcheggiare a pagamento - decisamente consigliato - in prossimità dell'entrata del castello (che comunque già prevede un breve percorso a piedi).
L'orario di chiusura è alle 19, ma molta gente indugia ancora un po' nel parco prima del tramonto,  magari perchè c'è da finire di vedere qualcosa e perchè comunque nessuno ti viene a cercare per dirti di andartene. L'ho fatto anche io, subendo all'uscita la scortesia degli addetti che mi incitavano addirittura a "correre", sbottando in malo modo. Mi ha infastidito e l'ho trovato assurdo, perchè non è giusto sentirsi addossare la responsabilità di qualcosa che loro stessi non si premurano di far rispettare.
All'entrata, il pezzo forte è il bianco ed eclettico castello, costruito dall'architetto Junker in pietra istriana. La posizione è magnifica, nella baia di Grignano. Oggi una costruzione moderna sarebbe dotata di grandi finestre cielo-terra, per godere di tale vista mozzafiato. Invece no, paradossalmente  il castello vede il mare da finestre piccole, tendate, entrando ad illuminare di spicchi d'intenso azzurro un arredamento tipicamente d'epoca, pesantissimo, con legno a profusione, specchi, quadri, suppellettili, busti, tappezzeria rossa.
La parte più particolare sono gli appartamenti di Massimiliano, tesi a riprodurre le cabine di una nave (stanze piccole, chiuse, soffocanti). La sala che ho preferito è la biblioteca. Pensate che i libri sono quelli originali, sono migliaia e in diverse lingue (anche in italiano).
Interno: la biblioteca
Il castello ebbe anche un altro ospite illustre. Infatti fu utilizzato come residenza privata dal 1930 al 1937 dal duca Amedeo di Savoia-Aosta. Il secondo piano è stato completamente stravolto e riarredato in modo funzionale secondo lo stile fascista, producendo quasi uno scempio: due ascensori, un triste bagno  da pensione ad 1 stella, illuminazione al neon, termosifoni. Tollerabile solo perchè anche quello, ora, documenta la nostra storia. Il castello fu occupato anche dagli Americani di stanza a Trieste, che lo restituirono nel 1954 (una targa all'ingresso ricorda il contributo dei soldati statunitensi per la liberazione italiana).
La parte più bella del parco: il porticciolo
La disposizione del parco non è lineare, ma un po' cervellotica e non esiste nemmeno un percorso consigliato. Attualmente il pergolato con il glicine è in fase di restauro. Nonostante l'inaccessibilità di talune parti, un'idea generale ce la si fa egregiamente.
Purtroppo il parco è tenuto molto peggio di quello che ci si aspetterebbe. Sporco, noncuranza e sopratutto la presenza di zanzare tigre introducono ad un discreto ed iniziale degrado. Dopo la visita ho avuto la brutta sorpresa di non pochi pomfi sulle gambe, che mi sono portata dietro per 3/4 giorni a venire. Preferisco pagare e godermi un parco sicuro e ben tenuto, che non pagare e farmi mangiare le gambe dalle zanzare tigre.

3 settembre 2010

I viaggi di Titti

Eccomi di ritorno dalle vacanze. In realtà sono tornata la settimana scorsa e avevo ancora ben poca voglia di rinquadrarmi nella quotidianità, compreso blog. Ma l'amore per la scrittura non poteva lasciarmi tanto a lungo. In realtà quando ero via avevo moltissima voglia di postare in tempo reale il mondo di informazioni che carpivo, ma le vacanze DEVONO rappresentare la disintossicazione da pc e da Internet, fin troppo presente ogni giorno. Altrimenti diventa dipendenza e ossessione. E poi i pensieri vanno lasciati sedimentare, defluire in modo da  creare un testo privo  minuzie, il "succo", e cioè quello che il lettore vuole davvero.
Niente mare quest'anno: nel 2008 e nel 2009 ne avevo già fatto tanto. Non ne avevo voglia. Ma un lungo viaggio a tappe tra Slovenia, Austria e sopratutto Ungheria, dove sono rimasta due settimane.
Accidenti, faticoso: cinque alberghi cambiati, tanti chilometri macinati, tre nazioni, l'inglese sempre da parlare anche con chi non lo masticava, l'assenza di giornali o tv italiane, una capitale da vedere (Budapest), un forte raffreddore preso in un bagno pubblico, abitudini da rispettare, cibi da assaggiare, attrazioni da non perdere, shopping da fare.
Insomma mi sono stancata. Ma questo è il viaggio, prendere o lasciare. Si può anche decidere di starsene  stanziali in qualche località di mare o montagna italiana: decisamente più comodo. A patto di sapere che è un'arma a doppio taglio. Tanto più rinunci all'estero, tanto più perdi la capacità di andarci. E di rimanerci quando ci sei, affrontandone le difficoltà.
E poi è un'ottima scuola per riprendere l'inglese. Quante parole mi ero dimenticata, quante ne ho imparate (vocabolarietto con sè sempre indispensabile!). Tanto da farmi decidere un corso per migliorarmi al Cilta.
Durante il viaggio, nelle mie infinite elucubrazioni mentali da iperstimolazione conoscitiva, ho deciso di arricchire questo blog. Non più solo locali, ma anche recensioni di viaggio. Per carità, non saranno, come potrebbe far supporre la banalità del nome, le solite recensioni lunghissime e infarcite di  insulsaggini personali, come a migliaia in Rete, che "personalmente" aborro. Ma avranno lo stesso modello che ho sempre usato: nome dell'attrazione; ubicazione; pro e contro; consigli; schiettezza. 
Ci provo, vediamo cosa viene fuori. Sono certa che ne trarrete buone informazioni.Naturalmente in mezzo ci sono sempre i locali a Bologna. E' che la mia vita va molto più veloce dei miei aggiornamenti ;-)