18 settembre 2008

Osteria del Pozzo - Barletta (BT)

Tanta più esperienza mi faccio e tanto più continuo a convincermi che la qualità non fa rima con pubblicità.
Ho da tempo smesso di consultare le guide ristoranti che l'editoria propone (gambero rosso, touring, Michelin - quest'ultima poi è tanto affidabile negli alberghi quanto inaffidabile nei ristoranti) dato che solitamente non ci azzeccano quasi mai.
Mi fido solo di me stessa e di qualche passaparola. E' innegabile il piacere della scoperta. Sono una persona esigente e schietta, oculata, spesso i miei giudizi sono più negativi che positivi, il che vuol dire che quando sono positivi sono davvero meritati.
Quindi...con queste recensioni andate davvero ad occhi chiusi.
Tornando all'osteria del pozzo, questa premessa per dire che come il ristorante più in vista di Barletta - Il Brigantino - a mio avviso è il peggiore; quest'altro ristorante, l'osteria del pozzo - il più nascosto, su nessuna guida e pure il meno frequentato - è il migliore.
L'ho trovato per caso al pomeriggio, recandomi al Palazzo della Marra per visitare la magnifica ed imperdibile collezione de Nittis. Proprio poco prima, dopo aver superato tutto il passeggio movimentato del centro, c'è un portoncino piccolo, serrato, con il menù appeso alla porta. Mi attira particolarmente il prezzo della frittura di pesce: 9 euro. Mi incuriosisce, decido di provarlo.


Mi reco quindi la sera stessa verso le 22.30, suono il campanello e il proprietario (bisogna sapere che qui sono solo in due, chi cucina e chi serve) mi apre. Con tono familiare ed amichevole ci fa scegliere dove metterci. L'ambiente è particolarissimo, è una cantina piccola piccola, molto simile alla cantina della disfida, pochissimi tavoli e al centro un pozzo (dal quale prende il nome). L'odore acre di cantina è invadente, ma non da fastidio. Ci sono solo altri due tavoli occupati.

Il menù è ridottissimo, fin troppo, ma questo non influenzerà il mio giudizio. Il menù è di solo pesce e ben venga, siamo al mare e a Barletta è questione d'onore servire il pesce fresco.
Ordiniamo anche il vino della casa, € 2.50, beh non è stata comunque una scelta felice, era abbastanza imbevibile, uno pseudo Tavernello.
Il primo è ridotto ad 1 solo, è quello del giorno: gnocchetti sardi con pomodorini ,cozze, granchio e cannolicchi. Ne prendiamo uno in due, vogliamo tenerci pronti per la frittura. Si rivelerà abbastanza abbondante, ma con due difetti grossolani, fatti in tutta buona fede: i pomodorini non spellati e la pasta secca confezionata. Un tocco di professionalità in più come una pasta fresca, magari un cavatello (locale) fresco e i pachino senza buccia sarebbe stato decisamente apprezzato. In ogni caso il giudizio positivo non cambia. Il pesce si è rivelato di una tale bontà e i costi così bassi, da essere definitivamente soddisfatta.
Passiamo al piatto forte di questo locale: la frittura di paranza. Una frittura così leggera e un pesce così squisito l'ho assaggiato solo a Fano, nella pizzeria La Perla. La porzione non è abbondante, ma quel misto di merluzzetti, triglie, gamberetti, polpetti, sgombri, anelli di totano è da urlo. Per la varietà e sopratutto per quei gamberetti, i migliori della mia vita. Avete mai mangiato un gamberetto con la corazza? Questo dà l'idea della freschezza di quel pesce.
Mi complimento con il proprietario, gli dico, buon pesce fresco, e lui inorgoglito e quasi offeso mi dice che è ovvio, si utilizza solo il pescato del giorno.
Incredibilmente non ci sono contorni! Chiedo un'insalata verde, ma non c'è...si offre di portarmi un'insalata di pachino (in puglia vanno per la maggiore, degli altri pomodori non c'è traccia quasi) e cetrioli.
Come dessert la scelta si limita a due possibilità: o un sorbetto al limone o un trancio di torta gelato (confezionata, tipo Viennetta). Prendiamo il sorbetto (1 pallina) e il trancio, discreti.
Indubbiamente colpisce la scarsità di scelta dal menù (1 solo primo, nessun contorno, due soli dolci, pochi secondi) e alcuni errori di preparazione grossolani, ma il tutto viene dimenticato dal prezzo finale e dalla qualità sopraffina del pesce. E' un luogo familiare, particolare, quasi dimenticato, poco frequentato, ma ti senti trattato in modo umano.
Una bottiglia d'acqua, 1/4 di vino, un cestino di pane pugliese con gli immancabili taralli, un primo di pesce, due fritture di pesce, un contorno, 2 dolci, solo 35 euro. Un prezzo d'altri tempi. A Rimini una cena identica costa esattamente il doppio.

6 commenti:

Danx ha detto...

Purtroppo anche a me qualche giorno fa è capitato di imbattermi in un piatto di gnocchi conservati!Uff...
Ma con che coraggio?
Io mi vergognerei!eheh

Anonimo ha detto...

grazie titti!mi sono recato a barletta per lavoro.Leggendo queste tue recensioni mi sono recato incuriosito all'Osteria del Pozzo.Eccezzionale!Mi sono affidato ai consigli del giocane proprietario(gentilissimo).Ho deliziato il mio palato con antipasti di mare e frittura mista di pesce da te consigliata.Una cucina così buona e una freschezza di pesce incredibile per una qualità prezzo irrisoria rispetto a quellli di ristoranti tanto blasonati quanto deludenti.

Titti ha detto...

Bene Roy, sono contenta!

Unknown ha detto...

Spellare i pomodorini in Puglia è una eresia, l' iter che prevede la sbollentatura del pomodoro e la conseguente spellatura va bene forse nei posti "in" che frequenti tu ( e solo per un fatto estetico ), ma per preservare il sapore ( dato che dici di intenderti di cucina ) questo procedimento va completamente ignorato. Dici che da queste parti l' unico pomodoro che si trova è il pachino ( tra l' altro uno dei più pregiati ); secondo me la tua miope arroganza ti ha completamente offuscato la vista. Probabilmente non hai mai fatto quattro passi in un mercato ortofrutticolo pugliese, dove a parte i prezzi scandalosomente bassi per una che viene da Bologna, la qualità altissima dei prodotti venduti ( per la maggior parte prodotti in regione ), potrai trovare per lo meno quattro varietà di pomodoro: quelli a forma tondeggiante come gli insalatari, il tondo liscio a grappolo e il ciliegino (Cherry); tra gli allungati, il tipo San Marzano, il perino e l’ovale a grappolo; tra gli insalatari, il verde tipo Camone.
Prima di parlare da ignorante, informati per piacere.

Unknown ha detto...

piccolo appunto di un pugliese

Titti ha detto...

Io parlo bene di un locale pugliese e tu mi insulti? Tu stai poco bene, carissimo. Riconciliati con la vita.