14 dicembre 2009

Pub Spaten Keller - Bologna

Dove: via della birra 21 - Bologna
Pro: di sicuro non devi prenotare
Contro: ambiente poco riscaldato, modesta affluenza di pubblico, enormi spazi vuoti, scarso rapporto qualità-prezzo
Lascia perdere: crescente
Questo pub è situato alla fine di via della Birra, una laterale di via del Triumvirato, zona aeroporto. Una zona residenziale dell'estrema periferia bolognese, di quelle che che non ci passi se non ci abiti o non hai l'indirizzo.
Si chiama Spaten Keller ed è un pubbone enorme (tre sale di cui una per fumatori) situato in un ex casa del popolo. Proprio l'originaria sede lo rende ancor oggi uno strano ibrido tra un pub e un circolo.
Nonostante fosse un prefestivo, il pub era semideserto e i quattro gatti che c'erano si minimizzavano tra quelle enormi sale disunite con l'effetto di rendere ancora più 'triste' l'ambiente.
Non fatevi condizionare dal cartello all'entrata che recita che lo Spaten Keller è un club ed è riservato ai soci. Se così fosse quando ci hanno visto entrare non ci avrebbero fatto sorrisi a 36 denti e invitato immediatamente a scegliere un tavolo. Vista la poca affluenza, chiunque entri è il 'benvenuto'. Lasciare quel cartello è una leggerezza: quanti magari leggendolo si intimidiscono e vanno via? Non fa bene allo scopo.
All'interno fa molto freddo, credo non esista un impianto di riscaldamento tradizionale, sostituito invece da piccoli caloriferi dai quali soffia aria calda, assolutamente insufficienti per rendere confortevole un luogo di sosta e relax. Ci sono tende lunghe fino ai tavoli di aspetto non pulito e muri dipinti di un cupo color carta da zucchero. L'osservazione aliena.
Se poi ci aggiungiamo un pasto mediocre e a caro prezzo, il conto è presto fatto. Il menù è vasto, ma il cibo non è altrettanto 'dinamico' come la carta.
Ordiniamo una crescente Come Va, con speck e fontina, una piada Nadia, 4 formaggi, funghi freschi, prosciutto cotto e patatine fritte. La crescente era la peggiore, dalla foto si vede quanto era stantia (guardate le olive). Infatti il sapore era di 'conservato da sacchetto del pane in credenza'. Nonostante questo costava 6 euro. La piada, cucinata male, era fredda e riempita con alimenti caldi. Tutti dovrebbero sapere che anche la piada va scaldata! I 4 formaggi non li ho visti, ma ne ho visto 1. Pure questa 5 o 6 euro. Unica cosa decente, le patate, presumibilmente cotte in un olio già usato visto il colore scuro.
L'acqua mi è stata servita in bottigliette da mezzo litro in pet. Almeno, visto quello che costano, vorremmo averle di vetro. Infine c'è anche il coperto, 1,5 o 2 euro a testa.
Verso mezzanotte parte il karaoke, sparato a volume troppo alto per chi vuole conversare.
Un luogo che per ambiente e cibo lo definirei non proprio 'felice'.

7 dicembre 2009

Calderoni - Bologna

Dove: via Indipendenza 60
Contro: pasticceria mediocre
Lascia perdere: salire al piano superiore nella 'saletta degli orrori'
Non ero mai salita nella saletta al piano superiore di Calderoni. Calderoni è un bar pasticceria storico, non più in mano a bolognesi (tanti anni fa mio padre era ghiotto dei loro tortelloni burro e oro, che si faceva fare d'asporto, a detto sua - e mia - erano i migliori della città. Eh, bei tempi andati!).
E' sopratutto un bar di passaggio, frequentatissimo, data la fortunata posizione. Così ben posizionato che ha sempre avuto un'altissima percentuale di avventori (che aumentano al venerdì e sabato grazie al mercato ambulante della Piazzola) potendo scendere nella mediocrità senza che nessuno quasi se ne accorgesse. Tranne me, che sono abituata a scrutare sempre il locale in cui mi trovo.
Già lo avevo testato un paio di volte, rimanendo però solo al piano terra, ambientino luccicante, una bella copertina che nasconde la dozzinalità della pasticceria.
Presi delle paste ed erano - ripeto - mediocri; presi un'aperitivo ed era un po' meglio (mangiato all'impiedi con i vassoi posizionati accanto alla cassa, perchè dentro si sta in piedi oppure si sta fuori sotto il portico in mezzo ai passanti, d'inverno adatto a chi ama smog, confusione e freddo); presi una meringa gigante confezionata che vidi in vetrina e fu l'unica cosa 'memorabile'.

Il Piano Terra
Fino a che ho deciso di salire per un tè in quella che chiamo oggi la 'saletta degli orrori'.
Ambiente nettamente più brutto. Luci forti, tono dimesso, pavimento opaco per il taccone di sporco, tovagliato giallo-arancio sozzo, muri da rimbiancare, radio sparata ad alto volume che trasmette il notiziario. In breve, una saletta ristorante (o colazione) di una pensione a due stelle. L'anti-romanticismo per eccellenza.
Non c'è posto. Nessuno ci fuma di striscio. Ma alcune persone lasciano il tavolo esasperate dall'attesa e ci sediamo noi.

Sala colazione Pensione Marisa
Appena seduta, mi infastidisce la condizione del copritovaglia che trovo. Sudicio, non sporco fresco, ma secco. La tovaglia di sotto, gialla, era annerita da quanto tempo era lì.
Ciò si può sopportare, a patto che, com'è normale che sia, dopo pochi minuti arrivi il cameriere e cambi con una tovaglia pulita. E invece no! Il nostro cameriere ci ha servito il tè sopra quello schifo. Zitto e mosca. Ovviamente abbiamo protestato, e solo allora ci ha cambiato la tovaglia! Due signore anziane hanno bevuto il caffè sopra una tovaglia ancora più sporca della nostra.

Stato del copritovaglia con scontrino appallottolato sul quale è stato servito il tè
Dopo 15 minuti di attesa arriva il cameriere senza menù e ci chiede cosa vogliamo. Vada per un tè. Si va a memoria, dato che non c'è il menù (questa 'furbata' l'ho sempre trovata detestabile). Attendiamo un'altra mezzora, ritorna il nostro uomo e fa: "Scusate, mi sono scordato, cosa volevate?". Riordiniamo e passano altri dieci minuti. Totale per avere un semplice tè appoggiato su tovaglia sporca: minuti 55.
Ma lo sporco non finisce qui. Carta canta, o meglio foto canta...Guardate un po' il fondo del porta bustine da tè, ingrandendo la foto con un clic. Briciole, polvere, peli addirittura!

Troppi i 'piccoli ospiti' all'interno del porta bustine da tè
E poi due bricchi da latte senza coperchio e macchiati anzichè la teiera, cucchiaini da caffè anzichè da tè, biscottini vecchi e secchi portati quando avevamo già finito (si era scordato di nuovo!).

Niente teiera, ma un bricco latte senza coperchio e macchiato
Tra gli orrori va anche menzionato la toilette, lurida! Bagno delle donne chiuso (non occupato, ma chiuso!). Motivazione non pervenuta. Unico bagno disponibile, quello degli uomini. Senza la chiave. Quindi immaginate che tranquillità può avere una donna, costretta nel gabinetto degli uomini, in quei momenti. Nel cesso, perchè solo così si può chiamare, sudiciume e spazzatura. Fuori, accanto al lavandino, nessuna carta per asciugarsi, nè aria calda. Non lo sai e sei costretto ad uscire con le mani bagnate e trovare il primo tovagliolo disponibile al bar. Fantastico per l'igiene!
...E con quello che guadagnano, almeno tenere pulito...

1 dicembre 2009

Patata & Co - Granarolo dell'Emilia (Bo)

Dove: via S. Donato 79/2 - Granarolo dell'Emilia (Bo)
Pro: spaccio Amica Chips
Contro: locale semivuoto, prezzi da bar anzichè da spaccio
Chi vende chi?
Non ho ancora capito se Patata & Co è un minispaccio aperto da Amica Chips con le vesti da bar, oppure se è un bar aperto da qualcuno con le vesti di minispaccio Amica Chips. E' una strana soluzione ibrida, per ora poco conosciuta e di scarso successo a causa principalmente della posizione, lontana da Bologna.
Al confine tra Quarto e Granarolo, sulla statale, con un ampio parcheggio, Patata & Co è subito visibile dalla strada. Il logo dell'azienda di Castiglione delle Stiviere fa capolino con un'insegna luminosa e già all'esterno viene diffusa musica.

Non hanno sito Internet, l'unico contatto è su Facebook, dove pubblicizzano la chiusura alle 23 e l'aperitivo ricco con musica e gente. In realtà le cose stanno molto diversamente...
Ci sono andata verso le 20, proprio per un aperitivo.
Il locale sarebbe carino, è un classico bar, arredato a nuovo, con diversi tavoli all'esterno (inutilizzabili d'inverno) e due o tre tavolini all'interno, alcuni con sgabello.
Il problema è che c'erano solo anziani! Alcuni a capannello all'esterno in piedi e marito e moglie ultrasessantenni che bevevano vino all'interno. A completare i genitori dei baristi che 'davano una mano'. Inoltre una cameriera spazzava il pavimento.
La sensazione è stata di inospitalità e desolazione.
Poi la disposizione interna era poco azzeccata, il minispaccio, l'unica cosa interessante, era al buio. (la foto l'ho illuminata con photoshop)!

Ho visto bene, dato che l'aperitivo era fatto solo di patatine miste Amica Chips e arachidi, di acquistarne una scorta ed andarle a mangiare altrove.
La gamma di patatine è completa: non solo le classiche, ma anche chips di mais, popcorn, aromatizzate alla paprika, alla pizza, al balsamico, ecc.
Da provare le Alfredo, grosse e artigianali, c'è la versione al sale o al pepe e le BarMan, quadrati soffiati dal gusto particolare.
Attenzione, i prezzi non sono da spaccio, ma da bar!