10 settembre 2010

Castello di Miramare - Trieste

Dove: V.le Miramare - Trieste
Pro: esterno castello, vista mare
Contro: scarsa manuntenzione del parco, parcheggio difficoltoso
Da non perdere: la mostra Il Bacio (fino al 28 settembre 2010)
Castello: esterno

Trieste, Miramare. Prima tappa del mio viaggio di avvicinamento all'Ungheria (Bologna-Trieste e poi attraversando la Slovenia, tutta comoda autostrada fino a Budapest).
Miramare non fa comune, ma è l'estrema periferia di Trieste (Viale Miramare) e ha nel Castello e nel Parco di Miramare la sua ragion d'essere. O castello di Miramar, come in origine il suo sfortunato proprietario Massimiliano d'Asburgo (morirà in Messico per mano di oppositori, dopo esserne stato dichiarato imperatore)  lo aveva intitolato in ricordo della sua passione per i paesi esotici (e lo stemma dell'ananas sparso un po' dovunque ne è la riprova). Qui viveva con la moglie, Carlotta del Belgio, che la leggenda vuole morì pazza per la morte del marito (in realtà andò fuori di testa da anziana, probabilmente per demenza senile, data la sua dipartita a ben 87 anni).
Ma il castello di Miramare per me rimarrà sempre legato al Il Bacio di Hayez. Questo meraviglioso dipinto, allegoria del Risorgimento, rappresentato dal tricolore italiano delle vesti dei due amanti che nel bacio esprimono l'unificazione d'Italia, è in mostra per il 150° dell'Unità, in doppia versione (veste azzurra - Francia e veste bianca - Italia). Orgogliosamente - pur di soppiatto -  non potevo esimermi dal fotografare la versione "bianca", sopratutto per l'emozione che sa trasmettere.  La mostra è  prorogata fino al 28 settembre, ne vale assolutamente la pena (è inclusa nel prezzo del biglietto del castello).

Il Bacio di Hayez, versione "bianca"









Passeggiata a Castello - viale alberato pedonalizzato
Il parco e il castello sono da vedere entrambi. Il parco è visitabile gratuitamente, il castello è a pagamento. Non fate l'errore di perdervi gli interni del castello, perchè sono molto più interessanti del parco. Quello che rimane interiormente al termine della visita lo lascia il castello, non il parco.
Per giungere al castello potete parcheggiare lungo il viale, inventandovi un posto e farvi la passeggiata a mare - si parla di chilometri -  oppure parcheggiare a pagamento - decisamente consigliato - in prossimità dell'entrata del castello (che comunque già prevede un breve percorso a piedi).
L'orario di chiusura è alle 19, ma molta gente indugia ancora un po' nel parco prima del tramonto,  magari perchè c'è da finire di vedere qualcosa e perchè comunque nessuno ti viene a cercare per dirti di andartene. L'ho fatto anche io, subendo all'uscita la scortesia degli addetti che mi incitavano addirittura a "correre", sbottando in malo modo. Mi ha infastidito e l'ho trovato assurdo, perchè non è giusto sentirsi addossare la responsabilità di qualcosa che loro stessi non si premurano di far rispettare.
All'entrata, il pezzo forte è il bianco ed eclettico castello, costruito dall'architetto Junker in pietra istriana. La posizione è magnifica, nella baia di Grignano. Oggi una costruzione moderna sarebbe dotata di grandi finestre cielo-terra, per godere di tale vista mozzafiato. Invece no, paradossalmente  il castello vede il mare da finestre piccole, tendate, entrando ad illuminare di spicchi d'intenso azzurro un arredamento tipicamente d'epoca, pesantissimo, con legno a profusione, specchi, quadri, suppellettili, busti, tappezzeria rossa.
La parte più particolare sono gli appartamenti di Massimiliano, tesi a riprodurre le cabine di una nave (stanze piccole, chiuse, soffocanti). La sala che ho preferito è la biblioteca. Pensate che i libri sono quelli originali, sono migliaia e in diverse lingue (anche in italiano).
Interno: la biblioteca
Il castello ebbe anche un altro ospite illustre. Infatti fu utilizzato come residenza privata dal 1930 al 1937 dal duca Amedeo di Savoia-Aosta. Il secondo piano è stato completamente stravolto e riarredato in modo funzionale secondo lo stile fascista, producendo quasi uno scempio: due ascensori, un triste bagno  da pensione ad 1 stella, illuminazione al neon, termosifoni. Tollerabile solo perchè anche quello, ora, documenta la nostra storia. Il castello fu occupato anche dagli Americani di stanza a Trieste, che lo restituirono nel 1954 (una targa all'ingresso ricorda il contributo dei soldati statunitensi per la liberazione italiana).
La parte più bella del parco: il porticciolo
La disposizione del parco non è lineare, ma un po' cervellotica e non esiste nemmeno un percorso consigliato. Attualmente il pergolato con il glicine è in fase di restauro. Nonostante l'inaccessibilità di talune parti, un'idea generale ce la si fa egregiamente.
Purtroppo il parco è tenuto molto peggio di quello che ci si aspetterebbe. Sporco, noncuranza e sopratutto la presenza di zanzare tigre introducono ad un discreto ed iniziale degrado. Dopo la visita ho avuto la brutta sorpresa di non pochi pomfi sulle gambe, che mi sono portata dietro per 3/4 giorni a venire. Preferisco pagare e godermi un parco sicuro e ben tenuto, che non pagare e farmi mangiare le gambe dalle zanzare tigre.

1 commento:

Günther ha detto...

mi piacciono le tue recensioni perchè sempre dirette e molto precise, ho sempre volgia di andare ma non sono mai andato, mi sarei perso il castello e sarei rimasto sul giardino, grazie del consiglio