13 gennaio 2009

La Torinese - Bologna

Dove: Piazza Re Enzo 1/C
Contro: assenza di menù, saletta non riscaldata, prezzi alti, servizio approssimativo


Bologna, bei tempi andati...
Di quello che La Torinese era anni fa ora non c'è più traccia. Dopo anni in cui questo famoso bar gelateria è stato chiuso, ora ha riaperto da un po', con un'altra gestione. Sono le gestioni giuste che fanno i locali e questo me lo sono detta amaramente anche domenica scorsa, in occasione di una sosta alla saletta della caffetteria, sotto il voltone del Podestà, separata dal bar classico che è su Piazza Re Enzo.
L'insegna azzurra La Torinese campeggia ancora, la saletta è uguale, ma le cose sono cambiate. Mi ricordo da bambina quando con mia madre andavo a prendere il gelato e non potevo resistere dal fargli aggiungere la panna montata, la più buona di Bologna. Poi aprirono la saletta e andai a prendere una cioccolata in tazza: l'atmosfera era un po' retrò e intima, la saletta era ben riscaldata e le persone stavano volentieri anche per ore; i prezzi erano accettabili. Era un locale che si manteneva di classe.
Di quell'atmosfera e di quella classe ora non è rimasto nulla.
Io mi sono sentita tirata per il collo domenica.
Entrando, si viene accolti da una cameriera in tenuta da pub, jeans e felpa, non molto consona. Ci si siede, i tavolini sono sprovvisti di tovagliato, tutto viene appoggiato sul legno "nudo"e ciò non mi sembra molto igienico (io non ho visto pulire ma solo portare via le tazze e far sedere altre persone più volte).
Brandendo penna e block-notes la cameriera chiede "cosa vogliamo". Alla nostra richiesta di portarci il menù ci sentiamo rispondere: "non l'abbiamo".
Trovo davvero odioso, scorretto e di cattivo gusto non tenere il menù. Per legge non si potrebbe, il cliente ha diritto a sapere prima cosa spende. Sarebbe divertente rispondere: "mi porti le palle di toro con patate".
Mi sono chiesta effettivamente il perché di questa brutta abitudine di certi locali. Credo resista fondamentalmente per due motivi: il primo perchè si ha poco da offrire e se qualcuno dovesse chiedere qualcosa di più originale, ci si può sempre levare d'impaccio dicendogli non ce l'ho. Il secondo e più importante motivo risiede nella grezza (e gretta) convinzione di riuscire a guadagnare di più avendo una "flessibilità" di prezzi, applicandoli "ad personam".
E questo è proprio quello che è capitato a me: ho ordinato una spremuta d'arancia. In piena stagione. Mi viene servita la spremuta in un tumbler (!) al costo di € 4,50. Ovviamente l'ho saputo solo quando non potevo più tirarmi indietro, causa assenza del menù.
Assieme alle bevande viene portato e lasciato in bellavista sul tavolo anche lo scontrino. Appena avuta la spremuta chiedo un bicchiere d'acqua; nei bar di un certo livello è d'uso il bicchierino d'acqua (ad es. Zanarini). Vedo arrivare la mia acqua in un bicchierone (inadatto e riempito per metà) e assieme ad essa un secondo scontrino di 1 euro. Naaaaa...
E poi le scene di tutta quella gente che alla richiesta (sempre uguale per tutti) di che volete si mostrava imbarazzata, indecisa, timida. Alcuni "coraggiosi" hanno chiesto dei biscottini da tè, non li avevano, in compenso gli hanno portato due bignè mignon a due euro.
Last, but not least, il freddo. La saletta era riscaldata pochissimo, in una delle domeniche più fredde dell'anno. Il turnover era continuo, la gente beveva e se ne andava. Era così freddo che ho resistito una mezzoretta e sono scappata a gambe levate.

1 commento:

Anonimo ha detto...

per celiaci:
non si pretende che tutti sappiano cosa è la celiachia e il glutine, ma i gestori di servizi di ristorazione dovrebbero saperlo.
al telefono chiedo per cortesia di dirmi quale cioccolata in tazza usino (alcune contengono glutine) e mi sento rispondere: la facciamo noi con il latte, quindi ha il glutine (il latte non contiene glutine....)
se vuole stare tranquilla si prenda una birra (contenente glutine al 100%!!!)
...senza parole