29 novembre 2008

Master Beer - Bologna

Dove: via Andrea Costa 158 - Bologna
Pro: bel locale grande, ideale al pomeriggio (si sfrutta parcheggio Coop) per gli ottimi tè serviti in servizio cinese
Contro: pizze mediocri, alla sera parcheggio quasi impossibile e capita di dover aspettare per un tavolo
Se qualcuno continua ad insinuare che in questo locale al venerdì sera fanno dj set musica anni 70/80/90 dalle 22.30 in poi gli tiro un piatto in testa. Sia sul sito Enjoytoz (è già la seconda volta che mi bidona) sia su Dove del 28 novembre 2008 si pubblicizza che al venerdì al Master Beer c'è questa possibilità.
Sono andata in questo locale ieri sera proprio attirata da questa opzione, credendo di poter ballare. In tanti altri posti è così, Fresco, Esclamo, Let's go, il 2be, lo Spago 3 per citare i primi che mi vengono in mente. Qui assolutamente no! Di dj set e musica 70/80/90 nemmeno l'ombra. E pi anche se ci fosse la musica, non ci sarebbe il posto dove poterlo fare, dato che si cammina a malapena tra i tavoli tanti ce ne sono. Quindi questo locale non è assolutamente un disco pub, ma un pub. Pizzeria? Sì...in un angolino c'è un pizzaiolo che fa pizze cotte nel forno elettrico, una coppia nel tavolino accanto al nostro le ha ordinate. Dico solo questo... il marito ne ha mangiata 1/3, la moglie un po' di più. Effettivamente a vederle sembravano rinsecchite, poco appetibili.
La cena? Mah, non mi convince, io sono arrivata lì per le 23 e la maggioranza beveva già e a dir la verità l'ambiente non è molto da ristorante.
Il venerdì sera il Master Beer, ex Bibò, è pieno murato. Troppa gente per i miei gusti. Per avere un tavolo abbiamo dovuto attendere 15 minuti, nonostante fosse su due piani. Il locale è carino, al piano terra tavoli accanto alle pareti, tavoloni alti con sgabello vicino alla grande scala a chiocciola che porta al secondo piano (ci puoi andare anche in ascensore), piccolo punto pizzaiolo, bancone bar con qualche sgabello in cui è sconsigliato stare visto l'andirivieni continuo dei camerieri. Secondo piano, più bello, più arioso, solo tavoli.
Come ho detto visto il caos e il tipo di ambiente, io lo consiglio per il tè del pomeriggio, l'aperitivo o il dopocena.
Ieri sera c'era un buffet particolare, di pasticcini, che potevi prendere liberamente dopo aver ordinato. Io li ho assaggiati, l'idea è buona, peccato fossero pessimi. Le donne il venerdì sera bevono omaggio dalle 21 alle 22. Visto il buffet ricco di dolci, immagino sia ricco anche come buffet per aperitivo. Anche l'ambiente è adatto a ciò: il posto comunque è moderno, trendy, casual-chic.
Nel menù cocktails, in buon numero, birre, shorts, analcolici e una selezione di tè cinesi e infusi particolari. Personalmente mi sento di consigliarlo, anche per l'originalità di come il tè viene servito, secondo la tradizione cinese. Io ho preso un infuso chiamato Masai, all'aroma di caramello. Ti portano un coordinato nero cinese composto da un vassoio, una tazza senza manici, una teiera particolarissima. Tu metti la bustina nella teiera e attendi i classici 4/5 minuti; lo zucchero manca, dovrai dolcificare il tutto con una stecca di zucchero caramellato che lentamente si scioglierà nel tè bollente. Davvero originale e con un costo di soli € 4. Ideale il Master Beer per prendersi un tè al pomeriggio e chiacchierare con più calma.
Nota dolente: il parcheggio. Nonostante sia in periferia, trovare parcheggio è stato difficoltoso. Il locale è in via Andrea Costa 158, di fianco alla Coop, il cui parcheggio però è chiuso alla sera. In strada non c'è posto, causa residenti senza garage.

25 novembre 2008

Makìa - Bologna

Makìa, con l'accento sulla i. Onestamente non so cosa possa significare, non si trova nemmeno su Wikipedia.
Makìa è un bel localino in stile newyorkese in via Emilia Levante 41. Di proprietà di Vasco Rossi; ebbi proprio occasione di vederlo un paio di anni fa, quando andai la prima volta, seduto ad uno dei tavolini di metallo esterni, utilizzati d'estate. Com'è? Identico a come si vede in tv. Berretto e occhiali colorati, un po' in sovrappeso. Inoltre all'interno ci sono alcune sue gigantografie.
Il Makìa è precisamente un cocktail bar, qui si beve. E' piuttosto carino internamente, piccolo, intimo, con un sottofondo di musica lounge non invadente. I tavoli sono pochi, bianchi e neri e l'arredamento è vetro e acciaio, luci basse. Una piccola scala sulla sinistra conduce all'american bar, adatto sopratutto per l'aperitivo, con gli stuzzichini che rimangono sul bancone e se non ci si vuole sedere.
Sono tornata in questo locale sabato sera con alcuni amici a bere qualcosa. Come ho già detto qui è davvero consigliato assaggiare un cocktail, dopocena. La carta drinks è vasta, molto originale e curiosa. Oltre ai classici, ai distillati e ai vari martini, molto curiosi sono i cocktail all'assenzio - il famoso liquore verde a 78° molto in voga nell'800 reso famoso perché bevuto dai poeti decadentisti, poi vietato e ora riabilitato (particolare quello con la zolletta di zucchero flambè imbevuta di assenzio), i cocktail alla marmellata (serviti in una botticella con la confettura) e gli Stones (sassi). Uno stone l'ho voluto assaggiare, non ricordo ora il nome, ma si trattava di un cocktail alla rosa e spumante con alcuni sassi sul fondo della coppa, petali di rose e foglia d'oro galleggianti. Bellissima creazione e ottimo sapore. Questi sono i coktail più costosi, € 9, ma ne vale la pena.
In questo locale si sta tranquilli, c'è intimità. A mezzanotte si riempie, meglio è non superare le 23 come ora di arrivo. Parcheggio un po' problematico.
Ideale per un cocktail atipico e scenografico.

18 novembre 2008

Chiosco ai Pini - Bologna

Dove: all'entrata del Parco dei Pini, via Emilia Ponente 351 - Bologna
Pro: parcheggio, aperto fino a tardi
Contro: spesso devi chiedere il bis per porzioni troppo piccole, ambiente molto, anzi forse troppo informale
Da provare: crescentine molto buone
Pro: A Bologna la lista di locali dove si possono mangiare crescentine si allunga sempre più: il ristorante Titì a Zola, la Casona tutti fritti a San Giovanni, la Trattoria del Rosso e Pane vino e San Daniele in centro, il Circolo Mazzini in Emilia Levante, la nuova trattoria Antica ricetta in Massarenti, dal Nonno Natali Elio sui colli, i laghetti del rosario e anche un asporto, la Crescentina Golosa, fuori Zanardi, tanto per citare quelli più noti. In mezzo a questo lista c'è il chiosco ai Pini. Eh sì. Il mercato delle crescentine (a Bologna si chiama così lo gnocco fritto) tira.
Il chiosco ai Pini è un posto molto molto informale proprio all'entrata del parco dei Pini, a Borgo Panigale, sotto il ponte di via Emilia Ponente; dove c'è anche il Teatro di Vita (un teatro particolare con programma di performances surreali).
Il chiosco è in una posizione strategica, chi frequenta il parco di giorno e chi va a teatro la sera: d'estate veranda aperta e bar-gelati-crescentine. D'inverno idem, ma la veranda viene chiusa.
Come dicevo è molto informale. Luci al neon, tavolazzi e un gran casino. Quando sono andata io fortunatamente erano le 23, prima è probabilmente difficile trovar posto e il caos (molte le compagnie) è eccessivo. Il chiosco è piccolo ed è preso d'assalto. Quello che si mangia qui sono crescentine e tigelle. Sopratutto crescentine. Quando ti siedi ti viene portato un menù, ma non ci si capisce molto, così quando arriva il proprietario ti accorgi che ti propone un misto tigelle crescentine standard con ciotoline varie, che è poi ciò che prendono tutti. E' in serie.
Tutto è buono, sopratutto le crescentine però. Qui hanno la particolarità di essere piccole e poco unte. Vengono portate calde in un cestino. Sono buone, ma poche. Solo un piccolo cestino, che rimane insufficiente per il "companatico". E' inevitabile così chiederne altre, a quel punto (forse un po' studiato...) ti ricordi che sul menù costavano €0,50 l'una, e a seconda dell'appetito rimasto, farai i tuoi conti e chiederai il numero che più ti aggrada. Nelle ciotoline le solite cose: olive, sottaceti, affettati, pesto modenese (quest'ultimo scarso), stracchino e due vaschettine di Nutella.
Una cosa da ricordarsi, non c'è la toilette. Per lo meno a portata di mano. Ricordiamoci che è una baracchina coperta, quando d'estate andate al parco a prendervi un gelato in una baracchina ve l'aspettereste una toilette? No di certo.
Prezzi medio-bassi. Più medi che bassi. Parcheggio comodo davanti al chiosco.

3 novembre 2008

Pasticceria Laganà (Santo Stefano) - Bologna

Dove: Via Santo Stefano 112 - Bologna
Da provare: meringhe con panna, torta al cioccolato, salatini
Lascia perdere: sfrappole, baci di dama
Pro: Freschezza degli alimenti; in genere quasi tutto ottimo.
Contro: Prezzi alti, a volte qualcosa non è buono
Questa è la pasticceria del cuore. Un luogo speciale, che mi ricorda la mia infanzia e la mia adolescenza.
Sono nata a Bologna alla clinica Villalba e cresciuta in via S. Stefano, dove ancora oggi vive mia madre, nell'appartamento di famiglia.
Laganà, via s. stefano angolo via Dante, era a pochi passi da casa mia, a pochi passi dalle mie elementari (le Carducci) e dalle mie medie (le Rolandino, quando erano ancora in via S. Stefano). Mi ricordo ancora gli alti e morbidi tranci di pizza che prendevo quando affamata tornavo da scuola (che ora non fanno più); la meringhe con panna, la pasta preferita da mio padre; la millefoglie allo zabaione, la mia preferita; tutti gli anni quando per il mio compleanno mia madre ordinava la torta facendoci scrivere sopra "buon compleanno Tiziana".
Laganà in via S. Stefano ancora oggi (e non lo dico per una questione di cuore) rimane la migliore pasticceria di Bologna. E' cara, non si può negare, ma ricordiamoci che è inserita in un contesto ambientale di un certo tipo, la zona si sa, è quella della Bologna-bene. Nonostante il degrado generale della città degli ultimi dieci anni per la massiccia introduzione di extracomunitari, che stanno fagocitando il centro, questa zona ancora resiste, certo non è più come una volta, ma rimane pur sempre una delle poche zone dentroporta dove ci abita un certo tipo di classe sociale. Negli ultimi anni si è infittita anche la presenza di studenti; di fatto i proprietari di immobili anche qui tendono il più possibile ad affittare e a trasferirsi fuori nel verde e in soluzioni abitative indipendenti.
Laganà resiste e fa bene. Tiene alto il tenore della zona. Il negozio è lo stesso da decenni e la qualità non è mai scesa. La freschezza e la bontà dei loro prodotti è sempre altissima, ovviamente i prezzi come ho detto sono alti. Ma ne vale la pena.
Ci sono molte cose che consiglio di assaggiare:
  • Le paste. Una delle specialità è la meringa con panna (quest'ultima freschissima): morbidissime, si sciolgono in bocca. Poi consiglio la tartelletta panna e mirtilli, il millefoglie allo zabaione (zabaione freschissimo) e la piramide bicolore cioccolata zabaione.
  • Le torte: c'è un bell'assortimento in vetrina di torte pronte. Sono originali e fresche, attenzione però sono piuttosto care. Una che ho sempre preferito è la torta al cioccolato, una torta a tronco a strati con crema di cioccolato tutta decorata da scaglie di cioccolato, una botta calorica totale e un'immersione total chocolate pazzesca. Se non c'è in vetrina vale la pena ordinarla.
  • Le ciambelle: ce ne sono di due tipi. Quella classica, secca, con lo zucchero e il buco in mezzo, deliziosa fresca e se si secca un po' è squisita inzuppata nel latte e quella morbida, con glassa e uvetta.
  • Il salato: non è da meno del dolce. Pizzette e salatini. A mio avviso i salatini che prendo qui sono i più buoni di Bologna. Sono molto freschi e molto più buoni di quelli che si trovano altrove. Anche il panettone salato è da provare. Meglio ordinarlo, così è strafresco, costa € 18.
Per Natale hanno anche i panettoni artigianali e per Pasqua uova e colombe.
E' aperto fino alle 20 e anche la domenica mattina fino alle 12. Non fa apertura notturna.
Della serie, andateci.

Aggiornamento 23 gennaio 2008
Per Carnevale a Bologna si mangiano le sfrappole. Sono andata da Laganà e ne ho comprate due etti (€ 3 all'etto); sono rimasta molto delusa. Mi aspettavo la solita qualità invece...le ho trovate dure, unte, sopratutto pesanti. Le sfrappole devono essere leggere, asciutte. Forse queste erano già vecchie e forse (essendo loro siciliani) non le sanno fare molto bene, tant'è che anche le chiamano "frappe" sul cartellino esposto, quando si sa a Bologna sono da sempre le SFRAPPOLE. Non vi consiglio di comperarle qui, ci sono sicuramente decine di panifici o pasticcerie che le sanno fare meglio.
Ho preso anche un etto di baci di dama: anche questi erano troppo pesanti e purtroppo non freschi. Il burro abbondante (troppo) con cui erano fatti sapeva già di vecchio.
Peccato per questi due autogol.
Carnevale a Bologna si mangiano le sfrappole. Sono andata da Laganà e ne ho comprate due etti (€ 3 all'etto); sono rimasta molto delusa. Mi aspettavo la solita qualità invece...le ho trovate dure, unte, sopratutto pesanti. Le sfrappole devono essere leggere, asciutte. Forse queste erano già vecchie e forse (essendo loro siciliani) non le sanno fare molto bene, tant'è che anche le chiamano "frappe" sul cartellino esposto, quando si sa a Bologna sono da sempre le SFRAPPOLE. Non vi consiglio di comperarle qui, ci sono sicuramente decine di panifici o pasticcerie che le sanno fare meglio.
Ho preso anche un etto di baci di dama: anche questi erano troppo pesanti e purtroppo non freschi. Il burro abbondante (troppo) con cui erano fatti sapeva già di vecchio.
Peccato per questi due autogol.

1 novembre 2008

Ristorante pizzeria NaturaSì - Bologna

Dove: via Po 3 - Bologna
Pro: parcheggio, locale carino
Contro: troppi camerieri
Da provare: tempura
Un'esperienza davvero..."faticosa".
Eh già, vi immaginate di essere presi continuamente d'assalto da più camerieri dal primo momento che entrate fino a che non ve ne andate? In questo locale ho dovuto sopratutto digerire gli asfissianti camerieri, ridondanti rispetto alle dimensioni del locale, tanto da sovrapporsi l'un con l'altro.
Ma partiamo dall'inizio...in via Po, di fianco al supermercato omonimo, c'è questo ristorante pizzeria, specializzato in cucina biologica. Non so se è esattamente così, sicuramente tra i piatti spiccano preparazioni vegetariane.
Il locale è carino, non molto grande, a due piani. Un piano terra con circa una decina di tavoli più un bancone bar e forno per le pizze (la cucina non è a vista) e un secondo piano, separato da una scala, dove c'è un ulteriore saletta (quando sono andata io era affittata per una festa di bambini...immaginate il caos...fortuna erano al piano sopra) e la toilette. Il locale è in stile moderno, con legno e acciaio e grandi vetrate alle pareti.
Appena entrati immediatamente un cameriere ci cattura e ci consegna ad un tavolo. Ordiniamo. Pochi minuti dopo un secondo cameriere, pur presente in sala già da prima, si presenta per chiedere l'ordinazione. Meravigliati ribadiamo che abbiamo già ordinato. Finalmente arrivano i piatti. Da questo momento in poi ogni 5/10 minuti saremo disturbati da un turn over di camerieri diversi che chiederanno da" va tutto bene?" a "volete ancora qualcos'altro?". Al termine della cena eravamo piuttosto seccati; siamo stati troppo disturbati. C'erano troppi camerieri, tant'è che facevano persino capannello a chiacchierare!
Riguardo alla nostra cena, purtroppo poco goduta, consiglio su tutto la tempura di verdure in salsa di soia e olio extravergine. La tempura è una frittura leggerissima, alla giapponese, era strepitosa, friabile, gustosissima. E' venduto come antipasto, ma riempie come un secondo. Questa tempura da sola vale il locale.
Le pizze: nel mio caso ho scelto una pizza bianca rucola e bresaola, discreta, senza infamia nè lode, un po' secca però.
Consiglio di provarlo come ristorante, sopratutto per la tempura.
Prezzi medi, chiuso domenica. Non serve prenotare.