14 dicembre 2009

Pub Spaten Keller - Bologna

Dove: via della birra 21 - Bologna
Pro: di sicuro non devi prenotare
Contro: ambiente poco riscaldato, modesta affluenza di pubblico, enormi spazi vuoti, scarso rapporto qualità-prezzo
Lascia perdere: crescente
Questo pub è situato alla fine di via della Birra, una laterale di via del Triumvirato, zona aeroporto. Una zona residenziale dell'estrema periferia bolognese, di quelle che che non ci passi se non ci abiti o non hai l'indirizzo.
Si chiama Spaten Keller ed è un pubbone enorme (tre sale di cui una per fumatori) situato in un ex casa del popolo. Proprio l'originaria sede lo rende ancor oggi uno strano ibrido tra un pub e un circolo.
Nonostante fosse un prefestivo, il pub era semideserto e i quattro gatti che c'erano si minimizzavano tra quelle enormi sale disunite con l'effetto di rendere ancora più 'triste' l'ambiente.
Non fatevi condizionare dal cartello all'entrata che recita che lo Spaten Keller è un club ed è riservato ai soci. Se così fosse quando ci hanno visto entrare non ci avrebbero fatto sorrisi a 36 denti e invitato immediatamente a scegliere un tavolo. Vista la poca affluenza, chiunque entri è il 'benvenuto'. Lasciare quel cartello è una leggerezza: quanti magari leggendolo si intimidiscono e vanno via? Non fa bene allo scopo.
All'interno fa molto freddo, credo non esista un impianto di riscaldamento tradizionale, sostituito invece da piccoli caloriferi dai quali soffia aria calda, assolutamente insufficienti per rendere confortevole un luogo di sosta e relax. Ci sono tende lunghe fino ai tavoli di aspetto non pulito e muri dipinti di un cupo color carta da zucchero. L'osservazione aliena.
Se poi ci aggiungiamo un pasto mediocre e a caro prezzo, il conto è presto fatto. Il menù è vasto, ma il cibo non è altrettanto 'dinamico' come la carta.
Ordiniamo una crescente Come Va, con speck e fontina, una piada Nadia, 4 formaggi, funghi freschi, prosciutto cotto e patatine fritte. La crescente era la peggiore, dalla foto si vede quanto era stantia (guardate le olive). Infatti il sapore era di 'conservato da sacchetto del pane in credenza'. Nonostante questo costava 6 euro. La piada, cucinata male, era fredda e riempita con alimenti caldi. Tutti dovrebbero sapere che anche la piada va scaldata! I 4 formaggi non li ho visti, ma ne ho visto 1. Pure questa 5 o 6 euro. Unica cosa decente, le patate, presumibilmente cotte in un olio già usato visto il colore scuro.
L'acqua mi è stata servita in bottigliette da mezzo litro in pet. Almeno, visto quello che costano, vorremmo averle di vetro. Infine c'è anche il coperto, 1,5 o 2 euro a testa.
Verso mezzanotte parte il karaoke, sparato a volume troppo alto per chi vuole conversare.
Un luogo che per ambiente e cibo lo definirei non proprio 'felice'.

7 dicembre 2009

Calderoni - Bologna

Dove: via Indipendenza 60
Contro: pasticceria mediocre
Lascia perdere: salire al piano superiore nella 'saletta degli orrori'
Non ero mai salita nella saletta al piano superiore di Calderoni. Calderoni è un bar pasticceria storico, non più in mano a bolognesi (tanti anni fa mio padre era ghiotto dei loro tortelloni burro e oro, che si faceva fare d'asporto, a detto sua - e mia - erano i migliori della città. Eh, bei tempi andati!).
E' sopratutto un bar di passaggio, frequentatissimo, data la fortunata posizione. Così ben posizionato che ha sempre avuto un'altissima percentuale di avventori (che aumentano al venerdì e sabato grazie al mercato ambulante della Piazzola) potendo scendere nella mediocrità senza che nessuno quasi se ne accorgesse. Tranne me, che sono abituata a scrutare sempre il locale in cui mi trovo.
Già lo avevo testato un paio di volte, rimanendo però solo al piano terra, ambientino luccicante, una bella copertina che nasconde la dozzinalità della pasticceria.
Presi delle paste ed erano - ripeto - mediocri; presi un'aperitivo ed era un po' meglio (mangiato all'impiedi con i vassoi posizionati accanto alla cassa, perchè dentro si sta in piedi oppure si sta fuori sotto il portico in mezzo ai passanti, d'inverno adatto a chi ama smog, confusione e freddo); presi una meringa gigante confezionata che vidi in vetrina e fu l'unica cosa 'memorabile'.

Il Piano Terra
Fino a che ho deciso di salire per un tè in quella che chiamo oggi la 'saletta degli orrori'.
Ambiente nettamente più brutto. Luci forti, tono dimesso, pavimento opaco per il taccone di sporco, tovagliato giallo-arancio sozzo, muri da rimbiancare, radio sparata ad alto volume che trasmette il notiziario. In breve, una saletta ristorante (o colazione) di una pensione a due stelle. L'anti-romanticismo per eccellenza.
Non c'è posto. Nessuno ci fuma di striscio. Ma alcune persone lasciano il tavolo esasperate dall'attesa e ci sediamo noi.

Sala colazione Pensione Marisa
Appena seduta, mi infastidisce la condizione del copritovaglia che trovo. Sudicio, non sporco fresco, ma secco. La tovaglia di sotto, gialla, era annerita da quanto tempo era lì.
Ciò si può sopportare, a patto che, com'è normale che sia, dopo pochi minuti arrivi il cameriere e cambi con una tovaglia pulita. E invece no! Il nostro cameriere ci ha servito il tè sopra quello schifo. Zitto e mosca. Ovviamente abbiamo protestato, e solo allora ci ha cambiato la tovaglia! Due signore anziane hanno bevuto il caffè sopra una tovaglia ancora più sporca della nostra.

Stato del copritovaglia con scontrino appallottolato sul quale è stato servito il tè
Dopo 15 minuti di attesa arriva il cameriere senza menù e ci chiede cosa vogliamo. Vada per un tè. Si va a memoria, dato che non c'è il menù (questa 'furbata' l'ho sempre trovata detestabile). Attendiamo un'altra mezzora, ritorna il nostro uomo e fa: "Scusate, mi sono scordato, cosa volevate?". Riordiniamo e passano altri dieci minuti. Totale per avere un semplice tè appoggiato su tovaglia sporca: minuti 55.
Ma lo sporco non finisce qui. Carta canta, o meglio foto canta...Guardate un po' il fondo del porta bustine da tè, ingrandendo la foto con un clic. Briciole, polvere, peli addirittura!

Troppi i 'piccoli ospiti' all'interno del porta bustine da tè
E poi due bricchi da latte senza coperchio e macchiati anzichè la teiera, cucchiaini da caffè anzichè da tè, biscottini vecchi e secchi portati quando avevamo già finito (si era scordato di nuovo!).

Niente teiera, ma un bricco latte senza coperchio e macchiato
Tra gli orrori va anche menzionato la toilette, lurida! Bagno delle donne chiuso (non occupato, ma chiuso!). Motivazione non pervenuta. Unico bagno disponibile, quello degli uomini. Senza la chiave. Quindi immaginate che tranquillità può avere una donna, costretta nel gabinetto degli uomini, in quei momenti. Nel cesso, perchè solo così si può chiamare, sudiciume e spazzatura. Fuori, accanto al lavandino, nessuna carta per asciugarsi, nè aria calda. Non lo sai e sei costretto ad uscire con le mani bagnate e trovare il primo tovagliolo disponibile al bar. Fantastico per l'igiene!
...E con quello che guadagnano, almeno tenere pulito...

1 dicembre 2009

Patata & Co - Granarolo dell'Emilia (Bo)

Dove: via S. Donato 79/2 - Granarolo dell'Emilia (Bo)
Pro: spaccio Amica Chips
Contro: locale semivuoto, prezzi da bar anzichè da spaccio
Chi vende chi?
Non ho ancora capito se Patata & Co è un minispaccio aperto da Amica Chips con le vesti da bar, oppure se è un bar aperto da qualcuno con le vesti di minispaccio Amica Chips. E' una strana soluzione ibrida, per ora poco conosciuta e di scarso successo a causa principalmente della posizione, lontana da Bologna.
Al confine tra Quarto e Granarolo, sulla statale, con un ampio parcheggio, Patata & Co è subito visibile dalla strada. Il logo dell'azienda di Castiglione delle Stiviere fa capolino con un'insegna luminosa e già all'esterno viene diffusa musica.

Non hanno sito Internet, l'unico contatto è su Facebook, dove pubblicizzano la chiusura alle 23 e l'aperitivo ricco con musica e gente. In realtà le cose stanno molto diversamente...
Ci sono andata verso le 20, proprio per un aperitivo.
Il locale sarebbe carino, è un classico bar, arredato a nuovo, con diversi tavoli all'esterno (inutilizzabili d'inverno) e due o tre tavolini all'interno, alcuni con sgabello.
Il problema è che c'erano solo anziani! Alcuni a capannello all'esterno in piedi e marito e moglie ultrasessantenni che bevevano vino all'interno. A completare i genitori dei baristi che 'davano una mano'. Inoltre una cameriera spazzava il pavimento.
La sensazione è stata di inospitalità e desolazione.
Poi la disposizione interna era poco azzeccata, il minispaccio, l'unica cosa interessante, era al buio. (la foto l'ho illuminata con photoshop)!

Ho visto bene, dato che l'aperitivo era fatto solo di patatine miste Amica Chips e arachidi, di acquistarne una scorta ed andarle a mangiare altrove.
La gamma di patatine è completa: non solo le classiche, ma anche chips di mais, popcorn, aromatizzate alla paprika, alla pizza, al balsamico, ecc.
Da provare le Alfredo, grosse e artigianali, c'è la versione al sale o al pepe e le BarMan, quadrati soffiati dal gusto particolare.
Attenzione, i prezzi non sono da spaccio, ma da bar!

25 novembre 2009

Caffè Zamboni - Bologna

Dove: via Zamboni 6 - Bologna
Da provare: prosecco, buffet aperitivo, tranci di torta
Pro: aperi-cena
Contro: parcheggio, pienone all'aperitivo della domenica
Il Caffè Zamboni, come suggerisce il nome, è in via Zamboni, all'inizio della zona universitaria. E' quindi logicamente preso d'assalto dagli universitari, ma non solo, perchè essendo a pochi metri dalle Due Torri è frequentato anche da gente un po' di tutti i tipi, mediamente giovane.
Il locale è versatile, aperto dalla colazione del mattino con bar pasticceria, al pranzo per lunch con salati vari e piatti di pasta e secondi (surgelati), al pomeriggio con tè e cioccolate, per proseguire con l'aperitivo dal ricco buffet e il dopocena.
Ottimo per l'aperitivo domenicale, mentre la maggioranza degli altri posti sono chiusi, qui fa boom. Sembrano essere tutti al Caffè Zamboni, addirittura c'è il pienone e verso le 19.30 capita di dover aspettare in piedi che si liberi un tavolo, nonostante le 5 sale interne, concatenate l'una all'altra per il lungo.
L'aperitivo è un'aperi-cena. Il buffet è ricco e sopratutto viene cambiato molto spesso con cibo sempre diverso. L'orario ideale per trovare posto e mangiare il meglio è verso le 20.30: è a quell'ora che arrivano tranci di piadine calde farcite e pizza (ottime). Prima di quell'ora pasta fredda di più tipi (mediocre), cuscus, insalata di pomodori e olive nere, crescente con prosciutto cotto e mortadella, grana, insalata di riso (un pappone immangiabile) e altro. Io ho ordinato un calice di prosecco (era squisito) e il mio accompagnatore uno spritz light (molto buono).

L'aperitivo costa € 7 e direi che è onesto, data l'abbondanza del buffet.
Consiglio anche di provare i tranci di torta, costano € 3 l'uno. Io ho provato la torta foresta nera e quella cioccolato e pera ed erano fresche e buone.

Belli grossi anche i tramezzini.

15 novembre 2009

House of Rock - Sasso Marconi (Bo)

Dove: via Porrettana 114-116 - Pontecchio Marconi (Bo)
Contro: pessimo rapporto qualità-prezzo, cucina raffazzonata, cattiva acustica, ambiente quasi per nulla riscaldato
Lascia perdere: hamburger house of rock e budino soffiato al cioccolato (una cena a base di surgelati)
C'era una volta lo Chalet delle Rose...prima che lo facessero a pezzi.
In senso letterale e in senso metaforico. Lo Cdr era rinomato come discoteca di un certo livello, fu in auge per tanti anni. Cos'è rimasto di tutto ciò? Due tronconi. Il primo pezzo, all'entrata, è un ristorante con musica dal vivo, House of Rock. Carino, luccicante...ma basta camminare qualche metro in più per andare alla toilette, che ci si addentra nella desolazione di un ex pezzo di Chalet abbandonato: ambienti senza riscaldamento, pezzi di mobilio rimasti lì. E' triste da vedere. Andando oltre, poi interrotto ulteriormente da un corridoio di collegamento, si scorge un tendone: ora c'è il morente Chalet delle Rose. Entrata indipendente, pubblico giovane, una roba strana.
Io ho cenato all'House of Rock. Due hamburger, una bottiglia di minerale, un dolce: 40 euro!
Nel tornare indietro, ho notato, pochi chilometri prima, il Mc Donald's. Mi sono detta: mangiavo uguale (o forse meglio), spendendo 1/4 e stando più calda.
Come potete vedere dalla foto del menù, i prezzi sono molto alti. Ciò che mi è stato servito era 'ridicolo' per l'approssimazione della cottura e per la scarsa qualità della materia prima, quasi tutta surgelata.
Procediamo per ordine: ho ordinato l'hamburger 'House of Rock', non solo perchè è la specialità del locale, che si vanta di preparare il vero hamburger americano, ma anche perchè, a parte un paio di misure di bistecche e degli improbabili piatti di pastasciutta, c'erano un paio di panini da pub e molti antipastini fritti (immaginiamo anch'essi surgelati).
Poi dolci a 9-10 euro (e cocktails allo stesso prezzo). Inoltre una bottiglia d'acqua l'ho pagata € 4, e il coperto € 2,50 a testa.


Dunque l'hamburger. Mi arriva un panino freddo confezionato con all'interno 2 (sic!) hamburger posti uno sopra l'altro bruciacchiati. Ho riconosciuto gli stessi hamburger che acquistai in confezione da 8 all'hard discount: sottili e di un macinato di carne non ben identificabile.
Contorno di patate fritte taglio americano surgelate e quasi fredde.
Il dolce? Ordino il 'budino soffiato al cioccolato': un piccolo tortino (e dobbiamo ancora capire perchè è stato chiamato budino) al cioccolato riscaldato in forno (precotto, presumibilmente surgelato anch'esso), con due palline di gelato alla vaniglia su salsa alla vaniglia (confezionata) con frutti di bosco ancora congelati (!).
Molti altri ristoratori utilizzano surgelati, ma una cena intera dove non ho trovato nulla di cucinato, ma bensì solo una quantità impressionante di surgelati assemblati non mi era ancora capitata.
Verso le 23 suona una band dal vivo. Di solito cover band (ieri sera c'erano gli Abbey Road per i Beatles).
Dai tavoloni (da 2 non ne esistono, tranne che in una saletta piccola, gelida e vuota; quindi se siete in due vi dovrete adattare a tavoli da minimo 6) la band non si vede, se non di sbieco per i tavoli di fianco (pochi). Bisogna alzarsi e andare davanti al palchetto, ma in piedi è stancante.
Non si balla e fa freddo. Ciò invita presto ad andarsene. Ieri sera non c'era molta gente, a dispetto dell'inaugurazione di un mese fa, dove c'era una bolgia attirata da un buffet pubblicizzato che in realtà io non ho trovato. Ci sono tornata per provare il cibo. E' stata l'ultima volta.
Parere personale: non dura più di una stagione.

2 novembre 2009

Bar Pasticceria La Dolce Vita - Bazzano (BO)

Dove: Via Matteotti 59 - Bazzano (BO)
Da provare: cioccolatini, baci di dama, pinza con la crema
Pro: roba fresca, prezzi onesti
Contro: è a Bazzano
Bar pasticceria in centro al paese, l'ho scoperto in occasione della festa della Giuditta. Ha inventato e vende la torta Giuditta, una tortina cioccolato e noci, non male. Confezione di cartone costa € 10 e sul retro dell'involucro c'è anche scritta la storia della bella Giuditta, ora statua simbolo del paese.

Ogni qualvolta torno a Bazzano, faccio un salto alla dolce vita. Primo per i suoi cioccolatini artigianali. Sono una favola. E' vero costano caro (€ 4 l'etto), ma che bontà! I gianduiotti sono più buoni di quelli di Torino (li fanno anche al cioccolato bianco). E poi trifogli con le nocciole, praline scoppiettanti, croccantini.
Anche i baci di dama sono squisiti. Di solito si trovano duretti; ebbene non lasciatevi ingannare dall'aspetto...sono così freschi che quasi si sciolgono in bocca.
Inoltre la dolce vita ha diverse torte confezionate, tipo casalinghe. Oltre la Giuditta, la torta nera al cioccolato, la Parigina (pan di spagna con leggerissimo strato di crema e uvetta): tutte a 10 euro. E sicuramente è da non perdere la pinza, oltre alla classica alla mostarda, c'è quella alla crema. E' molto grande, e costa solo 8 euro.
Vale il viaggio, prendete quei cioccolatini.

20 ottobre 2009

Bar Rita - Sorrento (Na)

Dove: C.so Italia 219 - Sorrento (Na)
Pro: buoni prezzi, servizio veloce, paste fresche
Da provare: " 'O Babà"
Le vedete queste squisitezze qui sopra? Sono tre fra le specialità dolciarie campane irrinunciabili: babà, sfogliatella, caprese (qui in formato monoporzione).
Il bar Rita, che più che bar è una piccola, ma ricca pasticceria di leccornie dolce e salate, più dileguato rispetto alla piazza Tasso, ma sempre sul corso principale dello shopping è una delle migliori pasticcerie di Sorrento per assaggiare queste tre specialità.
Partiamo dal babà. Ho scoperto un nuovo babà. Prima non mi piaceva, ora sì (solo quello locale però). Qui a Bologna proprio non li sanno fare. Pesanti, zuppi di liquore, se a qualcuno non piace l'alcool, come a me, è fregato. Là sono totalmente diversi: leggerissimi nella pasta e praticamente privi di rum, se non solo un delicato accenno, decisamente un altra cosa.
E poi la sfogliatella, molto ricca, forse anche troppo. A Sorrento la friggono, risultando pesante, ma la ricotta del ripieno è squisita. E la caprese, in porzione singola, un trionfo di torta al cioccolato.
Oltre al dolce, anche rosticceria salata: crocchè, fagottini ripieni, brioches rustiche.

11 ottobre 2009

Naso & Gola - Bologna

Dove: via Portanova 18/b - Bologna
Pro: locale totalmente a lume di candela; ideale per coppie; tranquillità; calici di vino di qualità; privè
Contro: parcheggio, non c'è menù; caro
Da fare: andarci una sera di un giorno feriale significa godere di un'aura magica di tranquillità
Si parcheggia in Piazza Malpighi (o dintorni) dopo le 20 (per evitare Sirio, tranne il sabato) e poi si varca l'arco. Questo è il tratto pedonalizzato di via Portanova, dove ha sede l'enoteca Naso & Gola. Aperto anche di giorno, come rivendita di vini, è consigliabile vivamente andarci di sera, per godere della fascinosa atmosfera a lume di candela che illumina completamente il locale. Entrando non penseresti mai, che salendo le scale, oltre il bancone, si snodano ben tre sale e un privè, quest'ultimo un piccolo spazio molto intimo, chiuso da una tenda-velo dove ti puoi sedere a terra tra cuscini di diverse fogge e magari schioccare qualche bacio lontano da occhi indiscreti.
La sala più bella però è l'ultima, quella in foto, dove decine e decine di lumini illuminano l'ambiente e le pareti sono arredate da bottiglie sdraiate disposte al contrario (mentre la seconda sala è meno indicata, essendoci per lo più tavoli con sgabelli). Il Naso e Gola è ideale per coppie o per 3/4 persone, non di più; l'ambiente invita a conversazioni "sottovoce", interrotte solo dopo le 23 da musica ambient poco invasiva.
Purtroppo non c'è un menù, rendendo così il Naso e Gola un locale poco versatile. A voce sono proposti calici di vino e taglieri di affettati e formaggi. Stop. Andarci due volte significa ritrovarsi davanti sempre lo stesso tagliere di affettati e formaggi. E non puoi nemmeno scegliere quali, l'opzione è solamente tra grande e piccolo. Niente cocktail o bibite, qui il re è il vino.
Io ho assaggiato un calice di rosso, un Sangue di Giuda, leggermente dolce, ottimo. Nel tagliere fettine di speck, mortadella, cotto, fettine di pane baguette con pomodoro; cubetti di formaggio. A parte piatto con pane (ancora baguette), insufficienti per accompagnare i salumi e i formaggi.
Altro neo il conto: un taglierino per tre persone e tre calici di vino € 33. Troppo caro.

4 ottobre 2009

Pane Vino e San Daniele L'Altro - Bologna

Dove: via Irnerio 10/a - Bologna
Lascia perdere: tagliere di prosciutto San Daniele
Pro: aperto fino a tardi, parcheggio Montagnola vicino
Contro: porzioni misere, prezzi alti, porta aperta sulla strada, servizio approssimativo
Questo posto fila dritto nella mia black list!
Tanto è un ottimo indirizzo Pane Vino e San Daniele, lo storico primo locale aperto da anni in via Altabella (che è nella mia top list), tanto è mediocre quest'ultimo, aperto recentemente in via Irnerio, all'angolo con via Capo di Lucca, nella quale ahimè ha messo anche una verandina (l'ennesima a Bologna) per i maniaci dell'outdoor-anche-quando-nevica.
Ho cenato male, in una sequela di cose che non andavano. Quando un locale non sa offrire nemmeno ciò per cui si vanta, il prosciutto di San Daniele e il vino, non c'è speranza.
Entriamo da una porta spalancata sulla strada, dalla quale soffia aria fredda ed umida sui tavoli e prendiamo posto a sedere. Non è agevole cenare con l'occhio che casca sull'esterno, oltre a sentirsi infreddoliti.
la porta aperta...
C'è un team di camerieri giovani, meridionali. Ci serve una ragazza poco cordiale. Il cuoco, anch'esso un "simil-studente" più che un cuoco è un preparatore di bruschette e taglieri.
Ci viene porto il menù: piuttosto scarso. Mi aspettavo piatti caldi, pastasciutte, secondi. Invece il menù è più simile a quello di un pub che a quello di un ristorante: taglieri di affettati e/o formaggi; cestino di crescentine e tigelle; bruschette; un paio di insalatone; un unico piatto caldo con prosciutto, tomino fuso o scamorza, patate e verdure grigliate, 3/4 tipi di dolci, che a vederli non invitavano granchè. Stop.
Scelgo il piatto caldo, quando mi viene detto al momento dell'ordinazione: "le patate le abbiamo finite". Giuro, avrei voluto girare i tacchi ed andarmene. Dunque, fanno solo un unico piatto caldo, il locale è semivuoto e tu le patate le hai finite?! Ma come siete messi?! Questo è un dilettantismo imperdonabile. Mi si offre una sostituzione con...più verdure grigliate! Hai capito?! Non con altro prosciutto! Il minimo, almeno, visto la crepa! No, invece solo altre due fette di peperone grigliato surgelato condito con olio.

Sono le 23 di sabato e il locale è già quasi deserto
Poi arriva il vino, scandaloso! Era a temperatura ambiente! Ordino un rosso, precisamente uno Schioppettino, due dita servite in calice grande: insulso, fermo, caldo. Infine arriva il tagliere di San Daniele con il cestino di tigelle e crescentine. Una porzione ridicolmente misera: 4 (contatele, sono 4) fette trasparenti di San Daniele accompagnate da un cestino (ino ino) di minicrescentine (rettangolini bisunti) e minitigelline (le uniche buonine), poche, ma che in confronto ai 10 gr. di prosciutto erano abbondanti...

le 4 fette trasparenti e le poche minicrescentine bisunte
I prezzi? Il calice di broda calda € 3,50; i pochi grammi di prosciutto con cestino-ino ino € 7,90; il piatto con verdure grigliate decongelate, 3 fette di prosciutto e senza patate altre € 7,90.
Accanto alla cassa, sotto gli occhi di chi stava pagando, verso mezzanotte, la cameriera stava già mangiando su uno sgabello (quello che dovrebbe servire ai clienti del bar) un piattone di prosciutto (oh, quello sì abbondante). Che professionalità (e che figura).
In conclusione: il locale non è quello che vorrebbe far credere. Non è un ristorante, ma una tavola fredda, molto più adatta per un pranzo veloce, uno spuntino che per una cena. Si può bere, ma non c'è nemmeno troppa scelta di vini, e sopratutto sono serviti caldi!

1 ottobre 2009

Piadinoteca pizzeria Laura Bassi - Bologna

Dove: Via L. Bassi 2/c - Bologna
Da provare: cassoni
Lascia perdere: piadine
E' un locale piccolo piccolo, sulla Laura Bassi all'incrocio con la via Mazzini, difficilmente si scorge da quest'ultima. E' pizzeria e piadineria insieme (non fa un po' troppo?). L'ho testata come piadineria, anzi credevo fosse solo questo, forse perchè dalla strada quando passi, difficilmente ti accorgi che è una pizzeria d'asporto (temo per l'assenza del forno a legna), salvo poi leggere il volantino del menù e accorgersi che invece la carta pizze è corposa e predominante.
Dunque l'ho testata come piadinoteca e non ne sono rimasta entusiasta, anzi, direi che ho trovato le piadine (pur fatte a mano al momento), piuttosto dure, anzi durissime. Si sente che sono artigianali, ma qualcosa non va, basta attendere una decina di minuti e già ancora mentre le mangi, ti diventano sempre più dure sotto i denti. Decisamente meglio i cassoni, quelli gustosi e ben farciti.
Dal menù: 25 tipi di piadine a € 3-4,50 (le classiche e tra le più particolari, quella Nutella e noci e con arrosto di tacchino, anzichè porchetta, più leggero) e 10 tipi di cassoni (ottimo il tradizionale pomodoro-mozzarella e particolare il zucchine mozzarella).
Tra le pizze, quelle classiche (Margherita € 3,50), le speciali (attira la Calabria 46...luogo e anno di nascita del titolare? O del Pizzaiolo? Con pomodorini, pomodoro, rucola e crudo, bufala all'uscita), i calzoni, le pizze con patate (8 tipi diversi), i panini di pizza e la pizza al metro.
Gli orari sono 12-14.30 e 18-23 (vorrei sapere chi è che cena alle 18! Questa cosa delle pizzerie d'asporto che aprono alle 18 e poi chiudono presto non l'ho mai capita, manco fossimo in Germania). Chiuso il lunedì.

24 settembre 2009

Limonoro: il regno del limone - Sorrento (Na)

Dove: Via S. Cesareo 53 - Sorrento (Na)
Da provare: crema al limone, pasta aromatizzata al limone, confetti ripieni mandorla e limone
Pro: un mondo di specialità al limone
Sorrento è famosa per i suoi limoni, grossi e profumati. Qui di rigore assaggiare almeno qualcosa al limone! Una "premuta" di limone, un bicchierino di limoncello, un gelato al limone, per citare le specialità più famose. Ma se volete sbizzarrirvi nel regno del limone, un salto da Limonoro proprio dovete farlo. E' un negozio che ha tutto, ma proprio tutto quello che si può desiderare a base di limone. E non solo alimentare. Si inizia dall'immancabile crema al limone o a scelta il limoncello, qui gentilmente offerti come assaggini, corposi e intensi. Per continuare poi con pasticcini, caramelle, biscotti, confetti. E poi cioccolate, praline, miele, scorzette, marmellate, torroni, babà, tutti al limone. Ma anche profumi, saponette, olio, essenze e molto altro.
Io sono stata tentata dalla pasta secca al limone (c'era anche quella all'arancia): in questo caso gli scialatielli al limone. L'ho mangiata poi a casa, solo con burro e grana. Una squisitezza! Non un gadget, ma profumatissima, di sapore delicato, ma intenso. Assolutamente da provare.

Meritano anche i confetti, grossi, dove la mandorla è avvolta in una morbida crema di limone.
Il negozio è in pieno centro, nella via dello shopping pedonalizzata.

22 settembre 2009

Lo Spago 3 (ex)/ Blitz - Bazzano (BO)

Dove: via Circonvallazione 147 - Bazzano (Bo)
Pro: ambiente carino
Contro: distante da Bologna, scalini-alzate pericolosi all'interno (si rischia la caduta), affollato il venerdì, lunga attesa per la pizza

Aggiornamento novembre 2010:
Ha inaugurato la domenica del Blitz. Il locale rimane aperto solo per cena con sottofondo musicale live. Ho provato questa serata e la pizza. Menù: un discreto numero di pizze, in genere le più classiche accompagnate volendo da birre di qualità in bottiglia (per queste ultime anche un menù apposito). I prezzi sono quelli da pizzeria. Nel menù anche piatti tradizionali, ma c'è meno scelta rispetto alle pizze. La qualità delle pizze è discreta, sono grandi, ma ovviamente non cotte nel forno a legna. L'attesa però è piuttosto lunga, io ho aspettato 1 ora dopo l'ordinazione per avere la pizza. Forse è dovuto al fatto che c'è un solo cameriere e un solo pizzaiolo? O al fatto che non sono bene attrezzati?  O al fatto che intanto qualcuno magari prende da bere due volte? Sicuramente in una pizzeria classica mangiate meglio, in un ambiente più consono, senza tali attese e con meno caos. E non dovete andare fino a Bazzano! Contate che sono sopratutto tavoli  prenotati da gruppi, quindi il "volume" acustico dell'ambiente si fa elevato (insomma dovrete sgolarvi per riuscire a farvi sentire dai vostri commensali). Considerando che successivamente non c'è discoteca, mi chiedo quale sia l'utilità  di cenare a pizza al Blitz.  All'arrivo verrete accomodati in un tavolo da un addetto all'entrata (consigliato prenotare altrimenti si rischia di non trovare il tavolo). 
 
Aggiornamento ottobre 2010:
Sempre di nome Blitz ci sono tornata nella serata del venerdì, dopocena.
Sono cambiate parecchie cose. Prima cena (blindata agli esterni che devono aspettare tantissimo per entrare dopocena, non prima di mezzanotte e mezza), poi al posto dei tavoli prettamente e classicamente discoteca. Il locale è molto frequentato il venerdì e capita di dover stare in fila ad aspettare anche parecchio (al freddo). All'interno c'è una bolgia, date anche le dimensioni del locale. Vige il non inchiodo. Quindi regolatevi se pensate di andare per fare incontri (cosa assai diversa in altri locali, sopratutto nel modenese). 
Serate: martedì apericena; venerdì cena + live + disco (lista 24.00-01.00); sabato cena + live + disco.

Aggiornamento settembre 2009:

Lo spago 3 ha cambiato gestione e nome. Inaugura ora il Blitz. Sempre disco-dinner, con tre serate: al venerdì cena+live+dj; sabato cena con cabaret+dj musica 70/80/90; domenica aperitivo lungo (buffet seduti)+live.
Formula dinner + musica dal vivo, in quel di Bazzano. Ho trovato il locale meritevole davvero per la capacità di coinvolgimento post-cena. Ottima la musica dal vivo, molto ballabile. Ambiente carino, tavoloni ai lati della piccola pista.
E' un pacchetto, paghi all'ingresso (io pagai 28 l'anno scorso) e ti danno tutta la serata, cena, bevande, discoteca e guardaroba. Antipasto, primo e dolce. Il secondo piatto è a scelta. Il cibo non l'ho trovato di grande qualità, anzi.
Infatti il piatto forte è il dopo. Si balla tutti, dove si vuole, le canzoni che hanno fatto la storia della musica, dagli anni 60 ai giorni nostri. Bravissimo il cantante che si traveste a seconda della canzone da interpretare. Non si balla sui tavoli, sono troppo instabili. Locale sconsigliato per coppie, adatto per gruppi di amici. Verso le 2.30 comincia però a svuotarsi. Lo spago 3 è stato clonato nel Let's go Pepper, quest'ultimo però ad Ozzano Emilia e con formula buffet.

15 settembre 2009

Caffè Concerto - Modena

Dove: P.zza Grande 26 - Modena
Da provare: tranci di torta
Pro: posizione
Contro: al weekend sempre molto pieno
Il centro di Modena non è come quello di Bologna. Le due città sono molto diverse. Ognuna ha i suoi pro e contro. Modena è piccola, provinciale, ma con un centro grazioso, ben tenuto e a misura d'uomo (i parcheggi per accedervi sono comodi e lungo tutta la cintura esterna). Bologna è grande, con una possibilità di shopping/divertimento di gran lunga superiore, ma assediata da extracomunitari e dai cosidetti Né-Né (studenti o lavoratori meridionali, che né studiano né lavorano). Senza parlare della viabilità incatenata, della selva di telecamere qua e là, che ti costringono a percorsi cervellotici per raggiungere due/tre miseri parcheggi, sempre i soliti. Sono ormai molte le cose che detesto di Bologna, una città fintamente bonacciona, ma stressante e amministrata male.
Fate un giro a Modena centro un pomeriggio di un weekend. E' quasi tutto pedonalizzato, e dove non lo è, le auto non disturbano quasi mai. I negozi sono quello che sono, più che catene, troverete esercizi ancora familiari, da svecchiare, e piazzette graziose e alberate, con piccoli chioschi di giornali, bar piacevoli, bei palazzi d'epoca. Non serve una cartina per girarsi il centro, basta percorrere la via Emilia, il corso principale e dare un occhio alla torre della Ghirlandina (ora è in ristrutturazione ed è quindi coperta da cartelloni pubblicitari) e sarete condotti automaticamente a Piazza Grande, dov'è il duomo.
La Piazza Grande, a dispetto di quello che dice il nome, non è affatto grande. La piazza è bella per l'acciottolato, molto meno per il duomo. E' patrimonio dell'Unesco e onestamente non ne capisco il perché. Ci sono tante altre piazze in Italia più belle, ma che non compaiono in questo elenco. E' sopravvalutata. Ad es. se piazza Grande a Modena è in questa lista, non è certo da meno piazza Santo Stefano a Bologna.

Per godervi una sosta in questa piazza non c'è di meglio che il Caffè Concerto, indubbiamente uno fra i più belli e noto bar (e ristorante) centrale. Dovete però fare i conti con l'affollamento (al weekend è preso d'assalto), ma i prezzi sono onesti (il ristorante è caro invece).
Il locale è ampio, abbastanza suggestivo all'interno, con un bancone centrale, e tavoli di bianco apparecchiati per il ristorante, poi uno spazio per la caffetteria, con un lungo divano e alcuni tavolini più piccoli. Dietro il bancone, sul fondo, un pianoforte a coda nero e una saletta spesso affittata.

E' aperto dalla mattina a notte fonda, per catturare tutte le esigenze. Colazione, lunch, tè delle cinque, aperitivo, cena, dopocena. Scarsino il buffet d'aperitivo (a Modena l'aperitivo-cena non si è ancora diffuso), ma almeno gli stuzzichini sono freschi e buoni, data la collaborazione con un forno locale. Il meglio a mio avviso lo dà nella caffetteria, non tanto come bevande calde, che non sono nemmeno tante, ma come accompagnamento ad esse (tanti i tranci di dolce che puoi ordinare al piatto, come l'originale torta Barozzi o l'insolito erbazzone dolce oppure optare per i biscottini da tè, con una lista altrettanto lunga). Molto vasta la lista degli alcolici, che non mi interessano. Meglio i cocktail analcolici (discreta carta) o i soft drink (vari succhi di frutta + vini o + spumanti o + alcolici leggeri).
Come ristorante è piuttosto caro, i piatti sono di richiamo raffinato, ma non posso giudicare, dato che non l'ho provato, anche se mi rende sempre un po' perplessa cenare in un locale che è sostanzialmente un bar.

11 settembre 2009

Caffè Gran Bar - Bologna

Dove: via D'Azeglio 8 - Bologna
Da provare: il cialdino
Pro: versatilità, possibilità di sostare nei tavolini all'esterno senza pagare il servizio al tavolo
Direttamente nella D'Azeglio pedonale, a poche decine di metri da Piazza Maggiore, al Caffè Gran Bar puoi gustarti un caffè o mangiare un tramezzino nei tavolini esterni osservando l'andirivieni dei bolognesi e dei turisti stranieri (pochi, ma buoni). Il bar è poco noto come nome, anche se ci si sarà passati davanti centinaia di volte, vista la posizione. Ma merita, è un locale solido, classico, ideale per una sosta durante lo shopping.
Entrando, in fondo si scorge uno spazio pieno di panini, tramezzini, snack per il pranzo. Poi c'è il bancone tradizionale, e la cassa, che è anche tabaccheria.
Personalmente mi piace molto l'idea di curiosare ed assaggiare i caffè mixati con altri ingredienti, sopratutto se propongono sempre nuovi accostamenti. Di sicuro al gran Bar da provare è il "cialdino", un caffè cream all'amaretto o alla vaniglia che anzichè essere nella tazzina è nel cialdino, ovviamente mangiabile alla fine. Inoltre molto buono è il caffè con panna. Viene servito in tazza da cappuccino con tanta panna montata dolcificata sormontata da una bella spruzzata di cacao. Gustoso!

Al Gran Bar si può ordinare e pagare all'interno per poi chiedere poi di farselo portare all'esterno, al tavolino prescelto. Non ti mettono supplemento tavolo. Una sosta golosa senza pagare il servizio al tavolo!

2 settembre 2009

Bar Gelateria Bougainvillea - Sorrento (Na)

Dove: Corso Italia 16 - Sorrento (Na)
Pro: Locale poliedrico, ci si può sedere ai tavolini interni senza ordinare
Contro: Locale poliedrico, affollato, gelati anonimi

Bar, gelateria, ristorante, wine bar, sports bar, snack bar, live-music, wi-fi area. Così recita il biglietto da visita di questo locale. Poliedrico per eccellenza, ambisce a fare tutto. Anche grazie alla sua posizione, Corso Italia, il corso principale e via dello shopping sorrentino, tagliato dalla Piazza Tasso, sede oltre che di bar e ristoranti, del rinomato hotel Excelsior Victoria (la suite Caruso ospitava il famoso tenore e Lucio Dalla ha preso ispirazione per la sua Caruso proprio da quella suite).
Aperto dal 1970, il locale è frequentatissimo. E' ampio, ma visto l'affollamento continuo, l'atmosfera risulta anche molto concitata e difficilmente si potrà avere pace seduti sui tavolini interni vicini al bancone della gelateria, anche se si può sostare senza ordinare, mangiando solo il cono o la coppetta da passeggio.
Hanno davvero un po' di tutto (anche un po' di pasticceria di tradizione campana come babà, pastiera e delle giganti meringhe che m'invogliavano, ma che non ho preso perchè erano appoggiate sopra il bancone all'aria senza nessun riparo chissà da quante ore). Io mi sono limitata ad assaggiare i gelati che andavano per la maggiore (80 gusti totali). Sicuramente gusti dai nomi e dalla preparazione creativa, dal "vulcanico" estro dei napoletani.
Ora mi s'impone una riflessione. Il Vesuvio a Napoli è come la Fiat a Torino, domina la città, che è alle sue falde. Molto prima di arrivare e molto dopo Napoli il Vesuvio appare, c'è sempre, davanti, dietro, di fianco. E poi c'è il suo Golfo. Tenendo a mente la presenza imponente del vulcano si può capire molto dell'anima dei napoletani. Il Vesuvio, si sa, potrebbe esplodere da un momento all'altro, come un'immensa bomba, causando la più grande catastrofe naturale della storia. Fagociterebbe la città e i suoi dintorni (in certi casi non sarebbe nemmeno un male, dopo aver portato in salvo la gente, lasciare fare piazza pulita al Vesuvio di tutti gli obbrobri edilizi della zona (ad es. la mostruosa periferia di Castellammare di Stabia). Ho pensato: aver costruito casa e vivere sotto una una tale minaccia è da pazzi. Ma seguendo questo ragionamento si spiega anche il senso di provvisorietà con il quale vivono i napoletani, il loro vivere alla giornata. E il non volersi abbastanza bene (senza tirare in ballo la camorra, anche solo quel mangiare troppo, e così spesso...i napoletani sono grassi già dall'adolescenza) e quel senso di inferiorità non malvagio che li fa essere così orgogliosi delle loro origini. Ma giungendo nel napoletano ho sentito forte la voglia di riscatto (che non c'è nella sonnacchiosa Calabria): chissà, forse è solo un volersi riabilitare agli occhi dell'Italia e del resto del mondo dopo lo scandalo dei rifiuti, forse Saviano ha lasciato un segno, ma sembra che qualcosa si stia muovendo. Sono rimasta piacevolmente stupita non solo dalla voglia di comunicare e dall'accoglienza verso il settentrionale, ma dal bisogno di legalità (almeno presunta), testimoniato dal fatto che si stanno impegnando a partire da loro stessi a raccogliere la spazzatura e in qualunque posto io sia stata mi hanno sempre fatto lo scontrino, anche per pochi euro. A differenza della Calabria, dove non me lo hanno fatto mai o quasi, e un ristoratore ha pure tentato di fregarmi mettendomi sul conto prezzi diversi da quelli del menù (compreso il servizio, che non era in listino).
Per tornare al nostro locale, chiamato come la pianta dalle foglie fucsia, l'assaggio del gelato non è stato dei più entusiasmanti. Ho preso tre gusti insoliti, come da mio solito: meringata alla frutta, kinder cereali, cioccoarancio. Acquosi, anonimi. Qui e non solo qui, vanno per la maggiore i gusti dagli snack dolci più famosi e quindi c'era il gusto Bounty, il Mars, ecc. Da segnalare le granite al gelso e al limone di Sorrento. A proposito i prezzi a Sorrento non sono bassi: ho pagato un cono a 3 gusti con cialda al cioccolato e panna € 3,50. Per un buon gelato sorrentino molto meglio la Gelateria Primavera, di Antonio Cafiero famosa per il muro ricoperto di foto di tutti i vip che sono stati da lui, non ultimi i paparazzati Belen e Corona, sempre in cerca di una ribalta.
Qui sotto scorci dalla terrazza Belvedere di Sorrento, dove al fresco di un bel parco si può godere del panorama della penisola sorrentina e spaziare l'occhio a destra e a sinistra (Sorrento è al centro). La spiaggia per i bagnanti (Marina Piccola) è proprio sotto il Belvedere.


7 agosto 2009

Gelateria Sottozero (chiosco) - Bologna

Dove: Viale Lincoln (tra il Centro Commerciale Fossolo 2 e il cinema Fossolo)
Da provare: gusti pistacchio e yogurt
Pro: parcheggio, area verde e fresca di sera con tavolini e sedie, ottimo gelato
Contro: area non illuminata (prende luce solo dal chiosco)
E' un vecchio pregiudizio quello per cui alle baracchine dei gelati servono gelati di peggior qualità delle gelaterie classiche. Opss, stavo per scrivere invece che classiche, il termine "vere e proprie", cadendo anche io nello stesso diffuso preconcetto. Già perchè le baracchine, sono (diventate?) gelaterie, vere e proprie! Cambia solo la location.
E lo dico a ragion veduta, dopo il lungo viaggio compiuto fra gli addetti ai lavori e nei segreti delle 12 gelaterie delle quali ho scritto su Bologna Spettacolo di luglio-agosto.
Questa grande baracchina in Viale Lincoln, in uno spiazzo verde d'erba, tra il centro commerciale Fossolo 2 e la palestra Atlas (e il cinema Fossolo), con a disposizione numerosi tavoli e sedie (oltrechè alcune panchine e giochi per bambini) fa gelati degni delle migliori gelaterie "di gran nome". Quindi voglio dargli spazio e premiare l'impegno con un buon giudizio.
Attenzione non ci sono frasche sotto le quale avere riparo dalla calura estiva, meglio andarci alla sera, anche se poi dovrete scontare un po' di buio, dato che non c'è illuminazione, se non quella proveniente dalla baracchina.
Innanzitutto oltre ai gelati ha una vasta scelta di alternative: frappè, frullati, sorbetti alcolici, insalate di frutta. E non i soliti monogusto, ma preparazioni creative.
Per quanto riguarda i gelati, una cialdina da due gusti costa € 1,50, piccolina, ma riempita in altezza.
Ho assaggiato 4 gusti (pesca, yogurt, mentacioccolato, pistacchio). Tutti ottimi e due strepitosi: lo yogurt sapeva di yogurt con dolcezza e senza essere acido, il migliore mai assaggiato. Il pistacchio? Esattamente buono come il migliore pistacchio di Bologna, risaputamente quello della Sorbetteria Castiglione. La pesca? Buona, c'erano pure i pezzetti di frutta. La mentacioccolato? Delicata e intensa.
Tra gli altri gusti originali segnalo il gusto orzo, mai visto prima.
La baracchina Sottozero, che fa anche bar, è stata veramente una sorpresa!

17 luglio 2009

Lido di Casalecchio - Casalecchio di Reno (BO)

Dove: Via del Lido - Casalecchio di Reno (BO)
Pro: lido attrezzato lungo il fiume Reno con chiosco, sabbia riportata, lettini prendisole e grande spazio erboso; un lettino solo € 3
Contro: fiume non balneabile; zanzare dopo il tramonto
Oggi vi voglio far conoscere un luogo a Casalecchio di Reno, persino a me sconosciuto, bolognese di città, fino a qualche tempo fa.
Casalecchio non è un bel paese, così vicino a Bologna, addirittura adiacente, ma così lontano. Bisogna nascerci per viverci.
Nel centro resistono ancora vecchi esercizi con insegne degli anni Sessanta, ci sono molti palazzi popolari, all'interno della Galleria Ronzani un negozio sì e uno no ha cessato l'attività e le vie circostanti sono sporche e degradate. Che dispiacere accorgersi che il famoso ristorante pizzeria Vecchio Fiume, così in voga negli anni Novanta è chiuso e fatiscente. Nella fontanella sulla scalinata della galleria ho visto un extracomunitario che lavava il piccolo. Scene da fiume Gange, India.
Poi c'è la zona nuova del Meridiana, del Shopville. Lì va meglio. Poco consolante.

Come si intuisce facilmente dal nome, a Casalecchio passa un fiume, il Reno. Assolutamente non balneabile. Attraversa la cittadina, il che può essere pittoresco, sopratutto dal camminamento del Parco della Chiusa. Per accedere al parco della Chiusa, dove si trovano anche i resti delle ville dei Talon, l'entrata è in cima a via Panoramica.

La chiusa vista dal camminamento

Breve storia del Lido di Casalecchio


Il fiume Reno, oltre che vederlo da lontano lo si può avvicinare al massimo al cosidetto Lido di Casalecchio. Questa realtà, in estate molto frequentata sopratutto dai casalecchiesi, ha una lunga storia.
Alla fine del 1800, dopo la costruzione della chiusa, le piene del Reno avevano livellato il terreno e consentito la formazione di uno strato di terra, sul quale era poi cresciuta l'erba, formandosi un bel prato.
Pensare che allora l'acqua era così pulita che se ne faceva regolare uso alimentare e domestico! Ora non si può nemmeno immergere i piedi (questo rende l'idea di quanto inquinamento l'ultimo secolo abbia portato).
Durante il fascismo, l'entrata al parco fu messa a pagamento ed esso fu "attrezzato" con cabine e venditori di bibite. Il numero crescente di bagnanti (nei festivi si arrivava a punte di 10.000 persone), creò un'economia indotta. Nel 1933, visto il successo, si fecero le cose in grande: furono aggiunte docce, tende, ombrelloni, latrine e un ristorantino a buffet che serviva la fragrante frittura di pesce del Reno.
Dopo la guerra, fu costruita anche una balera di grandissimo successo, chiamata l'Isola Verde.
Purtroppo però, per inesperienza nel nuoto, poco diffuso, per scarsa conoscenza delle sorgenti gelide sotterranee del fiume, perchè in tanti per ignoranza facevano il bagno dopo pranzo, il fiume chiese il suo tributo e ci furono anche molte vittime (si parla di almeno un morto a stagione).
Con il boom economico degli anni Sessanta e la conseguente motorizzazione, iniziò il declino del Lido. La gente alla domenica preferiva al mare dei poveri il mare vero e si trasferiva in gita sulla riviera Romagnola.
Nel 1966 ci fu una devastante piena che distrusse tutto e nessuno ebbe più voglia di ricostruire fino al 1998, anno in cui l'amministrazione comunale ne decretò il restauro e la riapertura.

Oggi il Lido di Casalecchio è molto frequentato. Lungo la via Lido ricordiamo la storica pellicceria Lido e proprio difronte all'ingresso, il ristorante Lido, specializzato in cucina veneta.
C'è un chiosco iperfrequentato, con tanti tavolini, che serve dai gelati ai panini ai cocktail. Durante il giorno spara musica che si diffonde per tutto il lido (si poteva evitare) e alla sera accende i lumini sui tavolini, divenendo un meeting point anche piacevole, seppur alla buona.
L'ingresso è libero e il noleggio di un lettino prendisole costa solo 3 euro. C'è un riporto circolare di sabbia e tanta erba e un campetto di pallavolo.

Insegna del chiosco
Il chiosco
L'assembramento di tavolini sotto il salice
Devo dire che lo preferisco di gran lunga come parco. Entrando, basta allontanarsi qualche centinaio di metri dal caos di lettini e chiosco per trovare un ambiente più naturale vivendo il fiume (purtroppo un po' dall'alto, visto il dislivello di qualche metro dalla sponda) in relax sotto un albero.

Prato e alberi a ridosso del Reno: un relax più bello e naturale

14 luglio 2009

Bolognetti 09 - Bologna

Dove: Vicolo Bolognetti 2 c/o Quartiere San Vitale - Bologna
Pro: entrata gratuita
Contro: non c'è parcheggio, affollamento, musica assordante, covo di studenti
Lascia perdere: cenare lì
Pista grande nel chiostro
E così il rosso Comune di Bologna, con la scusa di concedere uno spazio giovanile, si è fatto imprenditore...numerosi sono infatti i punti bar all'interno del Bolognetti che elargiscono birra e alcolici in quantità, a prezzi non così politici...
Per chi non lo sapesse il Bolognetti 09 (chiamato anche Vicolo Bolognetti) è il piano terra all'interno del palazzo in Vicolo Bolognetti 2 (laterale di via San Vitale), attualmente sede del quartiere San Vitale. Certo fa strano sapere che al giorno qui c'è l'anagrafe, una scuola elementare, un punto di ascolto e tutti i servizi che una sede di quartiere può offrire, mentre alla notte un nugolo di studenti semiscoppiati assedia il Bolognetti facendone il punto di riferimento serale.
Che si fa qui? Essenzialmente si balla e beve (tanto). E le bottiglie vuote arrivano fin sotto il degradato portico della degradata via S. Vitale, ormai, assieme alla via Ferrarese (cinesi), un ghetto (pakistani e bangladesi).
Doppia discoteca, una più grande, nel chiostro coperto e una più piccola, nel cosidetto chiostrino. Impianti sonori di mezza tacca che sparano una musica gracchiante e a volume assordante, caos, affollamento (sopratutto il weekend), un turnover per i corridoi e un fuoriesci continui sul vicolo. Si balla male, la musica è poco orecchiabile, fastidiosa per le orecchie, le piste troppo buie.

Pista piccola nel chiostrino
In teoria si potrebbe anche mangiare, ma dopo avere visto l'improbabilità della sistemazione dei tavolini (buttati lungo i lati del chiostro in mezzo al viavai) e della "pizzeria", che altro non è che una piccola postazione gestita da un extracomunitario e una cassiera con pizze tonde e tranci già cotti, da riscaldare nel forno elettrico e di aspetto per nulla invitante, lasciati in una teca a calamitare batteri, sconsiglio decisamente di mangiare qui. Cibo non bello da vedere è cibo non buono da mangiare, come si suol dire.
Difficilmente, se non si appartiene al target suddetto, riuscire a rimanere per oltre dieci minuti.

1 luglio 2009

Forno Mazzini - Bologna

Dove: Via Mazzini 107/g - Bologna
Pro: tantissima varietà di lievitati dolci e salati
Contro: un po' cari
In via Mazzini c'è una panetteria pasticceria davvero traboccante di leccornie da "forno". Ci sono passata poco prima di mezzogiorno e c'era davvero l'imbarazzo della scelta. Bel pane, ma ben altro ha attirato la mia attenzione: brioches dolci e salate in tutte le fogge, pizza e pizzette, torta di riso, ciambella (in una teglia enorme da farsi tagliare a tranci), biscotteria da tè, crescente ai ciccioli e alle olive, focaccia all'olio in tranci e farcita, panini al latte al salame o prosciutto, pasta fresca di tutti i tipi e curiose torte a forma di brioche enorme alla crema o alla glassa...insomma a memoria mi fermo qui, ma lì c'è ancora molto altro. Ho scorto anche entrando, sulla sinistra, l'accesso al locale retrostante dove panificano, quindi questo panificio è proprio un forno, e ciò spiega la freschezza e l'abbondanza della loro offerta.



Un posto da tornarci per assaggiare qualcosa di diverso ogni volta.

30 giugno 2009

Sagra di S. Giovanni Battista - Casalecchio di Reno (BO)

Dove: Casalecchio di Reno (BO), via Marconi 39 c/o Parrocchia di San Giovanni Battista - 24-29 giugno 2009
Mi trovavo a Casalecchio centro e non ho potuto fare a meno, vedendo il cartello pubblicitario, di fare una piccola deviazione per curiosare all'interno di questa festa, dedicata a San Giovanni Battista dalla parrocchia omonima, la cui natività cade proprio il 24 giugno. Non avrei mai detto, ma carina! Semplice, simpatica. Nel cortile retrostante la chiesa, pur nel suo piccolo, c'era tutto: pesca, stand gastronomici, orchestrina e tavoli.

Era tutto gestito da volontari anziani (volendo essere cattivelli si potrebbe dire che sembrava la festa di un ospizio), ma la loro vitalità mi ha rasserenato il cuore. Erano pieni di voglia di fare, entusiasti, ed è bello vedere che la vita non ha età. Sarò controcorrente, ma non sono affatto d'accordo con quelli che proclamano "largo ai giovani": perchè dovremmo fermare delle vite, delle esperienze, delle conoscenze che possono ancora continuare? L'esistenza si è allungata? Sfruttiamolo, noi tutti, perchè se non lo facciamo è come se morissimo ancora a 60 anni. Lasciare un anziano in attività, allunga anche la nostra prospettiva.
Devo fare i miei complimenti al parroco Don Lino: si è inventato l'unica pesca al mondo dove anche con i biglietti perdenti (le serie) si vince qualcosa, ovvero si mangia! Funziona così: c'è una pesca, regolare, con premi (n. 1 un motorino, n. 2 un prosciutto...e via decrescendo), ma se peschi una serie hai diritto ad una crescentina. Se ne accumuli 4 a una farcita, con 2 una vaschetta di patatine fritte...ecc...simpatico no? Il biglietto costava € 1: un buon prezzo per una crescentina vuota (che non era neanche malaccio come sapore). Magari 4 serie (4 euro) per una fetta di cocomero non era proprio a buon mercato...ma che importa...

Per mangiare non si paga...bastano le "serie"
Poi è stata offerta (gratuitamente) anche l'ottima torta Dolce Lucia (una torta alla frutta) della pasticceria omonima (Pollacci), che ha la sede istituzionale (il laboratorio invece è a Idice) proprio in centro a Casalecchio. Questa torta era squisita, fresca, è una delle specialità della pasticceria ci hanno detto.
La parrocchia di San Giovanni Battista è a spasso coi tempi, ha pure un suo sito internet!
Consiglio preventivo: l'anno prossimo, se siete nei dintorni, una capatina potete farla.

26 giugno 2009

Festa delle spighe - Le Budrie (BO)

Dove: Le Budrie, frazione di San Giovanni in Persiceto (BO), primi due weekend di giugno
Le Budrie non è a Budrio, nonostante la verosimiglianza del nome, ma è un borgo a San Giovanni in Persiceto, a circa 35 km dal centro di Bologna.
I primi due weekend di giugno si è tenuta una festa intitolata delle Spighe.
Meglio dire una festicciola, o una sagretta, e già sarebbe un eufemismo. E' una delle manifestazioni più "magre" alla quale io abbia mai assistito. D'accordo che siamo in una frazione di un lontano paese di campagna, però qualcosa di più si poteva fare. Le festicciole d'oratorio sono più corpose! In pratica c'era solo uno stand gastronomico, un paio di rigattieri ambulanti e nel parchetto (due metri quadrati di verde) un minipalco in attesa di qualche orchestrina o cantante di borgata. In compenso cartelloni pubblicitari a gogò della sagra stessa. Che tristezza.

Delle spighe nemmeno l'ombra. Solo il nome. Da mangiare? Quello che di solito si mangia nelle feste dell'Unità, che pullulano d'estate in Emilia Romagna. E quindi via di tortellini, tortelloni, polenta, castrato, crescentine, patate fritte...il solito menù a prezzi medi (anche 7 euro per un primo).

Questa micro-festa era adatta per un pubblico rigorosamente locale, una discesa da casa in ciabatte, due forchettate di tagliatelle e ritorno.
Consiglio preventivo: non andateci l'anno prossimo, se non volete annoiarvi.

23 giugno 2009

Ciao Vip 1 -Bologna

Dove: Via Toscana 94/b - Bologna
Da provare: le Pizze-Piade
Lascia perdere: Pizze con mozzarella
Pro: Velocità
Contro: Nessuna cordialità; pizze troppo cotte; no parcheggio
Come si deduce facilmente guardandola, ho potuto fare la foto a questa pizzeria d'asporto solo da lontano. Ci sono stata due volte e per due volte i miei tentativi sono andati falliti. Perchè? Perchè ci sono le "guardie". L'espressione è un po' così, ma rende l'idea: sia all'interno del locale (un buco), sia all'esterno (nella verandina poco proponibile) stanno appostati sempre 4 extracomunitari (due fuori e due dentro), che fanno parte del personale e che passano la maggiorparte del loro tempo a farti partecipe della loro "buona educazione", scrutandoti ossessivamente in ogni mossa che fai fino a che non lasci il negozio.

Qui ho provato una specialità bianca, la piada siriana, una pizza con olio, sesamo e spezie (oltre a questa ne hanno di altre tre tipologie: la Rossa con Pomodoro e l'Antipasto, con misto di condimento). Troppo cotte, quindi secche, ma buone. Porzioni medie.

Piada siriana
Delle rosse ho assaggiato una classica Margherita e una Doppio pomodoro. Quest'ultima non male, con davvero tanto pomodoro. La Margherita invece è sconsigliabile. Stracotta, secca, bruciata addirittura anche nella mozzarella. Una mezza suola. E comunque non a modica cifra (€ 4,50).
Altre pizze che godono di una qualche originalità sono la piada nordica (piada rossa, bresaola, radicchio, rucola, grana, olive e pomodorini); la Soffi (mozzarella fiordilatte, mozzarella di bufala e bresaola in forno); la Castello (mozzarella, melanzane alla griglia, scamorza affumicata).
A proposito, meglio parcheggiare davanti al locale, anche in doppia fila, altrimenti per attraversare la via Toscana (ormai un'autostrada) si può attendere anche dieci minuti.

Margherita bruciata