5 luglio 2010

Al Pant Dla Biannda - Bologna

Dove: via dei Terraioli - Bologna
Quando: dal 19 giugno al 17 luglio 2010, tutte le sere alle 21 (ogni sera spettacoli della tradizione bolognese, anche in dialetto)
Pro: si mangia bene, si fa un romantico tuffo nel passato della città, si aiuta l'associazione a mantenere pulita la zona
Al Pant dla Biannda, al ponte della Bionda, in dialetto. Da bolognese lo traduco immediatamente,  ma quanti sono in grado di farlo oggigiorno? I bolognesi vivono schiacciati in una città con la più alta percentuale d'Italia sui residenti di extracomunitari.
Amo la mia città, ma soffro: la vedo spaesata, trasformata, degradata. Cammino per la strada e sono arrabbiata, costretta a sopportare la massiccia e invadente presenza di persone che per nascita, cultura, tradizione, abitudini con me non hanno nulla a che vedere. Loro non si vogliono integrare, noi siamo costretti a subirli. La perdita di identità culturale è fortissima: i bolognesi sono ormai in minoranza. A chi appartiene  Bologna? Di certo non ai bolognesi, almeno non più. Questa multietnicità imposta è una violenza per  gli autoctoni. Una cosa non capirò mai: chi ci guadagna nel lasciare invadere questa città (dato che non c'è scambio elettorale)?
Chiusa la triste divagazione, ci sono piccole realtà, di encomiabile impegno, tese a salvaguardare piccolissime zone della città. Una di queste è l'associazione culturale Il Ponte della Bionda, nata nel 2005 come conseguenza del restauro del ponte stesso. Il Ponte della Bionda è un piccolo ponte a schiena d'asino,  posto sul corso del canale Navile. Costruito alla fine del '600, consentiva il passaggio dei cavalli che trainavano verso la città i barconi che venivano dalla Bassa, a volte anche dal mare, poichè navigando sul Navile si poteva giungere all'Adriatico. Era chiamato chiamato così perchè la storia vuole che lì "sostasse" una signorina bionda abituale "intrattenitrice" dei barcaroli che percorrevano il canale. Questo ponte fu inagibile fino al 2004, quando la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna diede un contributo economico per permettere il restauro. 


Per chi ancora non lo sapesse, Bologna una volta era sull'acqua (per una meravigliosa ricostruzione della Bologna navigabile non perdetevi la ricca sezione al museo del patrimonio industriale). C'è infatti una zona della periferia della città, nel quartiere Navile, percorsa dal canale omonimo. Oggi quasi tutta l'area a ridosso è maltenuta, poco vivibile. Il Comune non tira fuori un euro per il recupero di ciò che sarebbe un'area particolarmente suggestiva. Alcuni volenterosi cittadini, riuniti appunto nell'associazione suddetta, cercano di mantenere pulito l'argine del canale e la zona compresa tra il ponte e il sostegno Grassi, ex discarica abusiva e trasformata oggi, grazie al lavoro dei volontari, in Arena del Navile.

Per mantenere il lavoro di bonifica, l'associazione organizza, nell'Arena del Navile, una serie di serate estive fino al 19 luglio. Si possono mangiare (lo stand apre alle 19) crescentine farcite (salumi di tutti i tipi, combinazioni di salumi e formaggi, anche con la Nutella), e bere un bicchiere di birra alla spina o vino. Se preferite solo il dessert, non perdetevi la brazadela + vino (un bel bicchiere di vino rosso con la ciambella da "tocciare" - e se siete astemi, c'è anche la sola ciambella). Troverete posto in uno dei tavoloni con la tovaglia a quadretti rossa e mentre cenate, potrete assistere ad uno show (commedie in dialetto, musica, ecc.) I prezzi della ristorazione sono modici (due crescentine, ottime, poco unte con crudo, birra alla spina e acqua naturale € 8,50) e i volontari sono solerti (vengono a sparecchiare). Volendo anche un piccolo box con i gelati (della Cremeria Mascarella).
L'entrata è a offerta libera, e viene anche consegnato un biglietto della lotteria (non si vincono ricchi premi, ma piccole cose proveniente magari dalle cantine - es. vhs usate - è un'estrazione simbolica).
E' una serata del cuore, dove dal palco vengono raccontate barzellette in dialetto,  cantate "zirudele", narrate con l'istrionicità emiliana storielle della provincia. Tutto ciò è  forse estraneo per i non bolognesi,  ma come per incanto, ti fa sembrare di essere nella Bologna degli anni Cinquanta.

Per l'impegno, le buone crescentine, il sorriso dei volontari, i prezzi modici, la conservazione dei valori culturali del territorio, entra nella mia top list. Insomma, andè bën int al canèl!

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