24 febbraio 2009

Hotel ristorante Piccolo Mondo - Torbole sul Garda (TN)

Dove: Via Matteotti 7, Torbole sul Garda (TN)
Cat: 4*
Da provare: sorbetto alla mela
Pro: sala ristorante carina
Contro: camera standard fredda e sporca, posizione sfavorevole, hotel che sembra un tre stelle, accoglienza scostante, cattivo rapporto qualità-prezzo.

Il Garda trentino d'inverno è qualcosa di particolare: bello, ma desolato e gelido. L'estremo nord del lago più grande d'Italia, contornato dai monti, è sempre freddo, anche d'estate (io preferisco la sponda bresciana: Salò, Gardone). Questi luoghi sono ideali quindi per chi ama lago + montagna e per i surfisti, accontentati dal vento forte che spira costantemente.
La località più nota è Riva del Garda. Subito dopo Riva, a sud, c'è un gioiellino molto meno conosciuto, Torbole (che fa comune con Nago). Torbole è piccola piccola, ma ha una spiaggia comunale molto lunga, direttamente a fianco della passeggiata lungolago, che ne fa quindi un posto con fruibilità lacustre rara a trovarsi.
Il vero cruccio di Torbole è la mancanza di begli alberghi. Ci sono solo dei 3 stelle decisamente brutti e un paio di 4 stelle rimaneggiati.
Il consiglio personale è quello di stanziare a Riva (magari al bellissimo Du lac et du parc, con parco e spiaggia privata, dove soggiornai anni fa) e farsi un paio di chilometri d'auto per giungere (anche) alla spiaggia di Torbole.
Piuttosto distante dal lago, sulla statale (v. foto, vista dalla camera...proprio una welcome sight...!)

c'è un'albergo di nome Piccolo Mondo (a gestione familiare) che si da' l'arie di essere un bel 4 stelle con annessa spa. E' citato da quasi qualunque guida voi prendiate in mano (Michelin, Touring, Gambero Rosso per citare le prime che mi vengono in mente).
Io mi sono sempre fidata della Michelin (non per i ristoranti, che non ci prende, ma per gli alberghi), per la sua nomea di indipendenza . Però stavolta la cara vecchia "rossa" ha toppato. Ha classificato questo hotel ristorante con tre case, quando tre case ad altri hotel qualitativamente molto superiori pur nella stessa categoria, fa fatica a darli.
Io ho pernottato e cenato 1 notte (l'idea era di starci 3 notti) e il mattino dopo sono scappata a gambe levate! A dir la verità volevo andarmene dopo cena, ma purtroppo si era fatto già troppo tardi.
Non so se si percepisce il senso di tristezza che ho provato entrando in questo albergo osservando dalla foto il look generale dell'albergo e i dettagli dell'insegna giallognola, delle tende da ristorante alle finestre, dei balconi ingrigiti...
Questi hotel io li definisco tre stelloni rimaneggiati.

Ho pernottato in una doppia standard ed è stata una discesa agli inferi: la camera non era riscaldata, mancava il termosifone. Era sostituito da un grosso ed obsoleto condizionatore che avrebbe dovuto fungere anche da pompa di calore, il quale funzionava su richiesta ed era controllato dalla reception con temperatura massima in stanza di una ventina di gradi. In una località così gelida in pieno inverno, in camera si stava col cappottino. In bagno il termosifone c'era, ma spento! E solo su richiesta l'hanno acceso.
Altra cosa che ho trovato davvero di cattivo gusto era il bagno e la camera molto sporchi. Calcare sulle pareti della doccia e negli interstizi accumulatosi da mesi (oramai marrognolo...), capelli vari sparsi sul rivestimento e sulla mensola dello specchio, polvere sui comodini, tende e moquette non lavate da...lasciamo perdere, copriletto non certo profumato, materasso sfondo e duro.
Dimenticavo: per la "modica" cifra di € 125 in bb in bassa stagione.
La Spa: piscinetta interna fredda, piccola sala con tre sdrai e due saune.

Si fanno vanto anche del ristorante. La sala è carina, si discosta un po' dal grigiore del resto, ma questo non assolve. Per me ha solo una sufficienza risicata. Alcuni piatti erano decenti, altri poco decenti. L'unica cosa davvero gustosa era il sorbetto alla mela, una delle specialità.

La mattina dopo ero sollevata, mi sono preparata in poco tempo pur di andarmene il prima possibile, anche per l'accoglienza molto fredda fin dall'inizio che ci era stata riservata.

22 febbraio 2009

Black Fire - Bologna

Dove: via Raimondi 21/2
Da provare: birra flambè
Pro: atmosfera piacevole
Contro: la zona, buia e senza parcheggio.

Il Black fire è un pub non conosciutissimo, ma che consiglio vivamente.
Imbucato in zona Bolognina, è in via Raimondi una di quelle laterali intricate tra via Serlio e via Donato Creti. Non è facilissimo parcheggiare, sebbene in periferia, dato che i lati delle strade sono occupati dalle auto dei residenti della zona. Di notte è buio pesto, non è una bella zona, quindi se siete donne evitate di giungere a piedi da sole al locale.
Il pub è carino e easy, non troppo affollato, i tavoli e le sedie, il bancone sono tutti in legno con elementi in pietra. E' un locale ottimo anche per un incontro a due.
Il menù è quello classico da pub, ma se giungete qui non potete non ordinare la specialità della casa: la birra flambè aromatizzata alla frutta. Ce ne sono di tanti tipi, io ho preso quella alla ciliegia ed era squisita. Un mix tra il sapore della birra e il dolce della ciliegia. E' flambè perché quando viene portata al tavolo il bordo del bicchiere viene infiammato davanti ai tuoi occhi. Ovviamente dura solo qualche secondo...!
In sottofondo, c'è sempre musica hard rock, a me non ha disturbato, non era eccessivamente alta, ha creato un insieme originale.

20 febbraio 2009

Carnevale enogastronomico - Savigno (Bo)

Domenica 15 e 22 febbraio 2009

Dove: Savigno centro
Pro: la campagna circostante
Contro: Carnevale esiguo, il freddo, nulla viene offerto gratis, carri piccoli e gracchianti senza lancio di dolciumi


E' arrivato il Carnevale e la domenica e' d'uso fare qualche gita per assistere alle sfilate dei carri allegorici.
Considerando che a Savigno non ero mai stata prima d'ora e incuriosita da questa dicitura "enogastronomico", decido di farvi un salto.
Accidenti, credevo fosse più vicino a Bologna! Da casa mia, in città, sono quasi 50 km. In realtà Savigno pur ancora in provincia di Bologna è nella zona modenese, nella valle del Samoggia. Bella campagna, pulita, ariosa...sarà che io sono nata in centro a Bologna...ma il pensiero di abitare lì mi fa venire i brividi. Lontano da tutto, lontano dal mondo. A Savigno poi è particolarmente freddo, il paesino va all'ombra presto e l'inverno è gelido.
A parte queste divagazioni, quello di cui voglio parlare in realtà è di una grande bidonata. Perché non c'era nessun Carnevale enogastronomico, ma solo un piccolo e scarno Carnevale di provincia. Era quindi uno specchietto per le allodole. Si sono pubblicizzati sul sito 2torri dicendo che venivano distribuite crescentine e vino gratis per tutti. Le crescentine e il vino c'erano sì, ma a pagamento!
Solo alcune altre bancarelle sulla piazza principale del paese adornavano questo desolante evento: vendevano prodotti biologici e tigelle a caro prezzo. Tutti i negozi erano chiusi e solo due o tre minicarri gracchianti percorrevano le strade di Savigno. Una piccola folla si era riunita in un'altra piazza a sentire la Filuzzi (n.d.r. gergo bolognese che significa musica da ballo liscio).
L'unica cosa veramente interessante è stato trovare per caso il famoso ristorante Da Amerigo, aperto dal 1934, leggere il suo interessante menù e curiosare la vetrina della bottega con salse e condimenti artigianali (i cui prodotti sono in vendita anche da Eataly all'Ambasciatori).
Quindi per chi vuole andarci il 22, sapete già cosa aspettarvi...

17 febbraio 2009

Pizza passiò - Bologna

Dove: via Toscana 92
Pro: non ne ho trovati
Contro: Pizze mediocri; cattivo rapporto qualità-prezzo
Attenzione, viste le numerose proteste alla recensione, ricordo che si tratta di una recensione 'datata', riferentesi alla vecchia gestione.  Mi riservo di aggiornarla quando avrò occasione di tornarci.
Ricevo nella buchetta della posta sempre tanti volantini pubblicitari di pizzerie d'asporto, ma quando il più delle volte si decide di utilizzarli la pizzeria ha già cambiato gestione almeno una volta.
Stavolta è il turno di Pizza passiò, il nome mi ispira. Sul volantino l'indirizzo è Via Toscana 152. Mi reco in via Toscana 152, ma di pizzerie d'asporto nemmeno l'ombra! Sono impazziti? - mi dico. Telefono al numero sul foglietto e chiedo - ma dove siete?! In via Toscana 92. Complimenti, iniziamo bene...
Il locale è un buco. Nella lista del depliant (e anche il nome della pizzeria lo farebbe presupporre) ci sono molte pizze alla napoletana: "salsiccia e friarelli", "calzone vesuvio", "paggiarì (col bordo farcito di ricotta, tipica campana). Ti aspetti quindi pizzaioli napoletani, o perlomeno pizza alla napoletana! In realtà è uno specchietto per le allodole. I gestori sono siciliani. Infatti leggendo meglio il volantino si scopre la seguente dicitura: "inoltre potrete trovare arancini e tante specialità siciliane" (e anche queste comunque non le avevano).
Quindi pizze classiche e purtroppo assai mediocri.
Ordino una tonno e cipolla:

Bruciata (v. foto), tonno di scarsa qualità, mozzarella ancora di più scarsa qualità.
Dolce bufala (scritto mozzarella di bufala, pomodorini, olio al basilico)

Bruciata (v. foto...e 2!), mozzarella di bufala che non è mozzarella di bufala, bensì il solito siluro e invece dell'olio al basilico il pesto (!).
Sapore della pasta di pizza molto scarso.
Entrambe le pizze € 6 l'una (quindi nemmeno a buon mercato). Ogni due pizze regalano una coca cola (non light) in lattina.
Non credo durerà molto, viste le premesse.

10 febbraio 2009

Ucicinemas 3D - Casalecchio (BO)

Dove: c/o Centro Commerciale Meridiana, via Aldo Moro 64 - Casalecchio di Reno (Bo)
Pro: Sala 3D, parcheggio, 9 sale, possibilità di cenare all'interno (fast-food) e popcorneria, giovedì programmazione non 3d a soli € 4 per soci coop, poltrone vip, ultimo spettacolo al sabato dopo la mezzanotte
Contro: programmazione 3d maggiorata di € 2, sabato sera prezzo pieno, aria viziata nelle sale agli ultimi spettacoli, l'auto è tassativa per raggiungere la zona


Finalmente a Bologna c'è una sala attrezzata per i film in 3D: ucicinemas sala 6. Al Meridiana di Casalecchio.
Per chi non ha mai visto un film in 3 dimensioni, il consiglio è scontato, è quello di andarci.
Per chi invece è già stato ad Imax a Riccione, beh non è proprio pazzesco come là, perché lo schermo non è avvolgente e quindi gli effetti sono un po' meno intensi, ma è simile e quindi ne vale ampiamente la pena. E sopratutto dura quanto un film, non 45 minuti.
Attualmente il film che stanno trasmettendo è Viaggio al centro della terra 3D. Un film con una trama fantoccio, ma strumentale all'immersione nei forti effetti proposti.
Il biglietto d'entrata per il 3D costa € 10 al sabato (però l'ultimo spettacolo è alle 0.35, comodo per poter cenare prima al ristorante senza fretta). Gli altri giorni il biglietto costa 8 euro (ma l'ultimo spettacolo è alle 22.30).
Il vantaggio del sabato alle 0.35 è che la sala è semivuota potendo quindi mettersi ad ufo nelle poltrone vip (poltrone rosse più grandi e comode, costerebbero un supplemento di 2 euro); lo svantaggio è che però quando entri c'è una tremenda aria viziata alla quale non ti abitui e che cala unicamente perché dopo circa 1 ora partono i bocchettoni di aria fredda.
La cassiera al pagamento del biglietto consegna un paio di occhiali a testa come questi, in una busta sigillata (finalmente un po' d'igiene!).



Consiglio vivamente di mangiare prima e/o non mangiare durante, il film non è per nulla rilassante e non permette di concentrarsi su altro.
Gli effetti del film sono numerosi e avvincenti, i più impressionanti sono tutti quelli che simulano il gettarsi addosso allo spettatore di qualche cosa: in questo caso uno stormo di uccellini; uno yo-yo lanciato a tutta velocità, le fauci di un dinosauro e di pesci-piranha; la pioggia e la lava; la corsa folle del trenino in miniera ricalcando le montagne russe e tanti altri.
Sicuramente il 3D è concepito non certo per pensare (in questo mai sostituirà il cinema tradizionale), ma per evadere e divertirsi. E in ciò è formidabile.
Dal promo che ho visto in sala questo film dovrebbe essere il primo di una lunga serie di 3D. Il prossimo è un cartone animato 3D, altrettanto e forse ancora più spettacolare.

9 febbraio 2009

Trattoria Emiliana & Circolo Mazzini - Bologna

Dove: Via Emilia Levante 6, Bologna
Lascia perdere: cucina unta
Pro: cucina aperta fino a tardi, tavoli ben distanziati
Contro: la cucina, la scarsità di scelta di piatti, menù a voce, sala poco riscaldata, toilette puzzolente, 3 flat tv sui muri accese sulla partita




Trattoria dell'Unto, l'avrebbero dovuta chiamare. Unti i primi, bisunte le crescentine.
Ho cenato sabato scorso in questa trattoria imbucata giù per uno stradino in via Emilia Levante, di fianco alla Conad, poco prima del Centro Dima, di cui si può sfruttare il parcheggio coperto, dato che lo spazio interno del circolo Mazzini è minuscolo e sempre pieno di auto.
Non prenotando ci presentiamo verso le 22 e seppur il locale fosse pieno, dei tavoli erano liberi. Fuori, appeso alla porta d'entrata campeggia un foglio-menù con scritto ben poco: primi (senza dire quali) € 7, tortelloni € 8 (chissà perchè quell'euro in più e poi non li avevano nemmeno), crescentine, secondi € 8 o 9, dolci € 3. L'unico modo per sapere che hanno è entrare e ordinare.



Così, dopo aver atteso 4/5 minuti in piedi come dei babbei, ci fanno sedere. A primo impatto il locale non è brutto, è un trattorione: tavoli e sedie di legno impagliato, tovaglie a quadretti rossi, tre flat tv accesi sulla partita (!). Uno stanzone alto e lungo, 1/3 del capannone (in passato ci fu per anni un concessionario auto e poi per un brevissimo periodo un magazzino di roba indiana). Ora hanno tirato su tre muri e fatto tre ambienti, ognuno con porta indipendente.
A destra c'è una stramba balera, sabato serata tango: stucchevoli toni del rosso cupo, tavoli e sedie con improbabili donne di una certa età e solo una coppia o due che ballavano, davanti ad una consolle con un dj (?). Atmosfera surreale, impressione da balera dell'est.
Di fianco, al centro, la seconda porta ti immette in un'altro stanzone semivuoto con solo un paio di tavoli in cui qualcuno giocava a carte (in uno solo) e il banco del bar, oltre la cassa della trattoria alla quale accedi da un'apertura murale fatta a grande oblò. Qui non c'era nessuno, tranne il personale. Ma a che servirebbe?!
Terza porta a sinistra la trattoria.



Dopo un bel po' d'attesa arriva una ragazza (rigorosamente senza menù) che propone solamente tre primi e tre secondi: penne ai peperoni e pancetta, tagliatelle al ragù e maccheroni alla boscaiola. Come secondi: stinco di maiale, tagliata di manzo e crescentine. Come dolce il tiramisù. STOP. Come dice quel detto? O mangi quella minestra o salti dalla finestra.
Proviamo le penne e le tagliatelle.
Tagliatelle al ragù: come ho già anticipato, UNTE!!! Troppo unte! Pasta fresca non male, ma sovrastata da una montagna di ragù che trasudava olio. Pesanti, stomachevoli alle ultime boccate per la troppa quantità di grasso.
Penne ai peperoni e pancetta: pancetta inesistente. Un sugo acquoso ed anonimo su penne industriali. Un piatto da mensa.
Ma ora veniamo al bello, le crescentine. Doveva essere il loro cavallo di battaglia. Primi mediocri e crescentine strepitose, si poteva perdonare. Ma il fatto che le crescentine fossero ancora più unte delle tagliatelle, questo no! Non si tenevano in mano, ho dovuto lasciarle avvolte nel tovagliolo di carta sperando si sgrondassero un po'. Ma nulla da fare, erano troppo intrise. Accompagnate da affettato e da qualche cipollotto rosso e un non meglio identificato formaggio. Il prosciutto crudo era decisamente cattivo, la mortadella molto grassa, potevo ripertermi e dire unta. Anch'essa! Pessimo per le crescentine, che se di buona qualità devono essere leggere e poco unte!
Al termine ho dovuto andare a lavarmi le mani dall'unto, sorpresina finale...nel bagno delle donne c'era una puzza che non si entrava. Ho pensato, qualcuno non ha tirato giù l'acqua. E invece no, era tutto a posto, tranne il fetore che chissà da dove veniva.

ps. Dai tavoli venivano portati via vassoi con ancora tante crescentine rimaste...

A mai più.

6 febbraio 2009

Panetteria Marconi - Bologna

Dove: Via Marconi 43, Bologna
Da provare: il pane
Pro: freschezza e bontà del pane e pasticceria
Contro: essendo in centro, si raggiunge solo in autobus o col permesso
Negli ultimi due mesi mi è capitato di frequentare il quartiere Porto (Via Riva Reno, via Marconi, ecc.) e dovendo comperare il pane ho voluto entrare in questa piccola panetteria in via Marconi, non aspettandomi nulla di particolare.
In via Marconi c'è anche la Pam, ma ho smesso da tanto di andare in questa catena: fra i supermercati è quello con i prezzi più alti in assoluto e per la frutta e verdura è più caro persino dei fruttivendoli del centro. Solo il mercatino di Piazza Aldrovandi batte il record di prezzi da rapina per l'ortofrutta.
Tornando alla nostra panetteria, il primo giorno vado e acquisto il pane. Torno a casa, lo assaggio e rimango colpita da quanto era buono. Sarà un caso fortunato, mi dico. Due giorni dopo lo ricompro, di altro tipo, ma la bontà è sempre identica. E poi così via, vado più volte e sperimento un po' tutte le varietà passando anche ai dolci: biscottini, meringhe, dolci di carnevale.
Un solo giudizio: il pane è squisito. Ha quel gusto di pane di una volta. Innazitutto è fresco (lo fanno tutti i giorni, hanno il forno interno), come è fresca la pasticceria. E' gestito da una signora: a quanto pare non l'ho scoperto solo io , al mattino il pane lì va a ruba, ma si trova anche al pomeriggio, ovviamente quello rimasto. La panetteria è piccolina e non si trova tantissimo (ma è giusto, poche cose e fresche, piuttosto che tante che rimangono lì e poi te le spacciano per buone invece sono secche e vecchie).
Un appunto per le sfrappole che stanno facendo in questi giorni: imperdibili!

2 febbraio 2009

Grandi manovre: nuovo look e secondo blog

Dopo alcuni giorni di lavoro e test ho finalmente svecchiato il sito. Nuovo template, tre colonne, xml. Troppi blog hanno un aspetto casareccio e sono pieni di widget inutili, che colpevoli di far caricare la pagina con lentezza, generando l'effetto opposto e quindi di mandare via visitatori anzichè farli arrivare; ho voluto uno stile professional, pulito, elegante, fluido. Lo meritiva anche per il crescente successo del sito.
E basta calderoni. Ho voluto fare un secondo blog per tematizzare di più gli argomenti di cui scrivo.
Si chiama Il ricettario di Titti, dove ho importato tutte le ricette e le mie curiosità culinarie di cui parlavo qui. Sarà quindi un blog esclusivamente gastronomico. Il suo nome ricalca il mio primo. Titti: ormai un "marchio" che mi contraddistingue.
Quindi su Le recensioni continuerò a scrivere solo recensioni di locali e ristoranti.
Anche nel ricettario di Titti ho voluto dare coerenza di template: pulizia, grafica professionale, eleganza. Entrambi gli header con il titolo del blog in caratteri grandi . Lo sfondo bianco per le ricette, più adatto anche per la stampa e scuro per il tema locali e ristoranti (notte, entertainment), ma non troppo scuro con un buon risalto lucido dei titoli dei post.
ps. Per chi non avesse ancora un blog e fosse tentato, coraggio, apritelo e giorno dopo giorno amerete sempre di più la vostra creatura. Che se sarete bravi diventerà sempre più famosa e forte. Costanza e passione!