27 gennaio 2009

Panifici Leymar - Bolzano

Dove: Bolzano centro, varie sedi
Da provare: torta linzer
Pro: ampia esposizione dei prodotti in vetrina, possibilità di farsi scaldare il cibo




Il centro storico di Bolzano è tutto un fiorire di panifici/pasticcerie con banconi come questo.



Per non parlare delle caffetterie/pasticcerie con banconi ancora più ricchi.
Ma quando dico un fiorire, intendo che ogni tre passi ce n'è uno. Insomma è una tentazione continua, è poi è così easy: guardi, entri, compri. Senza dover cercare di sbirciare allungando il collo quasi furtivamente, per vedere cosa c'è, spesso striminzito dietro qualche remoto vetro all'interno del negozio. Mi innervosisce. Mettete in bella vista ciò che avete!
Ma la maggiorparte degli esercenti (alimentari e non solo) sembra non avere idea di cosa sia il marketing, concept word per definire molto semplicemente le tecniche più efficaci per organizzare la vendita nel migliore dei modi, in modo tale da attirare più clienti potenziali possibili.
Bolzano invece l'ha capito: le vetrine espongono bene cosa c'è di buono assieme ai prezzi (dettaglio molto importante).
L'atmosfera cosmopolita e la secolare tradizione mercantile della città hanno reso i commercianti molto avvezzi alla presenza dell'acquirente, svecchiando dal provincialismo del rapporto cliente-commerciante (che ritengo limitante) e fortunatamente spersonalizzandolo. In parole più semplici: si fanno i fatti loro quando entri permettendoti di scegliere e curiosare in santa pace finché non gli fai cenno.
Leymar è una catena di panifici bolzanini. Non so quanti ce ne sono esattamente Due, tre, forse quattro...a poca distanza l'uno dall'altro. Stessa vetrina; fornetto a disposizione per scaldare all'istante ciò che scegli, prodotti freschi e sfiziosi. I dolci sono il loro pezzo forte. Devo ammettere che il trancio di Linzer (crostata morbida di grano saraceno con confettura di lamponi) che ho assaggiato era ottimo.
A Bologna di quasi equivalente si potrebbe citare Redipane, bakery cafè, in Piazza Otto Agosto e in via S. Gervasio 1, laterale di Ugo Bassi, di fianco al Mercato delle Erbe.

23 gennaio 2009

Cafè Koenig - Merano (BZ)

Dove: Corso Libertà 168 - Merano (Bz)
Da provare: torta Merano, tiramisù alla castagna
Pro: ampia scelta di tranci di torta freschi, saletta interna, servizio veloce
Contro: sempre affollata la sala interna, prezzi della pralineria piuttosto alti, cioccolata in tazza con panna mediocre


Non viene l'acquolina in bocca a vedere queste belle torte? E sono già divise in tranci, pronte per essere scelte. E' questa la differenza tra pasticceria italiana e pasticceria viennese. Da noi al bancone ci sono le paste, da loro le torte. In Italia le torte le mettono in vetrina e te le devi comprare intere se vuoi assaggiarle.
Io preferisco le pasticcerie di tipo viennese, e se capiti a Merano ne trovi una storica, il fiore all'occhiello della cittadina: è il Cafè Koenig. Aperto dal 1893.
Propone una vasta scelta: biscotti e pasticcini; paste; torte di tanti tipi e un bancone di sola pralineria artigianale (€ l a pralina!).
Ha anche una saletta dove ci si può rinfrancare dal rigido clima invernale sedendosi e gustando una bevanda calda con un trancio di torta o una fetta di strudel.
E' frequentatissima a tutte le ore e capita di dover attendere per trovare posto, ma ne vale la pena, l'atmosfera è piacevole, nonostante il turn over.
Bolzano e Merano sono ricchissime di caffetterie con pasticcerie, con quell'ambiente che ricrea l'atmosfera dei caffè viennesi ottocenteschi, pur molto easy: entri, scegli la tua fetta di torta e ti siedi accanto ad una fumante tazza di cioccolata in una bella saletta (a dire il vero anche Torino ha queste belle caffetterie); da noi a Bologna purtroppo ce ne sono pochissime: o barazzi all'impiedi o pasticcerie e basta. Che peccato!
La carta del Cafè Koenig è ricca: spiccano le cioccolate in tazza, con panna o senza, in tazza grande o piccola (carina l'idea, a misura del tuo appetito), amara o classica; e poi cappuccini (anche con panna), caffè, latte macchiato, ecc. Una delle specialità da non mancare è (qui in foto) il tiramisù alla castagna.
Le cioccolate in tazza non sono trascendentali, ma i dolci ripagano!

Da non perdere anche altre specialità come la Torta Merano, alla cioccolata, fresca e quindi da consumarsi entro qualche giorno (non la vendono in tranci); lo strudel; la torta cioccolato e gianduia a strati, il tiramisù classico; la torta panna e ricotta; la torta Saint Honorè, la Linzer.
Un'imperdibile pasticceria caffetteria che soddisferà golosi e curiosi.

20 gennaio 2009

Il mercatino di Natale di Merano (BZ)

Dove: lungo Passirio
Quando: 28/11-6/1
Da provare: vin brulè alla spina, panini
Pro: ampia scelta di street food tipico, bancarelle l'una diversa dall'altra, ambulanti che non 'invitano' all'acquisto, ordine e pulizia, grande casetta chiusa e riscaldata con all'interno un'enorme varietà di decorazioni natalizie
Contro: il freddo pungente



A Merano bisogna andare d'estate: le promenade (Tappeiner e la passeggiata d'estate), i bellissimi giardini di Castel Trauttmansdorf (non visibili d'inverno), le piscine esterne delle terme, i numerosi giardini fioriti.
Però in inverno a Merano è d'obbligo fare un salto per qualcosa di unico : il mercatino di Natale. Andateci due giorni, tra l'Avvento e l'Epifania, (a differenza del Christkindlmarkt di Bolzano che chiude i battenti il 23 dicembre) e poi tornateci una settimana in estate, avrete conosciuto appieno Merano.
Il mercatino di Natale di Merano mi è piaciuto molto. Se lo dovessi definire in una parola, direi: perfetto. Sono riusciti a darmi tutto: atmosfera natalizia, ma non consumistica, approccio easy, ordine e pulizia, rispetto della tradizione altoatesina, prezzi fissi per le specialità gastronomiche, orari di apertura e chiusura rispettati al minuto.
Con approccio easy intendo che nessun commerciante mi disturbava se mi avvicinavo per guardare per indurmi a comperare (quando succede scappo) potendo così tranquillamente curiosare (questa brutta abitudine invece è molto presente al sud Italia, dove appena ti avvicini spunta immediatamente qualcuno che ti scoccia per farti acquistare qualcosa).
Non ci sono bancarelle, ma perfette casette ed ognuna è diversa dall'altra. Nessun extracomunitario, solo ambulanti locali.
Il mercatino si divide tra gastronomia locale e artigianato natalizio e non. Quello che differenzia sostanzialmente questo mercatino con gli altri mercatini natalizi sono i prezzi accessibili, la grande varietà di prodotti e il fatto che non è (sopratutto quella natalizia) cianfrusaglia, ma sono accessori carini, utilizzabili. Per il Natale è speciale una grande "casetta" chiusa e riscaldata dal lato del Passirio; si trovano meraviglie dentro!
La gastronomia però era il pezzo forte: cibi gustosissimi e caldi, pronti da mangiare. Eh sì, il mercatino diventa un piccolo villaggio take away con specialità davvero sfiziose: su tutto i punch tirolesi e il vin brulè, spillato in tazzone ad € 2,50: in gusti come la ciliegia, la mela, con rum e addirittura al pino mugo (quest'ultimo si trova solo dietro la pista di pattinaggio sul ghiaccio, in Piazza Terme).



Poi panini con speck, arrosto affumicato (con il forno medievale dove si può vedere tutto il procedimento), pane e pizza e grissini tirolesi fatti al momento (c'è un banco con panificatori e forno che lavora il pane direttamente), krapfen, gli immancabili wurstel con crauti, e poi la frutta in spedini, ricoperti di cioccolata davanti ai tuoi occhi. Poi tutte le specialità confezionate: pasticceria natalizia, mieli, formaggi, la confezione di strudel da 1/2 metro, liquori e vini, ecc.
La lista completa la trovi qui



Il Mercatino di Natale di Merano è imperdibile!

17 gennaio 2009

Ristorante pizzeria Il Moro - Bologna

Dove: via Falegnami 5 - Bologna
Pro: servizio veloce, chiude a mezzanotte (può andare bene anche come dopoteatro - Arena del Sole), menù vastissimo, buona sia la pizzeria che il ristorante
Contro: troppo rigidi nell'orario di chiusura (abbassano le luci anche se ci sono ancora dei clienti)
Da provare: primi al ragù
Una pizzeria ristorante non troppo conosciuta che fa anche delle tagliatelle al ragù alla bolognese tra le migliori della città per rapporto qualità-prezzo. Incredibile, eh?
Questo è il valore della scoperta (culinaria e non solo) a cui io continuo a credere!
Io non mangio mai prima di andare a teatro, sarebbe troppo presto. Vado sempre dopo. Come non perdo mai uno spettacolo di Vito, li ho visti sempre tutti.
Sabato scorso ho assistito a Vita e miracoli di un commesso viaggiatore, all'Arena del Sole.
Come ho già scritto in un altro post, Vito in scena non può fare a meno di cucinare qualcosa o per lo meno di citare qualche piatto bolognese.
Questa volta è stato il turno delle tagliatelle al ragù e del bollito con salsa verde. Prima dello spettacolo avevo voglia di una pizza, poi delle tagliatelle al ragù citate da Vito.
Stavolta sono stata fortunata...alle 23 esco da teatro e mi dirigo in via Falegnami 5, la prima laterale a destra di via Indipendenza. In fondo alla via c'è il ristorante pizzeria Il Moro: ancora aperto, con gente e leggendo il menù (sconfinato) appeso all'esterno, fanno anche le tagliatelle al ragù. A questo punto entro!
Per provare il locale anche come pizzeria ordiniamo due primi e una pizza divisa in due. L'ambiente è carino, accogliente, ben illuminato e colorato anche dopo le 23 (di sabato).
Servizio velocissimo (anche troppo), in men che non si dica arriva quello che volevo: le tagliatelle al ragù alla bolognese.

Il mio timore ero quella di ritrovarmi un piatto di pasta unta con ragù alla carne e pomodoro. Invece era un piatto di tagliatelle al ragù alla bolognese come Dio comanda: tagliatelle veramente fatte a mano (diseguali, quindi non di pastificio) e ragù senza pomodoro, ma di sola carne con aromi. Abbondante il ragù, generosa la porzione. Il tutto leggero, senza nulla di unto. E a soli € 7.
L'altro piatto di pasta, ravioli al ragù pasticciato, era altrettanto ottimo.
La pizza, una tarantina con olive nere, pomodorini, bufala e asparagi era molto buona. E anche qui ottimo prezzo: € 6.
La qualità della pizza l'ho sentita da tre cose: gli asparagi, che non erano duri e immangiabili come spesso capita, ma teneri e gustosi; la bufala, di ottimo sapore; la pasta della pizza, gustosa e non bruciata.Sono rimasta molto soddisfatta da questo ristorante pizzeria: il menù è vastissimo e comprende oltre le pizze e diversi tipi di calzoni, anche piatti della cucina bolognese, di pesce e mediterranea.
Il rapporto qualità-prezzo è molto valido e vorrò ritornarci per provare il "bollito con salsa verde", stranamente presente tra i secondi! Che Vito si sia ispirato proprio al menù de Il Moro?
Due primi di qualità, una buona pizza con bufala, coperto e acqua a "soli" € 24, di questi tempi...!
Chiudono a mezzanotte.

13 gennaio 2009

La Torinese - Bologna

Dove: Piazza Re Enzo 1/C
Contro: assenza di menù, saletta non riscaldata, prezzi alti, servizio approssimativo


Bologna, bei tempi andati...
Di quello che La Torinese era anni fa ora non c'è più traccia. Dopo anni in cui questo famoso bar gelateria è stato chiuso, ora ha riaperto da un po', con un'altra gestione. Sono le gestioni giuste che fanno i locali e questo me lo sono detta amaramente anche domenica scorsa, in occasione di una sosta alla saletta della caffetteria, sotto il voltone del Podestà, separata dal bar classico che è su Piazza Re Enzo.
L'insegna azzurra La Torinese campeggia ancora, la saletta è uguale, ma le cose sono cambiate. Mi ricordo da bambina quando con mia madre andavo a prendere il gelato e non potevo resistere dal fargli aggiungere la panna montata, la più buona di Bologna. Poi aprirono la saletta e andai a prendere una cioccolata in tazza: l'atmosfera era un po' retrò e intima, la saletta era ben riscaldata e le persone stavano volentieri anche per ore; i prezzi erano accettabili. Era un locale che si manteneva di classe.
Di quell'atmosfera e di quella classe ora non è rimasto nulla.
Io mi sono sentita tirata per il collo domenica.
Entrando, si viene accolti da una cameriera in tenuta da pub, jeans e felpa, non molto consona. Ci si siede, i tavolini sono sprovvisti di tovagliato, tutto viene appoggiato sul legno "nudo"e ciò non mi sembra molto igienico (io non ho visto pulire ma solo portare via le tazze e far sedere altre persone più volte).
Brandendo penna e block-notes la cameriera chiede "cosa vogliamo". Alla nostra richiesta di portarci il menù ci sentiamo rispondere: "non l'abbiamo".
Trovo davvero odioso, scorretto e di cattivo gusto non tenere il menù. Per legge non si potrebbe, il cliente ha diritto a sapere prima cosa spende. Sarebbe divertente rispondere: "mi porti le palle di toro con patate".
Mi sono chiesta effettivamente il perché di questa brutta abitudine di certi locali. Credo resista fondamentalmente per due motivi: il primo perchè si ha poco da offrire e se qualcuno dovesse chiedere qualcosa di più originale, ci si può sempre levare d'impaccio dicendogli non ce l'ho. Il secondo e più importante motivo risiede nella grezza (e gretta) convinzione di riuscire a guadagnare di più avendo una "flessibilità" di prezzi, applicandoli "ad personam".
E questo è proprio quello che è capitato a me: ho ordinato una spremuta d'arancia. In piena stagione. Mi viene servita la spremuta in un tumbler (!) al costo di € 4,50. Ovviamente l'ho saputo solo quando non potevo più tirarmi indietro, causa assenza del menù.
Assieme alle bevande viene portato e lasciato in bellavista sul tavolo anche lo scontrino. Appena avuta la spremuta chiedo un bicchiere d'acqua; nei bar di un certo livello è d'uso il bicchierino d'acqua (ad es. Zanarini). Vedo arrivare la mia acqua in un bicchierone (inadatto e riempito per metà) e assieme ad essa un secondo scontrino di 1 euro. Naaaaa...
E poi le scene di tutta quella gente che alla richiesta (sempre uguale per tutti) di che volete si mostrava imbarazzata, indecisa, timida. Alcuni "coraggiosi" hanno chiesto dei biscottini da tè, non li avevano, in compenso gli hanno portato due bignè mignon a due euro.
Last, but not least, il freddo. La saletta era riscaldata pochissimo, in una delle domeniche più fredde dell'anno. Il turnover era continuo, la gente beveva e se ne andava. Era così freddo che ho resistito una mezzoretta e sono scappata a gambe levate.

9 gennaio 2009

Seibstock, il tempio delle delicatessen - Bolzano

A Merano era chiuso, a Bolzano aperto.
Sempre nella stessa via Portici, uguale anche esteticamente (in entrambe le cittadine è questa la via dello shopping), al numero 50 non si può mancare Seibstock, un raffinato emporio a due piani di delicatessen provenienti da tutta Italia.
Il negozio è storico, molto bello e a prezzi altini, è il Peck bolzanino.
L'entrata è libera, al piano terra, oltre a due banchi di gastronomia fresca con specialità locali, si può trovare tutto il "salato": dalle salse, ai cereali, alle paste, sottoli, ecc.

Salendo una scala si arriva al piano di sopra, il reparto "dolciumi e tè". Qui la scelta è ben più vasta: tè e caffè da tutto il mondo, mieli e confetture, cioccolate, vini e liquori.

Seibstock è adatto per esplorare le chicche altoatesine; vendevano anche aceto balsamico di Modena, ma non mi pareva il caso...
Consiglio le tavolette di cioccolato, artigianali e squisite: io ho acquistato questa particolare ai fiori.

Cioccolato fondente con in superficie fiori secchi commestibili. Molto aromatica, profumata, vellutata.
Anche le confetture sono da acquistare: fare attenzione all'etichetta e preferite solo quelle prodotte in zona, come ad esempio le Seibstock: albicocche della Val Venosta; mele; lamponi o questa ai 3 frutti.

8 gennaio 2009

Mpreis, il supermercato austriaco - Sinigo (BZ)

Mpreis è un supermercato di una catena austriaca. Ma è a Sinigo, Italia...tanto per confermare quanto detto nel post precedente.
Sinigo è una frazione di Merano ed Mpreis si trova sulla statale che collega Merano a Bolzano, precisamente in via Enrico Fermi 32 (Enrico-Fermi-Str.).
Se vuoi acquistare tutti i prodotti alimentari austriaci sei nel posto giusto: hanno addirittura le palle di Mozart (i tipici cioccolatini a forma di sfera che io comperai direttamente a Vienna!). Ma aspettati di sentirti assolutamente uno straniero: qui è scritto tutto in tedesco, i commessi parlano tedesco con i clienti che sono quasi tutti tedeschi, lo scontrino è "faticosamente" bilingue (l'italiano è secondo). Mi è capitato di osservare i pochi coraggiosi italiani che entravano spauriti e non ho mai sentito tanta solidarietà con i miei connazionali come quel giorno. Quando si è all'estero ci si scansa fra italiani; in Alto Adige ci si cerca. Di sicuro un po' di italianizzazione in più non guastava.
Tornando ad Mpreis, la quasi totalità di prodotti sono importati dall'Austria. Chi fa la spesa qui (ho visto tante famiglie con bambini) continua a mangiare "alla tedesca". Che peccato, non sanno cosa si perdono a snobbare la migliore cucina del mondo, quella italiana.
Da curiosa che sono non ho potuto esimermi dall'acquistare cose che "in Italia" non si trovano, grazie anche alla "piccola" etichetta di traduzione che su ogni prodotto viene applicata per poter consentire agli italiani di capire cos'hanno in mano e come cucinarlo.
Gli scaffali più particolari sono quelli delle zuppe in busta e dello scatolame: gulash con patate, zuppa di gnocchetti di semolino; pasta in brodo con polpettine di carne...

Da non perdere anche lo scaffale degli infusi, mix introvabili e nuovi come ad esempio infuso mela e cannella e i preparati in bustine per il vin brulè che qui si beve abitualmente in inverno.

Come si sa poi la mela ha in questi luoghi il suo luogo di elezione. Le sole Val di Non e Val Venosta, con i due principali consorzi Melinda e Marlene, servono il 50% del consumo italiano. E quindi mele in tutte le desinazioni: succhi, puree, punch, mieli (di melata), ecc.


Le puree e le mousse di mela al naturale sono molto diffuse nei negozi e oltre ad essere squisite, costano particolarmente poco, un barattolone come questo da gr. 700 nemmeno 2 euro.

Infine il bancone dei wurstel. Ben diversi da quelli confezionati che troviamo nelle nostre città, si vendono generalmente a due date le dimensioni. Io ho acquistato due meraner wurst: lunghezza 20 cm. (!), sapore lievemente affumicato e molto aromatico, buccia spessa (da eliminare perché troppo dura).
Li ho accompagnati specificamente dalla birra Forst, che è originaria di queste zone e viene prodotta a Lagundo, in provincia di Bolzano. E' una birra anch'essa piuttosto aromatica che si sposa ottimamente con i wurstel tipici di Merano.

7 gennaio 2009

Lo spaccio Loacker - Auna di Sotto (BZ)

Se siete nei dintorni di Bolzano vi consiglio una tappa allo spaccio Loacker, la famosa fabbrica di wafer.
Lo sapevate che era italiana? O meglio, altoatesina di discendenza austriaca?
Purtroppo in queste zone non ci si sente in Italia. Quei doppi cartelli bilingue (dove l'italiano è scritto per secondo) e quell'esprimersi ostinatamente in tedesco ti fanno troppo spesso amaramente percepire che i rancori sono molto più profondi di quello che si crede. Ci sono ancora (ne ho avuto prova personalmente) degli antiitaliani (e non sono pochi).
Fortunatamente in città c'è cosmopolitismo, la comunità italiana è più forte e ti si rivolgono più spesso nella nostra lingua. In provincia invece ti fanno sentire straniero in patria.
La Loacker è inserita ad impatto ambientale ridotto in questa frazione di Collalbo, Auna di Sotto, a 1000 m. di altezza.
Siamo nell'altopiano del Renon, raggiungibile con una strada piena di tornanti direttamente da Bolzano città. Il Renon è bellissimo, particolare, la dolcezza del paesaggio contrasta con la possanza delle montagne. La strada si estende per 100 kmq fino a 1200 metri, è disseminata di vigneti e masi in un ambiente dove si susseguono paesini curatissimi. Quello che mi ha colpito del Renon è che è industrializzato senza quasi accorgersene; ci sono decine di fabbriche inserite nella natura che continua però a dominare incontrastata. Sapientemente qui ambiente e industria convivono alla perfezione.
Nella foto è proprio il Renon:

A pochi km. dalla Loacker, percorrendo la stessa strada, c'è lo spaccio DaunenStep, dei piumini d'oca da letto. Io ne ho uno da una decina d'anni e devo dire che sono i migliori in commercio, di qualità eccezionale. Valgono ampiamente la spesa.
Tornando alla Loacker, attenzione agli orari ristretti (si sa che da queste parti aprono e chiudono presto).
Arrivando, ci si trova l'entrata e un piccolo parcheggio.

Si accede ad una lussuosa hall, dove c'è solo una segretaria addetta al front office. Alla richiesta di dove fosse lo spaccio, mi indica di aprire due porte. Mi aspettavo una grande sala...e invece queste due ante aprivano solo un'armadio (!).

Ho acquistato svariate cose, sopratutto ciò che non ho mai visto a Bologna: wafer al cappuccino e alla mela; nocciole ricoperte di cioccolata, crema spalmabile, Ritter alla menta.
I prezzi non sono scontati, ma tutto quello che la Loacker produce c'è.
Per evidenti ragioni di golosità al momento della scrittura di questo post ho già quasi terminato le "scorte" e quindi ho solo due foto...
Questi waferini alla mela (la mela è uno dei prodotti principe dell'alto Adige) sono molto buoni, da provare se vi capitano, invece quelli al cappuccino erano così così.

Mi aspettavo molto di più dalla crema spalmabile, che non è di gran qualità (primo ingrediente lo zucchero e nocciole in percentuale del solo 13%). E' la cremina che utilizzano all'interno delle cialde wafer, solo che se assaggiata con quelle cialde in poca quantità è gustosa, al contrario a cucchiaini o sul pane non rende, risulta troppo pesante e zuccherata.

L'indirizzo esatto dello spaccio è via Gasterer 3, Auna di Sotto, Bolzano.
Nella stessa Bolzano hanno anche il loro negozio monomarca, in Piazza Domenicani 7.