21 dicembre 2010

Deluxe - Bologna

Dove: via Emilia Ponente 129/a - Bologna
Pro: locale fashion, aperitivo ricco, bello anche come dopocena
Contro: parcheggio, bisogna prenotare il tavolo martedì e domenica
Il Deluxe, fashion bar e ristorante, è situato proprio difronte all'Esselunga Santa Viola, in via Emilia Ponente. Fa parte del complesso Marazzi, rivenditore di pavimenti e rivestimenti. Dal Deluxe si accede anche, salendo una scala, al reparto hammam e saune (chiuso la sera). Il locale è decisamente glamour, la musica lounge e  le variazioni di luci (rosa, verde, rosso, ecc.) che si alternano nell'ambiente creano un'atmosfera suggestiva. Iperfrequentato all'aperitivo del martedì e della domenica, è indispensabile prenotare per trovare posto a  sedere. Il drink con  aperitivo costa € 8. Il buffet è situato in un tavolo posto accanto all'entrata. Di qualità superiore rispetto a quelli  che si vedono in giro, e sopratutto caldo (!) propone tra le altre cose un'ottimo cuscus e una buona (finalmente) insalata di riso, oltre a manicaretti più sofisticati. La quantità di gente è tale che alcuni si infilano e mangiano gratis senza essere visti. Il bancone del bar è infatti situato sulla sponda opposta. Accanto ad esso un altro paio di tavoli, la toilette e l'entrata al ristorante, posto in una sala riservata (v. foto), ma meno attraente dello spazio bar, dal quale si può anche guardare un maxischermo che trasmette eventi sportivi (ma stona). 
Per apprezzare il Deluxe è bene andare per un dopocena, ma non quello del martedì e della domenica, quando il locale si svuota (verso le 22) dopo i 'bagordi' dell'apericena, bensì nelle serate del venerdì e sabato. Si avrà un location più tranquilla, più spaziosa, più godibile.
Piccolo neo, il parcheggio riservato è sempre pieno nelle serate top. Si può trovare comunque posto poco più avanti in una piazzetta condominiale sulla sinistra (arrivando dal centro). 

14 dicembre 2010

I Baccanali - Monterenzio (Bo)


Dove: via Idice 153/3 - Monterenzio (Bo)
Pro: si mangia benino, atmosfera distesa (anche troppo)
Contro: solo 4 tavoli occupati nel momento in cui ho cenato io

Date un occhio alla foto. Vedrete un ristorante vuoto. No, non l'ho scattata alle 4 del pomeriggio, bensì alle 22 e rotti di sabato scorso. C'erano solo quattro tavoli occupati, compreso il mio. Non vi sembra preoccupante? Forse in montagna la gente cena prima o forse era semplicemente un sabato un po' più sfortunato.
Prima cosa da tenere in conto, quindi, la 'solitudine'. Ma io la chiamerei desolazione. Una desolazione del momento, si spera.
Entrando - ovviamente - si viene presi in 'ostaggio'. Accidenti, sei il loro piccolo pezzo di ancora di salvezza.
Uno dei fattori determinanti che credo giochi a sfavore della situazione è quello estetico. Dalla strada I Baccanali (un nome mai così tanto poco azzeccato) è poco invitante. Un insegna gialla dalla scritta specialità funghi e tartufi, una veranda alla buona dove sedie di plastica colorate fanno da complemento a tavoli più da picnic che da ristorante, una tenda bianca 'sporca' da ristorante anni Settanta.non invogliano a varcare quella soglia. L'interno è più gradevole, sui toni del rosso con un grande camino al centro della sala acceso (d'inverno) e tanti tavoli  - vuoti - sormontati da una grande quantità di lampadari più da cucina di casa che da ristorante.
Il menù non c'è. O meglio, c'è, fuori, ma se non te lo portano al tavolo è come se non ci fosse. Cosa che come sapete - e sempre lo ribadisco - trovo detestabile. Appena seduti arriva una cameriera  straniera, dall'accento presumibilmente originaria dei Balcani, che con fare scocciato legge molto velocemente un elenco di 7/8 primi, 7/8 secondi di carne, 4/5 dessert. Il pesce non lo nomina, se c'è non è dato saperlo. Se le chiedi di ripeterli, è ancora più scocciata.
Ordiniamo:
  • un primo di strigoli alla salsiccia passita e verdure. Piatto abbondante, a detta del mio commensale, buone.
  • due tagliate aglio e rosmarino. Non ho sentito nè l'aglio nè il rosmarino. Carne tenera, ma più bistecca da casa che 'taglio da ristorante'. 
  • Due contorni. Patate al forno: tante, alcune bruciacchiate. Poco sapide (alla richiesta del sale portano un barattolo da casa più che un'oliera da ristorante - e 3...incluso i lampadari). Funghi porcini alla griglia. Mollicci, decongelati perchè fuori stagione. Putroppo di cattivo sapore. 
  • Mascarpone, servito in un bicchierino. A detta, buono.  
 Apprezzati l'antipasto e il digestivo gentilmente offerto, rispettivamente una piccola schiacciata condita a pizza tagliata in 4 spicchi e limoncello, liquore alla liquerizia e al cioccolato (quest'ultimo squisito).
C'era un cantante da karaoke che un per un po' ha allietato l'atmosfera.  
Conto € 54.

27 novembre 2010

Villa Masetti - Calderara di Reno (Bo)

Dove: via Persicetana 98/b - Calderara di Reno, fraz Tavernelle - (Bo)
Pro: novità, venerdì serata adulti, piacevole illuminazione, grande parcheggio, saletta per coppie
Contro: posto piccolo, affollato, la serata finisce presto, cattiva acustica


E finalmente eccomi nuovamente al blog dal quale sono dovuta stare forzatamente distante causa impegni di lavoro. Nel frattempo ho visto tanti nuovi posti, che provvederò a recensire. Quindi, stay tuned!

Venerdì 19 novembre ha inaugurato un po' in sordina Villa Masetti, già esistente come ristorante, al quale ora si aggiunge, al piano interrato, la discoteca.
L'edificio è un villone giallo (con un triste striscione penzolante "affittasi uffici") a Calderara di Reno, sulla Persicetana.
Al villone, più casolare che villa, si accede da dietro, percorrendo una stradina che vi immetterà in un enorme parcheggio dove troverete sempre tanto posto.
Io sono andata dopocena - effettivamente € 25 per una cena a buffet mi parevano troppi (così costava desinare...) - e chi ha mangiato mi ha rivelato essere rimasto piuttosto scontento (ad es. non c'era nemmeno il dolce). Per chi volesse comunque tentare, il ristorante, poco trendy, molto classicone, finto lusso, si trova al piano terra, un salone dall'illuminazione giallognola con un pianoforte a coda, la reception (esattamente) e un bancone bar.
Direttamente all'ingresso, scendendo una scaletta, si giunge al piano di sotto, una taverna ora adibita a saletta disco. L'ambiente è piccolo, non riscaldato (come al solito contano sul riscaldamento "umano" massiccio), con un caminetto spento, un piccolo bancone bar e una pedana lap-dance dalla quale dopo un certo orario ballavano due ballerine mascherate. L'impianto acustico è scadente e non c'è una consolle, ma un dj mette su cd appoggiato alla pedana della lap dance. La serata non dura a lungo, ma lo spazio si riempie molto (il pubblico è over 30). Non c'è una vera e propria pista, l'affollamento crea difficoltà a ballare. Ci sono solo alcuni divanetti (fortunatamente non prenotati), arrivando verso le 23.30 troverete ancora posto a sedere, successivamente no. La musica non mi è piaciuta, un mix di nuova e vecchia mal assortito. Bella l'illuminazione, che rende l'ambiente scuro, ma con lampi colorati. 
Dalla saletta discoteca, si diparte un corridoio che porta ad un altra saletta, devo ammettere, ideale per coppie. Tutta composta da divanetti, forse un po' spoglia, rimane comunque intima. E' possibile prenotarla per eventi privati.
Per l'ingresso vige il sistema della drink card (€ 10 donne, € 15 uomini). L'unica serata di apertura per ora è il venerdì.
Villa Masetti: è da provare per vedere un locale nuovo, ma personalmente non penso tirerà più di tanto questa stagione.

8 novembre 2010

707 - Castelmaggiore (Bo)

Dove: via G. di Vittorio 16/a - Castelmaggiore (Bo)
Pro: si mangia bene in un bel posto
Contro: prezzo cena (€ 30), non c'è una vera e propria pista per ballare, porzioni un po' piccole

Aggiornamento aprile 2010:  stagione 2010-2011 terminata, locale chiuso. 

Ingresso dopocena (apertura porte 23.15): drink card obbligatoria 10 euro donna, 15 uomo.

707, come il modello di aereo Boeing che ha trainato l'aviazione commerciale nell'era del jet. 
In suo onore è stato intitolato un capannone della zona artigianale di Castelmaggiore, mensa di giorno e da un paio d'anni ristodisco di sera. Partito l'anno scorso con la sola serata del venerdì, quest'anno il 707 ha aggiunto anche la serata del sabato. 
L'interno assomiglia ad un terminal aeroportuale, lo ricorda nei colori e nelle pareti  dalle targhe con simboli  stilizzati (valigia, vietato fumare, check in, ecc.) lungo il  corridoio del self-service (di giorno). Al centro del megaspazio rettangolare c'è il bancone del bar/cassa, una sorta di divisorio fisico tra chi cena e chi non cena, separando di fatto l'ambiente in due metà. Chi cena ha il suo tavolo, vede lo spettacolo (un live acustico) sul palco alle cui spalle vengono proiettati video e spezzoni di film (ad es.  al sabato passano le immagini dei film anni '60) e successivamente balla "naturalmente" vicino al proprio tavolo (questi ultimi non vengono tolti tutti, garantendo di poter lasciare giacca e borsa sulla propria sedia - si evitano  i 3 euro del guardaroba). Insomma, è una sorta zona vip. 
La zona "plebea/deglinbolletta" è nell'altra metà, nella quale si raccolgono i dopocenisti. E' un po' più piccola, più buia e decisamente più affollata. Qui c'è un altro banco bar.  
Il personale cameriere, non particolarmente preparato (ad es. capita che servano prima gli uomini che le donne, porgono il piatto da sinistra anzichè da destra) è vestito in divisa da steward e hostess. 
C'è poi un secondo piano, raggiungibile con due scalette. Ma e' solo un corridoio cbe ospita la toilette e il guardaroba e dove ci si può affacciare a guardare giù. 
La formula è disco dinner: cena + spettacolo + disco € 30 (donne e uomini).
Considerato che si mangia bene (non c'è catering come di solito in discoteca) e si fa serata completa, consiglio di cenare!
La cena inizia alle 21-21.30 e consiste in:
  • Acqua frizzante/naturale a volontà + vino bianco e rosso in bottiglia.
  • Antipasto: tonno scottato, roastbeef e crostini con mousse ai ceci (antipasto fresco e molto buono)
  • Primo: il primo è uno non due, ma assortito con due paste: trofie zucchine vongole  e pepe e crespella allo stracchino e rucola. Entrambi gustosi, da applauso lo stracchino al posto della besciamella.
  • Secondo: stesso discorso, il secondo è uno non due, ma assortito di due carni diverse: medaglioncino di manzo + arrosto di vitello al limone con patatine al forno (ottimi,  ma porzione piccola e purtroppo insipidi...e il sale sui tavolo non c'era).
  • Crema catalana (favolosa).
Verso le 23.15 inizia il live acustico. Ci si può godere il  dessert ascoltando buona musica.
Verso mezzanotte tolgono parte dei tavoli e inizia la discoteca (non ho visto consolle) .  Si balla un po' dove capita, non c'è una pista vera e propria. La musica è commerciale e la gente adulta.
Venerdì è serata Friday'n Night (più giovane), sabato Dolce Vita (adulti 30-50, finalmente il sabato controcorrente!). E' sempre pieno, quindi prenotate con anticipo il tavolo.
Da provare!

2 novembre 2010

Ganesh Lounge Cafè - Bologna

Dove: via Polese 47/c - Bologna
Pro: ambiente particolare
Contro: parcheggio, aria fumosa, divani-cuscini scomodi, inadatto per mangiare
Tempo fa un non bolognese criticò il fatto che tra i difetti di un locale avessi messo la difficoltà di parcheggio. Ciò mi fornisce l'occasione per spiegare perchè tale evenienza rappresenta un problema. 
Il centro di Bologna è abitato da bolognesi (la netta minoranza) e non bolognesi (la stragrande maggioranza), spesso studenti fuori sede e meridionali saliti al Nord in cerca di fortuna. I non bolognesi solitamente sono appiedati o muniti di mezzi di trasporto minori come bicicletta o motorino. Tali mezzi "risolvono" il problema del parcheggio in città. Il bolognese, che a Bologna ci è nato, ci vive e ci lavora, non vive alla giornata e nell'economia di una vita regolare possiede e si muove (visto anche la carente copertura dei mezzi pubblici) in auto. Stessa cosa per il residente di lungo e lunghissimo periodo. Per questo il parcheggio è importante ed è  utile informare il lettore della possibilità o meno di un posto auto adiacente al locale.
E' l'estrema difficoltà di parcheggio nelle ore serali del Ganesh Cafè che spiega in parte il non essere troppo frequentato. Altre ragioni sono il fatto di essere un posto talmente particolare da risultare strano. Ma più che lounge o cafè, come il nome suggerisce, in realtà è sostanzialmente un discobar.
E' composto da due piani: l'entrata è al piano terra dove, subito dopo il bancone del bar, camminando lungo uno stretto corridoio contornato da pareti dipinte in stile optical e luci basse si accede ad un ambiente  composto da spazi separati da grate di legno dove si sta seduti prettamente a terra con divani-cuscino (piuttosto duri) e al cui centro vi sono tavolini. Tali spazi sono generalmente per 4 persone. Il menù,  in carta plastificata, prevede pochi piatti da pub (come patatine o panini) e molti cocktail alcolici o analcolici.
Per l'atmosfera e la scomodità delle sedute mangiare è inadatto.
Ho bevuto un analcolico, il Florida, a base di limone, arancia e pompelmo. Nulla di speciale.  Doveva essere o un ACE o un mischione con ghiaccio di succhi confezionati. Costo € 5. Sul menù anche il narghilè al costo di 10 euro.
Se ci si stanca di conversare ci si può spostare al piano interrato tramite una scaletta. Ci si addentra in una zona ancora più particolare, dark. Luci bassissime e blu, stessi cuscini-divani, stesse pareti zebrate, ma separate da inferriate quasi a simulare celle, specchi a parete allunganti e confondenti le dimensioni dello spazio disponibile.  L'ambiente è piccolo, al centro una micropista dove nessuno balla nonostante un dj in carne ed ossa e musica. Al sabato c'è molta gente stravaccata. Sopratutto giovanissimi intenti a fumare (i gestori non controllano) e a baciarsi. Il Ganesh effettivamente può essere adatto per scambiarsi effusioni.
Non troverete nessun lusso, nessuna situazione trendy. Il locale è piuttosto underground, a tratti può mettere a disagio. Non è una caffetteria, non è un ristorante, non è adatto per un meeting di lavoro. Ma sicuramente almeno una volta è da vedere.
Serate: giovedì karaoke, venerdì musica latina, sabato house. Per altri eventi vedere sul loro sito. Si menziona essere un Buddha Bar. Ma di Buddha non sembra esserci nulla.

25 ottobre 2010

Hotel Miramare - Trieste

Dove: V.le Miramare 325-327 - Trieste
Cat: 4*
Pro: bella vista dalle camere; accoglienza discreta; colazione abbondante
Contro: pochi posti auto a disposizione; ristorante chiuso domenica; camera con letto alla francese piccola
Da fare: visita al Castello di Miramare
Fronte hotel
"spiaggia" fronte hotel
Vista camera
Quali che siano i motivi per pernottare all'hotel Miramare, visita al Castello omonimo (dal quale dista un paio di km, percorribili anche a piedi con una passeggiata) o ultima tappa italiana per un viaggio nell'est Europa prima di entrare in Slovenia, questo è un luogo ideale per una notte. Bella vista, ottima e abbondante colazione, accoglienza discreta, spiaggetta di cemento di fronte, posto auto. Fin qui i pregi.  
I difetti? La camera con letto alla francese! L'offerta online è spesso su tale tipo di sistemazione. Il prezzo è abbordabile peccato che...il letto è inesorabilmente piccolo e scomodo e starci in due è un'impresa. E non c'è spazio nemmeno per le valigie. Altrimenti potete sempre prenotare una doppia classica, ma...il prezzo lievita...
Camera letto alla francese
L'edificio dell'hotel non è particolarmente bello, un po' un casermone. Fortunatamente le camere guardano il mare, perchè se guardassero il dietro dell'hotel, che dà sulla statalona, non sarebbe il massimo...
Il parcheggio, altra difficoltà. Parziale. Nel senso che ci sono pochissimi posti riservati sul retro dell'hotel, ma sono praticamente in strada, sulla statale, senza "protezione".  Ciò provoca il dover trascinarsi le valigie facendosi scale e scalette (non c'è facchino).  Non lasciate nulla in auto, in quanto rimane esposta a chiunque.
La vista sul mare, particolarmente azzurro, c'è. Il bel balcone con sdraio invita all'esterno.
Balcone camera
L'accoglienza all'arrivo è buona. Per ogni informazione potete chiedere alla reception. Non potete "pensionare" nel senso classico del termine, in quanto l'hotel dispone di un ristorante aperto agli esterni alla carta. Purtroppo, grave pecca, è chiuso di domenica (e infatti io vi sono giunta di domenica, non sapendo della sua chiusura), costringendovi a cercarvi il cibo a ramengo (e come già detto in altro post, in zona non c'è nulla tranne l'ottimo Befed Brew Pub). Nelle stesse sale del ristorante, c'è la sala colazione. Carino al mattino, con gli oblò che vedono il mare. Il buffet è ottimo e abbondante. A disposizione quotidiani.   
La spiaggia davanti c'è, ma non è dell'hotel, bensì pubblica (e quindi d'estate gremita). Sappiate che l'acqua è gelida (bagno impossibile a meno di essere eroi o sprovveduti) e stare sdraiati sul cemento massacra la schiena (provare per credere). Poco più avanti alcuni stabilimenti balneari offrono a pagamento lettini prendisole (sempre su terrazze di cemento). Insomma la sabbia scordatevela. 
In definitiva, un hotel che val bene una notte (ma non più d'una). 
Sala colazione/ristorante

22 ottobre 2010

Mamma Orsa - Formigine (Mo)

Dove: via Giardini Sud 132 - Formigine (Mo)
Pro: parcheggio, facilità d'approccio
Contro: lontananza da Bologna, cena, musica, confusione



Disco dinner abbastanza in voga del modenese-reggiano. Aperta venerdì, sabato, domenica.
Da Bologna sono mediamente 70 km, più 70 di ritorno, che fa 140. Roba da una tantum. Si vede, si prova e via.
Il viaggio in autostrada per raggiungere queste zone ti fa pensare. Ti fa pensare a chi vive in tale realtà della "profonda provincia". E poi che siamo comunque al Nord, immaginatevi al Sud. Del resto c'è nord e nord. C'è Formigine e c'è Bologna. C'è Casalpusterlengo e c'è Milano. Perchè la gente vive persa nel buco del **** del mondo? La ragione è sempre la stessa: non ha i soldi per permettersi di comprarsi casa in città. E non è una colpa. Certamente vi diranno, autoconvinti, che stanno bene, anzi addirittura meglio. E vabbè. Rimane che la villetta a Formigine costa meno di un monolocale a Bologna.
Sono stata di venerdì, con formula cena + live + disco. C'era il pienone. La cena non è a modico prezzo, costa € 25 (sia uomo che donna). Il locale è situato lungo la statale direzione Sassuolo/Maranello (uscita Modena Nord) in una zona commerciale industriale. Non è particolarmente grande. Ex capannone riconvertito, aperto solo al piano sotto (il piano di sopra era tenuto chiuso, motivazione non pervenuta). Struttura a pianta quadrata, con bar al centro, e tavoloni stipati in ogni dove (starete stretti come acciughe).
La cena comprendeva:
  • bevande in abbondanza (vino a scelta rosso o bianco - pessimo e caldo; coca cola - sgassata; acqua frizzante e/o naturale)
  • antipasto -  un paio di bruschettine e un cestino di pasta sfoglia duro riempito di sottaceti
  • piatto di pasta (caramelle) con sugo pannoso - anonimissimo
  • fettina di carne tipo arrosto sottile come un ostia condita da un filo di sciroppo di aceto balsamico
  • patate fritte - insipide 
  • pseudo zuppa inglese - pastone non ben identificato
Il tutto accompagnato ad un certo punto da un live di un duo - una sorta di live da oratorio - uno dei live più noiosi e assurdi a cui ho assistito in vita mia - ridicolo per acustica, scelta di canzoni e coinvolgimento. Ad un certo punto, hanno permesso ad uno dei presenti di far karaoke con brani di Celentano...
Al termine della cena, vengono tolti i tavoli al centro, per "creare" la pista. Musica house e commerciale, sparata a volume troppo alto per coprire le lacune dell'impianto acustico. Ci si sgola, sia durante la cena, che dopo.
Gran confusione in pista, gente che balla anche a ridosso dei tavoli, se non si sta attenti a mettere i piedi (coi tacchi) si rischia la caduta.
Se siete donne e un minimo carine, qui verrete facilmente inchiodate, cosa più rara a Bologna. Potenza della provincia?

19 ottobre 2010

Ristorante Borgo Antico - Ospedaletto di Pescantina (VR)

Dove: via Ospedaletto 57 - Ospedaletto di Pescantina (VR)
Pro: si mangia molto bene, ambiente elegante in contesto d'epoca
Contro: prezzi non alla portata di tutte le tasche

Saletta dinner ospiti hotel
Se alloggiate al Park Hotel Villa Quaranta non perdetevi una cena in questo bel ristorante ricavato al piano terra della villa omonima. L'ambiente è di livello, come il contesto d'epoca suggerisce. La saletta che vedete in foto è riservata a chi è ospite dell'albergo. Per gli esterni invece è previsto un salone più grande, quello principale, più glamour, ma meno intimo. L'atmosfera non è formale e si mangia davvero bene. La materia prima è locale e di gran sapore sono le verdure e il pesce fresco (nonostante la lontananza dal mare). 
La carta è raffinata e spazia da antipasti, primi e secondi di pesce e carne. Io ho assaggiato i bigoli alla contadina, un piatto di bigoli tirati a mano conditi con un sugo al pomodoro, basilico e olive nere così buoni che ricordo ancora. Di secondo ho scelto il pescato del giorno, una grande, fresca e morbidissima orata dal gusto squisito. Chi era con me ha mangiato un'entrecote alla griglia su letto di rucola, anch'essa porzione generosa e cotta magnificamente.
Nel menù specialità locali sono: risotto con carciofi e Monte Veronese Ubriaco; baccalà alla veneta con polenta grigliata; carrè d'agnello al forno al ristretto di Recioto; brasato all'Amarone con polenta.
Se decidete di trascorrere il weekend qui, non perdetevi questo ristorante. Il consiglio è di optare per un pacchetto che comprende anche una cena per due persone (la scelta è un po' più ristretta sul menù e comprende primo, secondo e dolce). 

12 ottobre 2010

Kartabianka- Bologna

Dove: via Finelli 1 - Bologna
Pro: Esteticamente gradevole
Contro: Buffet aperitivo molto al di sotto delle aspettative, troppo caos, disorganizzazione, musica assordante, costo drink donne € 7 anzichè € 5 come pubblicizzato, ztl, non avevano la Coca light/zero (!)
Lascia perdere: cocktail analcolico alla frutta

Potenza della pubblicità. Ma se l'involucro è più importante del contenuto il prodotto si sgonfia nel giro di una stagione.
Incuriosita e 'pressata' dai continui inviti via Facebook decido di andare di domenica, per verificare l'autorevolezza di questa serata, reclamizzata come 'Luxury Sunday'- Buffet  Imperiale,  un aperitivo per le donne a € 5, per gli uomini a € 7.
Arrivo verso le 20.15. Tra le prime 'magagne' di questo locale è il fatto che sia in piena Ztl (Zona a Traffico Limitato) con controllo telematico degli accessi fino alle 20 (tranne il sabato).
Arrivarci è semplicissimo. Si precorrono i viali in direzione stazione. All'altezza di v.le Masini si gira a fianco dell'autostazione in via Capo di Lucca (la stradina in salita, dove trovare parcheggio risulta quasi impossibile). Io l'ho fortunatamente trovato e percorsi 50 metri ero al Kartabianka (senza entrare in ztl). Ma appena  prima della piazzetta Finelli c'è la telecamera. Parcheggi ce ne sono anche davanti al locale, ma occupatissimi. 
Superato lo scoglio del parcheggio c'è da superare lo scoglio dell'affollamento, del buffet molto al di sotto delle aspettative, della mancanza di tavoli per sedersi (almeno fino oltre le 21.30 - quando il buffet è già terminato), della musica a volume troppo alto, del pubblico troppo giovane (età media 25), dei cocktail pessimi. 
Vediamo nel dettaglio:
Si entra e ci si sente subito alienati. Tavoli (e divanetti) tutti occupati. La gente che si è accomodata si guarda bene dal mangiare, far due chiacchiere ed andarsene (come sarebbe normale). No, è lì sopratutto per farsi vedere. Rimane per ore. E pump up the volume, non si parla, a meno di sgolarsi. E poi tutta l'altra gente, che non ha trovato posto, che frulla in piedi tentando di afferrare qualcosa dal buffet. Con la giacca in una mano, il bicchiere nell'altra e il piattino sulla testa...rigorosamente senza forchetta (presenti - ogni tanto - solo forchettine di acciaio, subito sparite). Chissà, forse vogliono fare provare l'ebbrezza di mangiare con le mani.
Poi ci sono gli idioti - è decisamente una categoria -  che stanno fuori al freddo a parlare per ore vicino alla porta d'ingresso. Sono la gioia dei bar, ai quali hanno venduto la bevanda senza il locale.
Il buffet. Scontato dire che l'aggettivo imperiale è una bufala per attirare gente. In realtà c'è poco (gnocchi al pomodoro freddi, fette di mortadella e cotto, tocchetti di formaggio, olive, patatine, e sul finire, tramezzini e pizzette - 1 solo vassoio per carità). La roba finisce in fretta, il ricambio è decisamente poco frequente, si ha la sgradevole sensazione che vadano al risparmio. I vassoi rimangono vuoti a lungo.
Altra scorrettezza è il prezzo dei cocktail per le donne. Costo € 7, anche se pubblicizzato su Internet a € 5. Dato che non avevo voglia di alcolici ho chiesto una Coca Cola Light o Zero. Non ce l'avevamo!  Al  bar! Come andare dal salumiere e non trovare il prosciutto.  Ho chiesto cosa avessero di analcolico.  La carta cocktail non c'era. Sapete cosa mi è stato proposto? Un analcolico alla frutta! Che fantasia! Una cosa schifosa. Un gusto orribile, mezzo frizzante!
L'ambiente? Esteticamente piacevole, l'unica cosa che gli riconosco.
Black list.

8 ottobre 2010

Hospital in the Rock - Budapest (Hu)

Dove: Lovas út 4, Budapest (sotterranei Collina di Castello)
Pro: esperienza ad altissimo impatto emotivo, prezzo d'ingresso equo
Contro: cointroindicato per persone impressionabili e claustrofobici; non è facile da raggiungere; foto non permesse; solo in lingua inglese ed ungherese; ci vuole il maglione

L'ingresso
Hospital in the Rock, l'ospedale nella roccia. E' un'attrazione piuttosto recente della capitale magiara, situata all'interno dei sotterranei scavati nella roccia della Collina di Castello di Budapest (Buda), luogo rimasto top secret fino al 2002.
Esperienza ai limiti dell'agghiacciante, la consiglio per la sua forza nel toccare le corde più profonde di ognuno di noi. Si tratta della ricostruzione, utilizzando il più possibile oggetti originari, degli ambienti in uso all'ospedale di guerra degli anni 1944-45 durante l'occupazione nazista e del bunker antiatomico costruito al tempo del comunismo.
Ad orari prefissati (al mattino e al pomeriggio) inizia un tour guidato di 1 ora in lingua inglese e ungherese (sappiate che gli ungheresi parlano frettolosamente e malamente l'inglese, non rispettando le costruzioni grammaticali e sintattiche ed hanno una cattiva pronuncia, quindi ci capirete poco o niente). Per la tortuosità del percorso - giustamente - il libero accesso non è possibile. L'ingresso costa € 12 (tradotto dai fiorini).
Accanto alla cassa un piccolo shopping point con alcuni cimeli. Poi un'ambulanza d'epoca e uno schermo che proietta un filmato di pochi minuti che spiega con immagini di repertorio il luogo in cui ci si trova.
Dopo la visione del filmato si entra. I gruppi non possono essere oltre le 20/25 persone per evidenti ragioni di spazio, ma non c'è mai  da aspettare il turno successivo. L'ospedale è perfettamente ricostruito: statue di cera a rappresentare feriti, infermieri e medici, farmaci e attrezzature sanitarie originali, con tanto di sale operatorie, ambulatori, gabinetti, la camera mortuaria.
Tutto è estremamente "squallido" e "povero". Sono lo squallore e la povertà della guerra. Il dispregio della vita umana. L'insignificanza dell'individuo. Il sangue, la morte. La lotta contro il tempo con mezzi quasi inesistenti per salvare vite, vite rubate - e  qui perfettamente lo comprendi - nell'assurdità di una follia collettiva.  Ciò arriva e arriva come un pugno nello stomaco. Le mie parole non possono descrivere l'inquietudine che si prova, immersi nel freddo e nel buio di quei sotterranei, davanti ad una realtà che non hai vissuto, ma che sai vera. L'emozione è stata così forte che mi ha provocato un calo di pressione con alcuni attimi di cedimento. Gli ambienti più "duri" sono  la sala grande; qui la visione più toccante è quella di un letto vuoto, al cui posto del soldato appena deceduto c'è una rosa bianca. L'altra sala "forte" è l'ufficio degli ufficiali nazisti  (e dei loro corrispettivi ungheresi - le Croci Frecciate) in divisa originale da S.S. (con statue ad altezza uomo).  Avete mai visto quella divisa nera?
Dopo l'ospedale, ci si appresta, già "provati", a seguitare il percorso nella visita del rifugio antiatomico. Quelle generazioni di pazzi, dopo la guerra mondiale, non domi, non escludevano di fare la guerra totale. Non bastavano i milioni di morti, gli balenava anche di annientare l'umanità. E quindi spazi con  monumentali generatori di corrente, di riciclo dell'aria, pseudo cucine con provviste in scatola e guardaroba con tute e maschere antiradioattività. Roba da film. Eppure è tutto vero. Impossibile vivere, tantomeno sopravvivere in quei foschi ambienti per i nostri standard.
Ho fatto fatica a finire la visita, non vedevo letteralmente l'ora di uscire. Sono stata male. Quando finalmente ho rivisto la luce del sole ho tirato un sospiro di sollievo. Mi sono seduta su una panchina e  mi sono concessa una decina di minuti per allontanare l'angoscia.
Sarete colpiti nel profondo. L'esperienza è altamente educativa.  Se conoscete qualcuno che è favorevole alla guerra, portatelo qui.      
La corsia, sala grande
Per raggiungere il museo. E' complicato raggiungerlo e per evitare di girare un'ora a vuoto come ho fatto io seguite queste indicazioni. Non si entra da su, dalla collina, ma da sotto, dalla strada che giunge all'altura, quella che percorrono le auto dei residenti. Se arrivate normalmente sulla collina di castello come tutti i turisti, tramite il "mitico bus 16" (scelta più azzeccata, parte da Pest  dove sono la maggioranza degli hotel e dei locali e arriva direttamente di fronte al castello reale) o la funicolare (però per prenderla dovete arrivare prima a Buda oltrepassando il Danubio tramite il ponte delle Catene), non lo troverete. L'unico modo per raggiungerlo dalla collina è arrivare alla chiesa di Matteo Corvino, poi tagliare dritto fino a raggiungere il viale alberato delle ville (perimetro opposto al Danubio); qui troverete una scaletta, scendetela e pochi metri più avanti sulla destra troverete magicamente (dato che non è pubblicizzato da nessun cartello) l'ingresso del museo.

30 settembre 2010

Antica Bologna - Bologna

Dove: via d'Azeglio 98/5 - Bologna
Pro: gran buffet aperitivo, caffè insoliti e gustosi, aperto domenica
Contro: buffet aperitivo e pasticceria mediocri


Aggiornamento marzo 2012. Il locale ha cambiato gestione. Ora si chiama Louis Living Bar.

Ok, l'abbiamo capito. E' il boom dei locali "poliedrici". Si stanno moltiplicando. I bar e le pasticcerie si riconvertono. Siamo tutti schiavi dell'apericena. Complice la crisi. Mangiamo con 5-8 euro. Ah, le mode! Passerà anche questa, ma non in breve tempo, mi sa.
Un altro della categoria dei "versatili"  che punta moltissimo sull'aperitivo è il bar pasticceria Antica Bologna. Preso d'assalto dalle 19 in poi per il suo buffet ricco, è meno frequentato come bar,e ancora meno come pasticceria. 
Sfatiamo il mito che buffet alla milanese=si mangi bene. La quantità non fa rima con qualità, anche se i nostri portafogli sempre più vuoti apprezzano istintivamente in genere di spendere poco e mangiare molto (e bene, semmai). Ma realmente, si può mangiare tanto e bene con  5-8 euro?  Siamo un popolo di illusi. Ma attenzione, qui l'aperitivo non è poi così a buon mercato, dato che costa € 8. In altri posti il buffet è più ridotto, ma si spende anche di meno. 
L'ambiente di Antica Bologna è anch'esso versatile (!). All'esterno grande spazio tavolini (ma d'inverno è freddo e d'estate c'è rumore e smog), molto meglio rimanere dentro. Vetrinone con decine di torte esposte (care), all'interno banco con sgabelli e sul retro lateralmente, ingiustamente snobbata forse perchè un po' nascosta, la parte "seduta" con bagno (dietro tenda rossa - vedi foto).   
1) Aperitivo. Chiedo un Ramatonic. Non sapevano cosa fosse (!). Glielo spiego (Ramazzotti + tonica). Il buffet è in attesa sul bancone del bar. E' quello della domenica.  E' abbastanza freddo, purtroppo. La quantità c'è, ma la qualità non soddisfa. Si fa mangiare, ma è mediocre. Ci si ricorda solo del cuscus e delle crescentine mignon.
2) Caffetteria. Sempre domenica, pomeriggio. Non c'è nessuno, si sta bene, tranquilli. Il menù è corposo,con caffè insoliti. Assaggio un viennese: bella presentazione, discretamente grande. Godurioso, come in genere questi tipi di caffè. Lo accompagno con una pasta scelta dal bancone pasticceria. Uno strano strudel al cioccolato. Duro, cattivuccio, ahia. Prezzi equi.
3) Pasticceria. Qui sono dolori. L'assortimento è notevole, si ha addirittura l'imbarazzo della scelta. Purtroppo però i sapori sono da dimenticare. Assolutamente mediocri. E i prezzi eccessivi. Ci sono pasticcerie molto superiori a Bologna. 

In generale: c'è di meglio, molto di meglio.

28 settembre 2010

Cafè de Paris - Bologna

Dove: Piazza del Francia 1/c - Bologna
Pro: locale trendy da dopocena
Contro: assenza di parcheggio, buffet aperitivo inesistente, caffetteria inesistente, solo cocktail bar (non si mangia)



Locale abbastanza famoso e ricercato in pieno centro a Bologna, in piazza del Francia, a lato delle poste centrali e Piazza Minghetti. Ovviamente trovare parcheggio è pressocchè impossibile. Se riuscite in qualche modo ad andarci, magari a piedi o parcheggiando da tutt'altra parte vi ritroverete in un bel cocktail bar, trendy, dove la carta drinks è piuttosto fornita. L'ambiente è piacevole sia di giorno, nella bella vetrata serigrafata a fiori che dà l'idea di un bistrot, sia di sera, quando le luci vengono tenute basse per creare l'atmosfera da intorto, anche se la musica house in sottofondo è sparata a volume troppo alto, rendendo difficoltosa la conversazione. 
Sono stata di giorno e me ne sono andata, in quanto non avevano nulla in menù per quanto riguarda la caffetteria. Sono tornata all'ora dell'aperitivo e me ne sono andata, in quanto non c'era buffet. Sono ritornata dopocena e finalmente mi sono fermata, dato che mi bastava solo un drink. Ecco il suo limite, hanno solo da bere. Il menù tutto cocktail fa spazio solo a un 3-4 piatti "insalatari", ma io non ho mai visto mangiare nessuno lì dentro.
Gli alcolici sono in maggioranza, ma un 6-7 analcolici ci sono. Costo? € 7. Ne ho assaggiato uno al mirtillo, il Cranberry Cream. Bella presentazione, fetta d'ananas, schiumetta, ma il solito difetto, troppo dolce. Oltre ai tavolini con sedie in plastica, c'è anche uno spazio più carino, con divani, ma come si deduce dalla foto non è accessibile, lo tengono chiuso, chissà forse sperando di affittarlo. Scelta di cattivo gusto, i recinti per chi paga di più non mi sono mai piaciuti. Toilette alienante.

16 settembre 2010

BeFed Brew Pub - Trieste

Dove: V.le Miramare 285 - Trieste
Pro: bellissimo locale, buon cibo, atmosfera tranquilla, aperto tutti i giorni fino a tarda notte

C'è Trieste e c'è Miramare. Che non fa comune, ma ne è la sua periferia, ben staccata. Un viale  lunghissimo che porta dritto dritto al Castello omonimo.
Non c'è nulla, se non qualche sparuto locale, ben poco entusiasmante. Il viale è fiancheggiato da una passeggiata a mare estesa chilometri dove alberi e panchine la separano dalla trafficatissima carreggiata. Solo qualche piccolo chiosco che vende bevande. Nessuna gelateria. Nessuna edicola. Nessun fast-food. Niente. Tanto per fare un esempio, il lungomare di Rimini è il suo opposto. E per fortuna.
Se l'intenzione era quella di lasciar parlare la Natura, la trovo piuttosto contraddittoria, dato che un fiume continuo di auto dirette a Trieste centro o verso la Slovenia rendono altamente inquinato e quasi inattraversabile il viale. In realtà è un disservizio turistico.
Se ti trovi a Miramare e vuoi cenare è un problema. Più avanti, verso il castello, solo un paio di ristoranti, quello dell'hotel Miramare (chiuso alla domenica) e la trattoria all'aperto di un ostello con prezzi da locale di lusso. I pochi stabilimenti balneari, che introducono a piattaforme in cemento alle quali si ancorano scalette che si  immergono in un'acqua più fredda di quella di un lago alpino, fanno solo servizio bar e chiudono presto.
V.le Miramare zona spiaggia pubblica

Per fortuna in mezzo a questo deserto c'è un faro nella notte dell'affamato in cerca di un boccone, che voglia cenare senza per forza dover entrare a Trieste. Si chiama BeFed Brew Pub ed è un locale bellissimo, grande come una piazza d'armi. Luci soffuse verdi nel giardino esterno, entrata scenografica con i macchinari a vista per la produzione della birra, di fronte il mare. Non è un locale snob. Niente a che vedere con quei ristorantini tutto fumo e niente arrosto. 
Interno
In realtà il BeFed è un franchising, la sede legale è a Pordenone e la maggiorparte dei locali sono in Friuli.
Come dice il nome è un brew pub, cioè un pub dove viene servita birra artigianale. Ad un'ottima lager, fresca e leggera (spina piccola € 2,30) si può alternare una rossa doppio malto (stesso prezzo). Il mio consiglio è di assaggiarle entrambe. Sono pochi i brew pub in Italia, quindi approfittatene.
L'altro pezzo forte del locale, da non mancare, è il galletto alla brace con patate (taglio grosso). Cotto col sistema cirasco è molto aromatico e gustoso. E' accompagnato da salsa e una fetta di pane. Il suo costo è € 10,90 e sfama una persona.
Galletto alla brace
Ma il menù non finisce qui. Ci sono degli ottimi e freschi panini. Siamo nella terra del San Daniele e il top è "Il Suo" un morbido sandwich con il dolce crudo San Daniele, lattuga, pomodoro, salsa delicata (€ 4,90).
Peccato per la mancanza di dolci in menù (e nei dintorni neanche l'ombra di pasticcerie o simili).
Come al Roadhouse Grill, potete mangiare arachidi a volontà, "smanazzando" gratis dentro grandi botti sparse per il locale. 
Il personale forse è un po' distratto, in quanto non corre immediatamente a prendere l'ordinazione, ma non lo ritengo un male, anzi, contribuisce all'atmosfera easy del locale, caratteristica per me molto importante, che assieme all'ottimo cibo e ad un prezzo accettabile fa entrare il BeFed Trieste nella mia top list.

10 settembre 2010

Castello di Miramare - Trieste

Dove: V.le Miramare - Trieste
Pro: esterno castello, vista mare
Contro: scarsa manuntenzione del parco, parcheggio difficoltoso
Da non perdere: la mostra Il Bacio (fino al 28 settembre 2010)
Castello: esterno

Trieste, Miramare. Prima tappa del mio viaggio di avvicinamento all'Ungheria (Bologna-Trieste e poi attraversando la Slovenia, tutta comoda autostrada fino a Budapest).
Miramare non fa comune, ma è l'estrema periferia di Trieste (Viale Miramare) e ha nel Castello e nel Parco di Miramare la sua ragion d'essere. O castello di Miramar, come in origine il suo sfortunato proprietario Massimiliano d'Asburgo (morirà in Messico per mano di oppositori, dopo esserne stato dichiarato imperatore)  lo aveva intitolato in ricordo della sua passione per i paesi esotici (e lo stemma dell'ananas sparso un po' dovunque ne è la riprova). Qui viveva con la moglie, Carlotta del Belgio, che la leggenda vuole morì pazza per la morte del marito (in realtà andò fuori di testa da anziana, probabilmente per demenza senile, data la sua dipartita a ben 87 anni).
Ma il castello di Miramare per me rimarrà sempre legato al Il Bacio di Hayez. Questo meraviglioso dipinto, allegoria del Risorgimento, rappresentato dal tricolore italiano delle vesti dei due amanti che nel bacio esprimono l'unificazione d'Italia, è in mostra per il 150° dell'Unità, in doppia versione (veste azzurra - Francia e veste bianca - Italia). Orgogliosamente - pur di soppiatto -  non potevo esimermi dal fotografare la versione "bianca", sopratutto per l'emozione che sa trasmettere.  La mostra è  prorogata fino al 28 settembre, ne vale assolutamente la pena (è inclusa nel prezzo del biglietto del castello).

Il Bacio di Hayez, versione "bianca"









Passeggiata a Castello - viale alberato pedonalizzato
Il parco e il castello sono da vedere entrambi. Il parco è visitabile gratuitamente, il castello è a pagamento. Non fate l'errore di perdervi gli interni del castello, perchè sono molto più interessanti del parco. Quello che rimane interiormente al termine della visita lo lascia il castello, non il parco.
Per giungere al castello potete parcheggiare lungo il viale, inventandovi un posto e farvi la passeggiata a mare - si parla di chilometri -  oppure parcheggiare a pagamento - decisamente consigliato - in prossimità dell'entrata del castello (che comunque già prevede un breve percorso a piedi).
L'orario di chiusura è alle 19, ma molta gente indugia ancora un po' nel parco prima del tramonto,  magari perchè c'è da finire di vedere qualcosa e perchè comunque nessuno ti viene a cercare per dirti di andartene. L'ho fatto anche io, subendo all'uscita la scortesia degli addetti che mi incitavano addirittura a "correre", sbottando in malo modo. Mi ha infastidito e l'ho trovato assurdo, perchè non è giusto sentirsi addossare la responsabilità di qualcosa che loro stessi non si premurano di far rispettare.
All'entrata, il pezzo forte è il bianco ed eclettico castello, costruito dall'architetto Junker in pietra istriana. La posizione è magnifica, nella baia di Grignano. Oggi una costruzione moderna sarebbe dotata di grandi finestre cielo-terra, per godere di tale vista mozzafiato. Invece no, paradossalmente  il castello vede il mare da finestre piccole, tendate, entrando ad illuminare di spicchi d'intenso azzurro un arredamento tipicamente d'epoca, pesantissimo, con legno a profusione, specchi, quadri, suppellettili, busti, tappezzeria rossa.
La parte più particolare sono gli appartamenti di Massimiliano, tesi a riprodurre le cabine di una nave (stanze piccole, chiuse, soffocanti). La sala che ho preferito è la biblioteca. Pensate che i libri sono quelli originali, sono migliaia e in diverse lingue (anche in italiano).
Interno: la biblioteca
Il castello ebbe anche un altro ospite illustre. Infatti fu utilizzato come residenza privata dal 1930 al 1937 dal duca Amedeo di Savoia-Aosta. Il secondo piano è stato completamente stravolto e riarredato in modo funzionale secondo lo stile fascista, producendo quasi uno scempio: due ascensori, un triste bagno  da pensione ad 1 stella, illuminazione al neon, termosifoni. Tollerabile solo perchè anche quello, ora, documenta la nostra storia. Il castello fu occupato anche dagli Americani di stanza a Trieste, che lo restituirono nel 1954 (una targa all'ingresso ricorda il contributo dei soldati statunitensi per la liberazione italiana).
La parte più bella del parco: il porticciolo
La disposizione del parco non è lineare, ma un po' cervellotica e non esiste nemmeno un percorso consigliato. Attualmente il pergolato con il glicine è in fase di restauro. Nonostante l'inaccessibilità di talune parti, un'idea generale ce la si fa egregiamente.
Purtroppo il parco è tenuto molto peggio di quello che ci si aspetterebbe. Sporco, noncuranza e sopratutto la presenza di zanzare tigre introducono ad un discreto ed iniziale degrado. Dopo la visita ho avuto la brutta sorpresa di non pochi pomfi sulle gambe, che mi sono portata dietro per 3/4 giorni a venire. Preferisco pagare e godermi un parco sicuro e ben tenuto, che non pagare e farmi mangiare le gambe dalle zanzare tigre.

3 settembre 2010

I viaggi di Titti

Eccomi di ritorno dalle vacanze. In realtà sono tornata la settimana scorsa e avevo ancora ben poca voglia di rinquadrarmi nella quotidianità, compreso blog. Ma l'amore per la scrittura non poteva lasciarmi tanto a lungo. In realtà quando ero via avevo moltissima voglia di postare in tempo reale il mondo di informazioni che carpivo, ma le vacanze DEVONO rappresentare la disintossicazione da pc e da Internet, fin troppo presente ogni giorno. Altrimenti diventa dipendenza e ossessione. E poi i pensieri vanno lasciati sedimentare, defluire in modo da  creare un testo privo  minuzie, il "succo", e cioè quello che il lettore vuole davvero.
Niente mare quest'anno: nel 2008 e nel 2009 ne avevo già fatto tanto. Non ne avevo voglia. Ma un lungo viaggio a tappe tra Slovenia, Austria e sopratutto Ungheria, dove sono rimasta due settimane.
Accidenti, faticoso: cinque alberghi cambiati, tanti chilometri macinati, tre nazioni, l'inglese sempre da parlare anche con chi non lo masticava, l'assenza di giornali o tv italiane, una capitale da vedere (Budapest), un forte raffreddore preso in un bagno pubblico, abitudini da rispettare, cibi da assaggiare, attrazioni da non perdere, shopping da fare.
Insomma mi sono stancata. Ma questo è il viaggio, prendere o lasciare. Si può anche decidere di starsene  stanziali in qualche località di mare o montagna italiana: decisamente più comodo. A patto di sapere che è un'arma a doppio taglio. Tanto più rinunci all'estero, tanto più perdi la capacità di andarci. E di rimanerci quando ci sei, affrontandone le difficoltà.
E poi è un'ottima scuola per riprendere l'inglese. Quante parole mi ero dimenticata, quante ne ho imparate (vocabolarietto con sè sempre indispensabile!). Tanto da farmi decidere un corso per migliorarmi al Cilta.
Durante il viaggio, nelle mie infinite elucubrazioni mentali da iperstimolazione conoscitiva, ho deciso di arricchire questo blog. Non più solo locali, ma anche recensioni di viaggio. Per carità, non saranno, come potrebbe far supporre la banalità del nome, le solite recensioni lunghissime e infarcite di  insulsaggini personali, come a migliaia in Rete, che "personalmente" aborro. Ma avranno lo stesso modello che ho sempre usato: nome dell'attrazione; ubicazione; pro e contro; consigli; schiettezza. 
Ci provo, vediamo cosa viene fuori. Sono certa che ne trarrete buone informazioni.Naturalmente in mezzo ci sono sempre i locali a Bologna. E' che la mia vita va molto più veloce dei miei aggiornamenti ;-)

6 agosto 2010

Cremeria Papilla - Bologna

Dove: via Bellaria 40/c - Bologna
Pro: ottimi gelati, cortesia
Contro: pochi gusti
Il top: granita alla fragola con panna montata

Il mese scorso ha aperto i battenti una nuova gelateria in via Bellaria, sotto il portico, poco decine di metri dopo il concessionario d'auto (quello all'angolo con via Arno). Alcune settimane fa non aveva ancora l'insegna. La gestisce una signora di una certa età, attenta e gentile.
Il locale è piccolo, ma ben illuminato. I gusti sono ancora pochi, ma quelli che troverete sono molto buoni. Scritti a pennarello su targhette di plastica trasparenti, denotano sperimentazione e artigianalità, anche se posti all'interno di contenitori in metallo con coperchio (che mi spiegò un gelatiere sono sinonimo di minor qualità e freschezza rispetto a quelli a vista, dato che, a differenza di questi ultimi, essendo chiusi si possono "conservare" anche per i giorni successivi).
Decisamente super è il gusto banana split: banana sormontata da panna montata e giro di sciroppo al cioccolato. Ottimo (con pezzetti del frutto rosso) il sorbetto al lampone. Buoni anche i due gusti al mascarpone: con pinoli e il copiatissimo con Nutella fusa in fondo alla cestina (anche se il vero precursore e tutt'ora imbattibile è il gusto Alice di Cremeria Funivia).  
Da non perdere la granita alla fragola con top di panna montata. E' strepitosa, come quella siciliana (nulla da invidiare alle granite di Stefino). C'è anche al gusto limone, immagino "felice" come la sorella.
Gratuitamente si può far aggiungere granella di nocciola, Nutella, panna montata e M&M's.
Per chi volesse la vaschetta, oltre alle classiche misure da gr. 500/1000 c'è anche il formato da 750 e quello da 350 (€ 6).
Un augurio a questa nuova apertura.

2 agosto 2010

La Rotonda sul pane - San Giovanni in Persiceto (Bo)

Dove: Rotonda di via Bologna - San Giovanni in Persiceto (BO)
Pro: ampio parcheggio, tavoli a libero servizio (di giorno), buon rapposto qualità prezzo forno e pasticceria, ven-sab aperto fino alle 3 
Contro: lontanuccio da Bologna, nessun menù ai tavoli, buffet d'aperitivo non particolarmente ricco, ristorante caro e con poca scelta
Il top: meringhe
Aggiornamento dicembre 2010
Il ristorante è ben poco visibile dallo spazio bar, è in una sala apposita accessibile da un'apertura seminascosta. 
Sono arrivati gli africanetti! Per chi non li conoscesse, sono una  varietà di savoiardi di colore giallo vivo a forma di lingotto ottenuti dall’amalgama di tuorli d’uovo, zucchero e burro finemente lavorati, montati a lungo e cotti in forno tipici di San Giovanni in Persiceto. Sono squisiti quelli di originali di Bagnoli  venduti nella loro scatola. Essendo non protetti quelli de La Rotonda risultano un po' secchi. Sono cari, costano € 1 l'uno e nella forma piccola a pasticcino € 0,30. 
Al venerdì e sabato sera il locale è davvero preso d'assalto. La fila per avere un tavolo persino a mezzanotte conferma il successo di questo posto.  

 
Volentieri accontento alcuni dei miei lettori che mi avevano segnalato e chiesto di recensire la Rotonda sul Pane.
Il grande locale climatizzato (con alcuni tavoli anche all'esterno - che per uno snack in estate li preferisco, in quanto permettono di godersi il bel clima anche se danno sull'ampio parcheggio, che comunque disturba poco) è nuovo, bello e frequentatissimo.
La Rotonda sul Pane (il nome ricorda la Rotonda sul Mare, canzone di Fred Bongusto) è un bakery cafè + light restaurant: il primo a Bologna fu Redipane, che però non ha il ristorante, anche se questi non sono ristoranti veri e propri,  ma più una sorta di ristorazione leggera che prevede 2/3 primi, insalatone, 2/3 secondi poco elaborati. Infine si è aggiunto recentemente, ed è praticamente identico, l'AM71 in via Marconi, guarda caso anche quest'ultimo sulla rotonda (dei Martiri).
Open space ben arredato, con molti tavoli fruibili liberamente (non c'è menù al tavolo, si ordina ai banconi e ci si siede), divanone con cuscini lungo tutta una parete, tavolone con giornali (all'ora dell'aperitivo adibito a buffet). E' il classico locale poliedrico, aperto dalle 5 a mezzanotte con orario continuato che cerca di soddisfare tutte le esigenze (colazione, pranzo e cena, merenda, aperitivo, pasticceria e forno, bar e dopocena...e...aiuto, basta!). Il personale è in divisa.
Ma entriamo nei dettagli:
Bancone forno-pasticceria: il pane è fresco, anche se le varietà sono poche (molto meno rispetto ad un panificio vero e proprio); dal salato invece non ci si può esimere: pizze al taglio morbide e gustose (hanno solo la margherita, € 1,20 al trancio), crescente (al prosciutto, focaccia alla genovese - ma era secca), girelle, calzoni (€ 2 l'uno, ottimo quello al formaggio e cotto, c'è anche al wurstel e agli spinaci e formaggio). Non ho visto salatini. 
Ho provato le meringhe (sono quelle grandi! E anche con scaglie di mandorle): strepitose, si sciolgono in bocca. Poi i biscottini misti (spumini bianchi e al cioccolato, cantuccini, rose del deserto, biscottoni da intingere, alle mandorle, e altri), tutti freschi e golosi e con un prezzo più basso che in città, € 2 l'etto. Ottime le rose del deserto e gli spumini impastati col cacao. La pasticceria ora è pochina, ma è normale in estate, paste non ne troverete se non babà enormi, crostatine alla confettura e mignon. Inoltre frigo con alcune torte (dal buon prezzo). 
Bar: caruccio! Una lemonsoda in bottiglietta (in lattina non l'avevano) ben € 2. Il menù non c'è. Appeso ad una colonna una lavagnetta indica alcuni caffè speciali: cappuccino e caffè estivi, caffè shakerato, ecc. Il banco panini attira: sono enormi e costano tutti € 3,50.
Aperitivo: mi ha meravigliato, in quanto non particolarmente ricco. Sicuramente fresco, però non più di 5/6 tipi di piatti (tra cui - strano - patate fritte con ketchup); ad ogni modo al costo di soli € 3,50 (spritz o cocktail). 
Cena: poco adatto per cenare (io ci tornerò per quel mega panino!) Piatti cari: primi € 8, secondi €10/12, con scelta risicatissima. Il mercoledì cena a buffet con musica ad €15.

29 luglio 2010

BOtanique - Bologna

Dove: via Filippo Re - Bologna
Quando: 1-31 luglio 2010
Pro: ingresso gratuito, pulizia e ordine
Contro: possibilità di cena sotto un tendone (catering) a prezzi da ristorante


Io che vivo a Bologna da quando ci sono nata ignoravo l'esistenza della centralissima via Filippo Re, laterale di via Irnerio, a fianco dell'orto botanico. Per forza! E' una via ad uso e consumo dell'Università, da metà in poi addirittura di sua proprietà. C'è persino un cancello ad interdirne l'accesso ai  veicoli e in un certo qualmodo ai comuni mortali - nelle sere della manifestazione sera presidiato da buttafuori, che ne fa - e gliene rendo merito - un luogo pulito e sicuro. Quindi niente barboni, extracomunitari sospetti, drogati, ma solo studenti-bene e cittadini bolognesi (evviva!). Difatti le serate sono gestite da Estragon e vi ricordate cosa scrissi nel post su Estragon?  Che era un posto  sicuro, perchè controllato da buttafuori.
Il BOtanique è una rassegna musicale con artisti italiani ed internazionali in uno spazio verde all'interno della "cittadella universitaria" ("gentilmente" messa a disposizione da Unibo) - con un palco e un grande prato per sedersi, tavoli e sedie da giardino sotto gli alberi e alcuni stand per cenare.  Uno è un modesto bar-ristorante  con menù a prezzi insolitamente alti, scritto a mano su "lavagnette" di carta appese all'interno (alcuni piatti freddi, alcuni primi di pasta, tre/quattro secondi - tutto catering, in quanto non c'è la cucina...nemmeno quella da campo). Meglio optare per qualcosa da bere e trasferirsi sotto le frasche. A seguito del ristorantino c'è  un piccolo stand creperia.
Proseguendo il percorso a piedi, si giunge in una graziosa piazzetta con due edifici di diverso stile, molto belli e ben tenuti: una palazzina liberty e un palazzo d'epoca fascista. Sono adibiti a facoltà di pedagogia (ora chiamata elegantemente scienza della formazione, anche se la sostanza non cambia) e presidenza della facoltà di lingue.
L'atmosfera è easy e tranquilla, ci si sente al sicuro e ciò ormai a Bologna è una rarità. Il BOtanique chiude tra pochi giorni, non perdetevi la grande festa di chiusura sabato 31 luglio.

23 luglio 2010

Festa del gelato - Casalecchio di Reno (Bo)

Dove: Casalecchio di Reno - Bologna
Quando: 23-25 luglio 2010
Pro: lunga passeggiata fra banchetti e negozi aperti (quelli di ristorazione e alimentari)
Contro: di stand del gelato neanche l'ombra, affollato

Spazio ristoro (no gelato)

Scrivo questo post alla vigilia della cosiddetta festa del gelato di Casalecchio, perchè, essendoci andata due anni di seguito (2008-2009...e mi basta!) voglio mettervi in guardia per quanto riguarda...il gelato.
Non andate là pensando di trovare stand con gelati, perché rimarrete delusi. E' uno specchietto per le allodole. Forse pensavano che intitolare la manifestazione per quello che è  in realtà, e cioè Festa (dei commercianti) di Casalecchio, non attirasse abbastanza pubblico. Ad ogni modo se vuoi il gelato, lo compri nelle gelaterie del paese a prezzi di listino. Non dimentichiamoci però che le gelaterie sono aperte comunque.
Se non c'è il gelato, cosa c'è allora? Bar, ristoranti, negozi di alimentari (questi ultimi non tutti), pizzerie, trattorie aperte; banchetti ambulanti di abbigliamento/cianfrusaglie artigianali, concertini ed esibizioni di qualche artista di strada.
La pasticceria Dolce Lucia trasferisce all'esterno un piccolo bancone con bomboloni e gelati; la piadinoteca  e la pizzeria d'asporto organizzano tavoli all'esterno. In uno spiazzo a lato della via Marconi (il corso principale) ci sono tre/quattro stand con birra alla spina, crescentine/piadine con affettati e poco altro. I parchi pubblici  sono naturalmente aperti come solito (giostre e giochi a pagamento per bambini su quello che dà sulla Porrettana).
Evidentemente gli sponsor sono Confcommercio, Ascom, Cna.

20 luglio 2010

The Village 2010 - Bologna

Dove: Parco di Villa Mazzacorati, via Toscana  19 - (Bo)
Quando: dal 9 luglio al 7 agosto 2010
Pro: Ambientino informale, tranquillo e rinfrescante con luci soft, ingresso gratuito, bar (solo bevande)
Contro: in caso di concerto si perde la tranquillità, parcheggio non facilissimo 

La bella e monumentale Villa Mazzacorati, di ispirazione palladiana, appartenuta ai marchesi omonimi, anzichè essere degna vetrina di eventi culturali o polo museale, è oggi dequalificata a sede dell'Asl (Azienda Sanitaria Locale). Svilita, al suo interno la villa, tra un ambulatorio e l'altro, è sede anche del Museo del Soldatino Mario Massacesi (15 mila esemplari).
Dietro, si estende il parco, ben più grande di quello che ci si potrebbe aspettare. Aperto tutto il giorno, è ben tenuto e provvisto di panchine, fontanella e giochi per bambini. Si può trovare un buon relax grazie al fatto che, essendo poco conosciuto, è anche poco frequentato.
Questa zona verde, durante l'estate, da alcuni anni orsono è  luogo d'aggregazione con concerti, proiezioni o più semplicemente un meeting point. Gli spettacoli, due o tre sere a settimana, iniziano alle 21, ma in realtà partono più tardi (es. la tribute band ai Red Hot Chili Peppers ha iniziato a suonare alle 23).
La location mi è piaciuta. Affatto degradata, ma bensì gradevolissima, con un illuminazione rosa soft procurata da lampadari di cartone stile orientale fra gli alberi, non troppa gente, possibilità di sostare ai tavoli o sotto ombrelloni + cuscinoni a terra senza obbligo di consumazione (ma volendo il baretto offre bevande alcoliche e analcoliche a prezzi competitivi). Il momento migliore per andarci è al di fuori dei concerti, in un feriale. Si sta benissimo. 

16 luglio 2010

Fiera del Carmine - Crevalcore (Bo)

Dove: Crevalcore - Bologna
Quando: 15-19 luglio 2010
Pro: vasto mercato ambulante (raddoppia domenica)
Contro: le possibilità di cena sono ridotte all'osso
Alcuni stand gastronomici su piazza Malpighi antistante la parrocchiale di San Silvestro

La fiera del Carmine è la più grande e importante manifestazione di Crevalcore e si svolge annualmente la terza settimana di luglio. 
Note su Crevalcore
Crevalcore, verso il modenese, si raggiunge percorrendo la Persicetana (è infatti subito dopo San Giovanni in Persiceto). Luogo natio di Marcello Malpighi, il suo nome deriva dal latino crepa corium, scorza crepata, termine che indica le crepe che la secca estiva provoca nei terreni tipici di questo territorio. A pianta rinascimentale, ha un centro con vie lineari e due porte di accesso (porta Bologna e porta Modena). La piazza principale del paese è Piazza Malpighi, su cui si affacciano la parrocchiale di San Silvestro e il Municipio. La via principale è corso Matteotti, fiancheggiato da eleganti palazzi e porticati del Sei-Settecento e dal Teatro Comunale. 
Corso Matteotti
Questa fiera, che come il nome suggerisce ha carattere più commerciale che enogastronomico, dà il suo meglio verso il tardo pomeriggio, quando il sole è meno cocente e si ha abbastanza tempo davanti per poter gironzolare per i banchetti e fare, perchè no, acquisti. Consiglio vivamente di andarci domenica, in quanto il mercato è molto più grande, espandendosi, oltre al centro, anche fuori porta, lungo i viali di circonvallazione. Ci sono ambulanti di tutti i generi e una piccola zona adibita a luna-park. Da mangiare invece c'è poco,  più o meno uno stand a crescentine e cocomero. La ristorazione è affidata più ad esercizi locali come bar, pizzerie d'asporto, gelaterie, qualche trattoria, che per l'occasione rimangono aperti. 
Qualche piccolo evento correda la fiera, come l'apertura del museo dei burattini (orari limitati) e dei concerti in piazza. Ma il vero must di questo evento è la domenica, con un mercato ambulante davvero grande.

13 luglio 2010

Hotel Capo Vaticano - San Nicolò di Ricadi (VV)

Dove: Contrada Punta Tono, San Nicolò di Ricadi (VV)
Cat: 4*
Pro: Posizione splendida, belle camere, godibilissimo il centro benessere
Contro: Family Hotel (predominante la presenza di bambini...con tutte le conseguenze del caso, colazione e cena troppo presto), cucina dozzinale
Da fare: Tropea by day e by night; i borghi fantasma; Capo Vaticano

Siamo in Calabria, in uno dei punti più belli di tutta la regione, Capo Vaticano, quel piccolo speroncino di terra che si protende sul Tirreno. La provincia è Vibo Valentia, la zona è Tropea, l'aeroporto di riferimento é Lamezia. Naturalmente ci si può anche recare in auto, ma non si arriva più, è infatti molto a sud.
La Calabria è il posto che preferisco nel meridione d'Italia per una vacanza al mare (è la meno cara e la meno frequentata e quindi la più tranquilla). Non c'è molto, ma per far del mare non ha eguali: lunghe spiaggie di sabbia libere semideserte anche in agosto, pochissimi gli stabilimenti e a lunga distanza gli uni dagli altri a prezzi ben al di sotto della media nazionale (ad es. € 10 due lettini e un ombrellone al dì in agosto). Il mare? Pulito e caldo. E senza meduse (a differenza della Puglia).
Quest'hotel è alla Contrada Ricadi (i nomi delle vie quasi non esistono, ci sono le contrade e poi si cerca). Non facilmente raggiungibile nemmeno con il navigatore, è però situato in una posizione talmente mozzafiato, che gli perdona gli altri disagi.  A patto di non fare più di una settimana, altrimenti avrete una crisi isterica data dai troppi pianti di bambini urlanti (purtroppo è un hotel venduto sopratutto tramite tour operator come family hotel e quindi svilito, ma in realtà "sarebbe" un fashion hotel adatto ad una clientela adulta di alto livello). Consiglio di andare l'ultima settimana di agosto o la prima di settembre (è ancora caldissimo), oltre a spendere meno l'hotel si sarà praticamente svuotato e la fruibilità risulterà essere paradisiaca.
 La passeggiata a mare
La posizione è emozionante persino a scriverla (ci sono vip che vanno a cantare gratis pur di farsi ospitare dall'hotel, ad es. io conobbi Scialpi). La struttura è direttamente sul mare e ha una spiaggia privata con lettini e ombrelloni gratuiti a disposizione. E' tutt'uno con il mare: riservando una camera con vista è tutto lì, come un'immensa arena: la passeggiata, la piscina e la spiaggia, senza soluzione di continuità. Una vera full immersion.
La piscina
Le camere sono belle, di design e abbastanza silenziose. Particolarmente bello è il bagno, con la doccia a vista senza cabina ad unico rivestimento.
Vista dalla camera

Il bagno
Il ristorante: all'aperto, risulta essere purtroppo di mediocre qualità. Le colazioni sono troppo mattutine, pur se abbondanti e la cena, ad orari troppo ristretti (20.30, non di usanza per il Meridione). Ci si rifà con il dopocena, dove si ci può sedere ad ascoltare il pianobar (bravo il cantante), magari sorseggiando un cocktail godendosi la brezza del mare e volendo rimettendo ancora i piedi nella sabbia.
Il complesso è nuovissimo, purtroppo ha ancora punti non a norma, severamente pericolosi (come ad es. questa scala senza ringhiera). 
Un altro punto a favore è il centro benessere: particolare, molto godibile, affascinante. Permette un lungo percorso acquatico della durata di un pomeriggio in grande tranquillità (sono quasi tutti al mare).
Inoltre a disposizione una biblioteca con libri e grande parcheggio coperto e scoperto.
Il sito web è questo

Parte seconda: i borghi fantasma 

Se andate a Capo Vaticano, procuratevi una buona guida regionale, qualcosa da fare lo troverete sempre. Visita d'obbligo Tropea, situata a una decina di km: andateci un paio di volte, di sera, gremita, per lo shopping e di giorno per la bellissima spiaggia con l'acqua trasparente - nonostante la folla sotto il santuario (inagibile) di Santa Maria dell'Isola e per la visita al centro storico (sopra la lunga scalinata, purtroppo quest'ultima tristemente degradata e con molta spazzatura a cielo aperto).
Ci sono poi alcuni luogi misconosciuti, che ho scoperto faticosamente tramite confuse indicazioni:  i borghi fantasma. Di questi il più suggestivo è Papaglionti vecchia, frazione di Zungri (VV) abbandonata nel 1981 desolato, è pauroso persino in pieno sole. Si può entrare liberamente nelle stanze crollate e trovare ancora arredi, vecchi tv, stoviglie. Il terrore che qualcosa crolli in testa o di sprofondare per un cedimento di un pavimento è intenso. C'è una piccola chiesa squarciata e aperta, San Pantaleone, con gli interni semiintatti: è  magica. 
Papaglionti vecchio è quasi introvabile, mi sono premurata di scrivere le coordinate geografiche. Impostandole con il navigatore, ci arriverete come per incanto.
Coordinate Papaglionti Vecchio (ingresso del borgo fantasma):
Lat. 38° 38' 52'' N
Long. 16° 00' 50'' E

Un altro borgo fantasma, che si erge tra due valloni, abbondonato nel 1783 dopo il terremoto (la Calabria è terra ad altissimo rischio sismico) e ora visibile solo da lontato (arroccato su una collina) è Briatico Vecchio. Rimangono i resti del castello normanno-svevo, delle torri difensive, di varie chiese, di tratti di selciato. Ecco le coordinate:
Lat 38° 42' 44'' N
Long 16° 01' 53'' E