13 maggio 2009

Festa della Giuditta - Bazzano (BO)

Dove: Bazzano vie del centro - 9 e 10 maggio 2009
Finalmente è arrivata la bella stagione! Io adoro il caldo...l'estate! Dopo inverni sempre più lunghi, la stagione estiva è per me il periodo più bello. Si esce di più, le giornate sono lunghe, ci si veste con facilità. Vorrei che l'estate durasse tutto l'anno. Sarà perchè sono nata in gennaio, nel cuore dell'inverno, ma ho sempre un po' invidiato chi vive nei paesi della fascia equatoriale tropicale. Ad esempio i brasiliani hanno 30° gradi tutto l'anno, fortunelli!
Chi mi segue da un po' saprà, se mi legge con attenzione, che con l'inizio della stagione calda mi piace andare alle sagre et simili: un'occasione per visitare un paesino e assaggiare cibi tipici o di strada in un'atmosfera informale. Un vestitino, un paio di sandaletti e via. Una buona occasione per lasciare un po' a casa pensieri stressanti in modo più autentico rispetto ad una discoteca (che si badi bene, mi piace anch'essa, ma essendo una persona versatile, sono onnivora di esperienze, purchè sane, che mi arriscano su più fronti).
Così domenica scorsa, decido, verso sera, di recarmi alla festa della Giuditta, a Bazzano. E' la festa dell'intero paese (più vicino a Modena che a Bologna, seppur ancora in provincia di quest'ultima e lo si evince anche dalla parlata, ormai poco bolognese e ben più modenese), dedicata ad una statua, la Giuditta appunto.
Il pasticcere del paese, titolare della pasticceria La Dolce Vita, dove ho voluto acquistare la torta Giuditta, loro specialità, mi ha invitato a leggere sul retro della confezione della torta la leggenda di questa statua in metallo, oggi posizionata davanti al municipio di Bazzano.
Eccola, così riassunta. La Giuditta, fu un'opera di un paesano, donata alla cittadinanza in onore, così si dice, di una bella donna procace di nome Giuditta, nota in tutto il paese. La popolazione, falsamente moralista, non la volle e la statua fu messa, a furor di popolo, dove non la si potesse vedere. Poi i tempi cambiarono, tanti tabù caddero e oggi non solo la statua è davanti al municipio, ma rappresenta il paese stesso. Ecco perché questa festa si chiama Festa della Giuditta.
Pubblicizzata come fiera dell'enogastronomia e con stand ricchi di tipicità emiliane come la tigella, la crescentina, il borlengo, si è in realtà trattata purtroppo di una manifestazione piuttosto raffazzonata e dilettantisticamente organizzata.
Poco di quello che è stato promesso è stato mantenuto.
Iniziamo dagli orari: doveva essere aperta fino alle 22. A parte i banchetti in piazza, gli altri ambulanti stavano mettendo via tutto già verso le 19. Quest'impatto di "chiusura" anticipata lascia l'ignaro turista immediatamente demotivato. I negozi: alcuni aperti e altri chiusi. Si poteva dare impulso maggiore affinchè tutti gli esercenti partecipassero vivamente all'evento. Insomma se non ci credono loro, ci dobbiamo poi credere noi? La fiera enogastronomica non c'era: solo alcuni banchetti, a dire il vero presenti ad ogni sagra (il formaggiaio, il siculo, il tigellaro, quello delle caramelle, quello del biologico, quello dello zucchero filato, quello delle crepes, tutte cose che si trovano anche molto più banalmente ad una qualsiasi festa dell'Unità, così fitte in Emilia durante l'estate).
Poi uno spazio enorme dedicato alla "roba vecia" (come la chiamo io): rigattieri improvvisati che avevano svuotato la cantina di casa propria e provavano a tirare su qualche euro (ma portarla al mercatino dell'usato, no? si fa prima e meglio...).
Il punto più dolente è stata l'impossibilità di cenare sul posto. I motivi? Disorganizzazione logistica. Errori, ripeto, da dilettante. C'erano due soli stand per cenare: uno piccolo piccolo (poche panche) appena giunti al paese sul ciglio della statale che alle 20.15 (ho notato l'ora) aveva già cancellato il 90% dell'offerta perchè finita. Dico alle 20.15, non alle 22.15...! Nell'orario clou. L'altro stand, grande, in piazza, occupava solo metà di essa, nel senso che si poteva raddoppiare il numero dei tavoli senza dare noia a nessuno. E' successo l'inevitabile, più o meno nello stesso orario, i tavoli disponibili erano tutti occupati, dato che erano troppo pochi anche solo pensando a tutto il battage pubblicitario intrapreso per informare della festa. Dico io, fai di tutto per attirare più pubblico possibile, poi metti si è no una decina di tavoli? E così, fila di gente in piedi ad aspettare si liberasse un buco. Ovviamente si sedeva anche chi beveva solo un bicchiere di vino e magari rimaneva incollato al suo posto anche per ore. Risultato? Molti se ne andavano.
Anche io, piuttosto che stare in piedi ad elemosinare, ho deciso di andarmene, ma non a mani vuote, almeno. Mi sono fermata in una piadinoteca che naturalmente stava attirando anche chi dalla piazza tornava in giù verso l'auto, scoprendo che è uno dei pochissimi posti, se non l'unico, che fa la pizza fritta da asporto.

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